domenica 26 febbraio 2012

Impariamo a distinguere la nuova religiosità

Impariamo a distinguere la nuova religiosità e starne alla larga

In un processo in cui questi elementi,
che costituiscono la sintesi della visione cristiana del mondo, vengono progressivamente negati, possiamo distinguere quattro tappe storiche fondamentali che costituiscono le diverse "ondate" della nuova religiosità.

I) Rifiuto del ruolo della Chiesa
("Cristo si, Chiesa no"), in una corrente che – è importante notarlo – rifiuta anche la linea dei padri della Riforma, ritenendo (in collegamento con quella "Riforma radicale" che già si opponeva violentemente a Lutero) che la Chiesa sia così corrotta che non è più possibile riformarla ma solo rifondarla: da questa rifondazione potranno emergere sia nuove organizzazioni gerarchiche e rigide (come i Testimoni
di Geova e i Mormoni), sia comunità fluide e poco organizzate (come sono spesso quelle neo-protestanti): ma si tratterà sempre di gruppi che vedono nella storia una separazione e una rottura – e in questo senso si può parlare di "sette" – e non una continuità con quanto era esistito precedentemente.

II) Rifiuto del ruolo di Gesù Cristo
("Dio si, Cristo no"): questa tappa, caratterizzata dalla ricerca di alternative non solo alla Chiesa cattolica, ma allo stesso cristianesimo, apre la strada all’irruzione nel mondo occidentale e cristiano di nuove religioni che possono essere chiamate, per distinguerle dalle sette di origine cristiana, "nuovi culti". Questa ricerca sorge con una certa ala della Rivoluzione francese che si dirige verso la riscoperta del paganesimo e anche verso le prime conversioni a religioni dell’Oriente.

III) Rifiuto del ruolo di Dio
("Religione si, Dio no"). Questa formula apparentemente contraddittoria contraddistingue tutta una famiglia di nuovi culti (di cui talora si nega la natura di religioni) che propongono un sistema articolato di rapporti fra l’uomo, il mondo e il sacro, dove però Dio o viene negato o svolge un ruolo secondario a fronte di un’attenzione quasi esclusiva rivolta all’uomo e al suo "potenziale". È questo il caso della Scientologia e del Movimento Raeliano, una religione dei dischi volanti esplicitamente atea.

IV) Rifiuto del ruolo della religione
("sacro si, religione no"): la formula, questa volta, non deve sorprendere se si considera che un rapporto con il sacro alternativo alla religione – la magia, intesa come manipolazione del sacro per acquisire poteri (mentre l’uomo religioso si pone piuttosto in ascolto riverente del sacro in atteggiamento di gratuità) – esiste sin dai primordi dell’umanità, anche se solo in epoca recente diventa fenomeno organizzato o di massa, come nel caso dell’Ordine della Rosa-Croce AMORC o nel fenomeno del New Age, entrambi con milioni di seguaci.

Considerate così, come cerchi concentrici che si allontanano progressivamente dalla verità, le "sette e movimenti pseudo-spirituali" costituiscono propriamente quella "sfida" che è anche "ostacolo" alla Nuova Evangelizzazione.

Pertanto, di fronte al "ritorno del sacro", ogni cristiano deve sentirsi impegnato ad essere come una stella polare per i suoi fratelli e le sue sorelle, indicando, fra le molte vie proposte, il giusto sentiero per approdare alla meta che è Gesù,
Via Verità e Vita (cfr. Gv 14,6).

Fonte>christusveritas.altervista.org
  

Il diavolo è tra noi e vuole l'eucaristia in mano.


Il diavolo è tra noi e vuole l'eucaristia in mano.

Che per le sette sataniche «il permesso ai fedeli di ricevere la comunione sulla mano ha rappresentato un punto di svolta» è cosa facilmente credibile.

Lo scrive Michela - il nome è volutamente inventato per mantenere l'anonimato dell'autrice - nell'affascinante quanto terribile racconto (a ruba nelle librerie) edito da Piemme, "Fuggita da Satana.

La mia lotta per scappare dall'inferno"
(165 pagine, 10 euro), ed è logico comprendere come per coloro che intendano impossessarsi della sacra ostia per profanarla, questa sia più facilmente trafugabile se la si riceve sulla mano che non direttamente in bocca. Ma che dietro questa scelta, divenuta prassi in Italia nel 1989, ci sia lo zampino di Satana è cosa più discutibile anche se, per chi ha fede, non del tutto peregrina.

