domenica 26 febbraio 2012

Impariamo a distinguere la nuova religiosità

Impariamo a distinguere la nuova religiosità e starne alla larga

In un processo in cui questi elementi,
che costituiscono la sintesi della visione cristiana del mondo, vengono progressivamente negati, possiamo distinguere quattro tappe storiche fondamentali che costituiscono le diverse "ondate" della nuova religiosità.

I) Rifiuto del ruolo della Chiesa
("Cristo si, Chiesa no"), in una corrente che – è importante notarlo – rifiuta anche la linea dei padri della Riforma, ritenendo (in collegamento con quella "Riforma radicale" che già si opponeva violentemente a Lutero) che la Chiesa sia così corrotta che non è più possibile riformarla ma solo rifondarla: da questa rifondazione potranno emergere sia nuove organizzazioni gerarchiche e rigide (come i Testimoni
di Geova e i Mormoni), sia comunità fluide e poco organizzate (come sono spesso quelle neo-protestanti): ma si tratterà sempre di gruppi che vedono nella storia una separazione e una rottura – e in questo senso si può parlare di "sette" – e non una continuità con quanto era esistito precedentemente.

II) Rifiuto del ruolo di Gesù Cristo
("Dio si, Cristo no"): questa tappa, caratterizzata dalla ricerca di alternative non solo alla Chiesa cattolica, ma allo stesso cristianesimo, apre la strada all’irruzione nel mondo occidentale e cristiano di nuove religioni che possono essere chiamate, per distinguerle dalle sette di origine cristiana, "nuovi culti". Questa ricerca sorge con una certa ala della Rivoluzione francese che si dirige verso la riscoperta del paganesimo e anche verso le prime conversioni a religioni dell’Oriente.

III) Rifiuto del ruolo di Dio
("Religione si, Dio no"). Questa formula apparentemente contraddittoria contraddistingue tutta una famiglia di nuovi culti (di cui talora si nega la natura di religioni) che propongono un sistema articolato di rapporti fra l’uomo, il mondo e il sacro, dove però Dio o viene negato o svolge un ruolo secondario a fronte di un’attenzione quasi esclusiva rivolta all’uomo e al suo "potenziale". È questo il caso della Scientologia e del Movimento Raeliano, una religione dei dischi volanti esplicitamente atea.

IV) Rifiuto del ruolo della religione
("sacro si, religione no"): la formula, questa volta, non deve sorprendere se si considera che un rapporto con il sacro alternativo alla religione – la magia, intesa come manipolazione del sacro per acquisire poteri (mentre l’uomo religioso si pone piuttosto in ascolto riverente del sacro in atteggiamento di gratuità) – esiste sin dai primordi dell’umanità, anche se solo in epoca recente diventa fenomeno organizzato o di massa, come nel caso dell’Ordine della Rosa-Croce AMORC o nel fenomeno del New Age, entrambi con milioni di seguaci.

Considerate così, come cerchi concentrici che si allontanano progressivamente dalla verità, le "sette e movimenti pseudo-spirituali" costituiscono propriamente quella "sfida" che è anche "ostacolo" alla Nuova Evangelizzazione.

Pertanto, di fronte al "ritorno del sacro", ogni cristiano deve sentirsi impegnato ad essere come una stella polare per i suoi fratelli e le sue sorelle, indicando, fra le molte vie proposte, il giusto sentiero per approdare alla meta che è Gesù,
Via Verità e Vita (cfr. Gv 14,6).

Fonte>christusveritas.altervista.org
  

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