Vengono in mente le parole di Paolo VI inerenti quel fumo di Satana che si sarebbe insinuato nella Chiesa. Viene in mente il pronunciamento (spesso disatteso) dello stesso papa Montini nel 1969 a favore della comunione sulla lingua con qualche rara eccezione concessa esclusivamente in quei paesi (sostanzialmente l'Olanda e il Belgio) dove l'uso della distribuzione sulla mano era già in uso.

E viene in mente quell'ostinata e tenace battaglia mossa dal cardinale Siri contro la comunione sulla mano, battaglia che consentì alla Cei di non cambiare la prassi in auge da sempre della comunione sulla lingua, almeno fino a quel - per alcuni - famigerato 15-19 maggio 1989, quando, proprio pochi giorni dopo la scomparsa dell'ex arcivescovo di Genova (morì il 2 del mese), l'assemblea generale dei vescovi italiani, con un solo voto di scarto e «approfittando» dell'assenza di molti presuli, cambiò le regole e concesse che nelle diocesi italiane chi voleva potesse ricevere la comunione sulla mano.

Un cambiamento notevole, che secondo alcuni andrebbe addirittura contro un'istituzione apostolica della comunione sulla lingua - san Tommaso, nona caso, parlava di una consuetudine «antica come la Chiesa» -,
il tutto, si dice, per assecondare una prassi propria delle eresie ariane, nestoriane e pelagiane, ripresa poi nel mondo protestante e diffusa largamente in alcuni circoli cattolici olandesi dai quali, tra l'altro, è uscito quel «catechismo olandese» poi giudicato come eretico.

Il racconto di Michela, ovviamente, non è tutto qui. Muove da una dolorosa storia personale, in cui l'autrice racconta ogni dettaglio (fino ai particolari più macabri, dalle orge ai riti sadomaso, dalle violenze sessuali alle sedute di ipnosi) del suo ingresso in una setta satanica.

«Ora puoi avere il potere», le sussurrava nell'orecchio la sacerdotessa, ovvero «colei alla quale da diversi anni avevo affidato la mia esistenza, eseguendone qualsiasi ordine senza la benché minima perplessità». Qualsiasi ordine, come quello di prendere su tutto e dirigersi a Roma, quartiere Trigoria, e qui uccidere - proprio così - Chiara Amirante, la fondatrice dell'associazione Nuovi Orizzonti che evidentemente nella sua comunità di accoglienza troppi posseduti era riuscita
a liberare.

«C'è una ragazza - le disse un giorno la sacerdotessa - che comincia a essere un problema per noi, perché accoglie i ragazzi dalla strada e alcuni giovani hanno deciso di uscire dal mondo del satanismo. Vive a Roma, dove ha fondato una comunità, ed è molto stimata dalla Chiesa».

Vai e uccidi, insomma, e così Michela ha provato a fare, salvo poi trovarsi misteriosamente liberata dalle cure di colei che doveva divenire la sua vittima, dalle cure e preghiere di Chiara Amirante.

Nel mezzo, una lettera di Ratzinger il quale, contattato ai tempi in cui era prefetto alla dottrina per la fede da un sacerdote che per richiesta di Chiara (e con il permesso della posseduta) stava praticando esorcismi su Michela, scrisse all'allora prefetto dell'ex Sant'uffizio per chiedergli la licenza di concedere a Michela l'assoluzione dal peccato
di profanazione dell'eucaristia (un peccato che può essere assolto dal sacerdote solo col permesso del Vaticano).

Nel giro di 24 ore la risposta positiva arrivò con tanto di post scriptum a chiudere, firmato cardinal Ratzinger: «Oggi la Chiesa è in festa perché un figlio è tornato a casa». Michela si definisce come una che «ha incontrato Satana». E avendolo incontrato può permettersi di dire dove, nella Chiesa, tende a manifestarsi.

Oltre, a suo dire, nella decisione di concedere l'eucaristia sulle mani, anche in coloro - teologi o meno - che diffondono la convinzione che non debba essere somministrato il battesimo ai neonati: secondo questa vulgata, saranno loro, una volta cresciuti, a decidere se battezzarsi o no.

«In realtà - scrive Michela - per i satanisti va di lusso quando trovano qualcuno che non è battezzato, perché i demoni riescono a entrare in loro senza alcuna opposizione».

«Per di più - racconta ancora l'autrice -
seppi all'epoca (dell'appartenenza alla setta, ndr) che facevano parte della setta anche alcuni ginecologi e ostetriche che lavoravano in ospedali e praticavano la consacrazione a Satana di tutti i neonati nel momento che venivano alla luce. Nessuno dei presenti in sala parto se ne accorgeva, poiché la formula veniva pronunciata mentalmente e non c'era bisogno di gesti o riti particolari».

Oggi sono in molti a ritenere una menzogna l'esistenza dell'Inferno e a identificare Satana con l'idea astratta del male:

«Questa - scrisse uno dei più importanti esorcisti di oggi, ovvero don Gabriele Amorth - è autentica eresia, ossia è in aperto contrasto con la Bibbia, con la patristica, con il Magistero della Chiesa».

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Sancte Michael Archangele,
defende nos in proelio;
contra nequitiam
et insidias diaboli esto praesidium.
Imperet illi Deus, supplices deprecamur:
tuque, Princeps militiae caelestis,
Satanam aliosque spiritus malignos,
qui ad perditionem
animarum pervagantur in mundo,
divina virtute in infernum detrude.
Amen

LA STORIA DELL'ABUSO DELLA COMUNIONE SULLA MANO


LA STORIA DELLA COMUNIONE SULLA MANO
Cronistoria di un abuso liturgico filo-protestante: ecco come il nuovo modo della Comunione nelle mani si fece largo nella Chiesa
intervista a Don Marcello Stanzione, Presidente dell’Associazione ‘Milizia di San Michele Arcangelo’

Città del Vaticano - Nel XVI secolo, i riformatori protestanti, nel loro nuovo culto cristiano, ristabilirono la Comunione sulla mano per affermare due loro eresie fondamentali: non esisteva affatto la cosiddetta ‘transustanziazione’ e il pane usato era pane comune.
In altre parole, sostenevano che la reale presenza di Cristo nell’Eucarestia fosse solo una superstizione papista ed il pane fosse solo semplice pane e chiunque lo potesse maneggiare. Inoltre, affermarono che il ministro della Comunione non fosse affatto Diverso, nella sua natura, dai laici. É invece insegnamento cattolico che il Sacramento dell’Ordine Sacro dona all’uomo un potere spirituale, sacramentale, imprime cioè un segno indelebile nella sua anima e lo rende sostanzialmente diverso dai laici.
Al contrario, il ministro protestante è un uomo comune che guida gli inni, fa sermoni per sostenere le convinzioni dei credenti. Egli non può trasformare il pane ed il vino nel Corpo e nel Sangue di Nostro Signore, non può benedire, non può perdonare i peccati, non può, in una parola, fare niente che non possa fare un qualsiasi semplice laico.
Egli, dunque, non è veicolo di grazia soprannaturale. Il ristabilimento protestante della Comunione nella mano fu un ‘semplice’ modo per manifestare il rifiuto di credere nella reale presenza di Cristo nell’Eucarestia, rifiuto del Sacerdozio Sacramentale, in breve il negare l’intero Cattolicesimo. Da quel momento in avanti, la Comunione sulla mano acquistò un significato chiaramente anticattolico. Era una pratica palesemente anticattolica, fondata sulla negazione della reale presenza di Cristo nell’Eucarestia e del Sacerdozio. Dopo il Concilio Vaticano II, in Olanda, alcuni preti cattolici di mentalità protestante cominciarono a dare la Comunione sulla mano, scimmiottando la pratica protestante.
Ma alcuni Vescovi olandesi, anziché fare il loro dovere e condannare l’abuso, lo tollerarono e in tal modo permisero che l’abuso continuasse incontrollato. La pratica si diffuse dunque alla Germania, al Belgio, alla Francia. Ma se alcuni Vescovi parvero indifferenti a questo scandalo, gran parte del laicato di allora rimase oltraggiato. Fu l’indignazione di un grande numero di fedeli che spinse Papa Paolo VI a prendere l’iniziativa di sondare l’opinione dei Vescovi del mondo su questa questione ed essi votarono unicamente per MANTENERE la pratica tradizionale di ricevere la Santa Comunione sulla lingua.
É anche doveroso notare che, a quell’epoca, l’abuso era limitato a pochi Paesi Europei, tanto che non era ancora iniziato negli Stati Uniti e in America Latina. Papa Paolo VI promulgò allora, il 28 maggio 1969, il documento ‘Memoriale Domini’ in cui affermava testualmente: ‘I Vescovi del mondo sono unanimemente contrari alla Comunione sulla mano. Deve essere osservato questo modo di distribuire la Comunione, ossia il sacerdote deve porre l’Ostia sulla lingua dei comunicandi. La Comunione sulla lingua non toglie dignità in nessun modo a chi si comunica. Ogni innovazione può portare all’irriverenza ed alla profanazione dell’Eucarestia, così come può intaccare gradualmente la dottrina corretta’. Il documento, inoltre, affermava: ‘Il Supremo Pontefice giudica che il modo tradizionale ed antico di amministrare la Comunione ai fedeli non deve essere cambiato. La Sede Apostolica invita perciò fortemente i Vescovi, i preti ed il popolo ad osservare con zelo questa legge’.
Ma poiché questa era l’epoca del compromesso, il documento pontificio conteneva il germe della sua stessa distruzione, poiché l’Istruzione continuò dicendo che, dove l’abuso si era già fortemente consolidato, poteva essere legalizzato con la maggioranza dei due terzi in un ballottaggio segreto della Conferenza Episcopale Nazionale (a patto che la Santa Sede confermasse la decisione).
Ciò finì a vantaggio dei sostenitori della Comunione nella mano. E si deve sottolineare che l’Istruzione diceva dove l’abuso si è già consolidato. Naturalmente, il clero di mentalità protestante (compreso il nostro) concluse che, se questa ribellione poteva essere legalizzata in Olanda, poteva essere legalizzata ovunque. Si pensò che, ignorando il ‘Memoriale Domini’ e sfidando la legge liturgica della Chiesa, questa ribellione non solo sarebbe stata tollerata, ma alla fine legalizzata.
Questo fu esattamente ciò che accadde, ed ecco perché abbiamo oggi la pratica della Comunione sulla mano. La Comunione sulla mano, quindi, non solo fu avviata nella disobbedienza, ma fu perpetuata con l’inganno. La propaganda, negli anni ’70, fu usata per proporre la Comunione sulla mano ad un popolo ingenuo, con una campagna di mezze verità che dava ai cattolici la falsa impressione che il Vaticano II avesse fornito una disposizione per l’abuso, quando, di fatto, non vi è accenno in proposito in nessuno dei documenti del Concilio.
Inoltre, non venne detto ai fedeli che la pratica fu avviata da un clero di mentalità filoprotestante e filomassone, in spregio alla Legge liturgica stabilita, ma la fecero suonare come una richiesta da parte del laicato; non chiarirono, gli assertori della Comunione nelle mani, che i Vescovi del mondo, quando fu sondata la loro opinione, votarono unanimemente contro questa pratica; non fecero riferimento al fatto che il permesso doveva essere solo una tolleranza dell’abuso, laddove si fosse già instaurato nel 1969, e che non vi era stato alcun una via libera perché la Comunione nelle mani si diffondesse ad altri Paesi come l’Italia e gli Stati Uniti d’America. Siamo ora arrivati al punto in cui la pratica dell’Ostia sulla mano è addirittura presentata come il modo migliore di ricevere l’Eucarestia, e anche la maggior parte dei nostri fanciulli cattolici è stata male istruita a ricevere la Prima Comunione. Ai fedeli si dice che è una pratica facoltativa e se a loro non piace, possono ricevere la Comunione sulla lingua.
La tragedia è che se questo è facoltativo per il laicato, non lo è per il clero. I preti sono chiaramente istruiti ad amministrare la Comunione sulla mano, che a loro piaccia o no, a chiunque lo richieda, gettando così moltissimi preti in una agonizzante crisi di coscienza.
É dunque evidente che nessun prete può essere legittimamente forzato ad amministrare la Comunione sulla mano; dobbiamo pregare affinché il maggior numero di sacerdoti abbia il coraggio di salvaguardare la riverenza dovuta a questo Sacramento e non venga intrappolato in una falsa ubbidienza che fa sì che essi collaborino alla perdita di sacralità di Cristo nell’Eucarestia.
I preti devono trovare il coraggio di combattere questa nuova pratica che fa parte dell’occulta strategia di protestantizzazione del Cattolicesimo, ricordando che Papa Paolo VI, giustamente, predisse che la Comunione sulla mano avrebbe portato all’irriverenza e alla profanazione dell’Eucarestia e ad una graduale erosione della dottrina ortodossa.
Questo abuso illegittimo si è così ben radicato come una tradizione locale, che anche Papa Giovanni Paolo II non ebbe successo a denunciare, nonostante un suo tentativo per frenare l’abuso.
Nella sua Lettera ‘Dominae Cenae’ del 24 febbraio 1980, il Pontefice polacco riaffermò gli insegnamenti della Chiesa secondo cui toccare le Sacre Specie e amministrarle con le proprie mani è un privilegio dei consacrati. Ma, per un qualsivoglia motivo, questo documento di 28 anni fa non conteneva nessuna minaccia di sanzioni contro laici, sacerdoti o Vescovi che avessero ignorato la difesa dell’uso della Comunione sulla lingua come voleva il Papa. Una legge senza una pena non è una legge, bensì un suggerimento.
Cosicché, il documento di Giovanni Paolo II fu accolto da diversi membri del clero dei Paesi dell’Occidente come un suggerimento non apprezzato e purtroppo trascurato.
[Fonte: Petrus 29 marzo 2008]


ITINERARIO VERSO IL FATTO COMPIUTO
Sull'onda della denuncia di forzature liturgiche indebite, per non generare ulteriore scandalo nei semplici, consigliamo la lettura di questo articolo a quei preti e frati che fanno "fatica" ad accettare il fatto che i tempi cambino. E che nella Liturgia ci si debba adeguare alla Tradizione, non al proprio capriccio.

di don Gabriel Diaz Patri 
Papa Benedetto XVI ha distribuito negli ultimi mesi in alcune importanti cerimonie pontificie l’Eucaristia in bocca e con i comunicanti in ginocchio, e dalle dichiarazioni del suo maestro di cerimonie sembra che questa sia la pratica per il futuro. Lo studio che ha fatto da battistrada per riprendere in considerazione la delicata materia della distribuzione dell’Eucaristia sulla mano è stato quello dell’allora vescovo di San Luis in Argentina, mons. Juan Rodolfo Laise, dal titolo Comunione sulla Mano – Documenti e Storia. Abbiamo chiesto a uno dei suoi principali collaboratori in questa vicenda un riassunto delle linee conduttrici di questa opera.
Questo libro si articola come un commento dettagliato dei documenti su cui si basa la legislazione vigente che riguarda questa materia, al quale si aggiunge una appendice che, compendiando il contesto storico in cui questi documenti nacquero, permette di comprendere meglio la mente del legislatore, elemento chiave per l’interpretazione di una legge. Infine, e dopo aver risposto ai principali argomenti invocati per giustificare la prassi della Comunione sulla mano, lo studio si conclude con una riflessione sull’applicazione concreta degli elementi esposti lungo le sue pagine.

Alcune verità dimenticate
Subito dall’inizio ci confrontiamo con una serie di concetti contrastanti con quanto normalmente sentiamo dire. Può sorprendere, per esempio, venire a conoscenza che questa maniera di ricevere la Comunione non fu trattata e neanche fu menzionata nel Concilio e che non fa parte della “Riforma liturgica” posteriore.
Grazie a una ricostruzione storica basata sul prezioso racconto dei fatti che fa mons. Annibale Bugnini, non solo testimone ma anche protagonista di essi, nel suo libro di memorie La Riforma liturgica 1948-1975, possiamo realizzare che, infatti, l’uso fu introdotto senza autorizzazione in certe regioni d’Europa verso la metà degli anni Sessanta. Nonostante Papa Paolo VI avesse già nel ‘65 determinato fermamente che in quei luoghi si doveva ritornare alla Comunione in bocca, questo e altri richiami posteriori dell’autorità suprema non ebbero alcun effetto.
Davanti a una resistenza che si dimostrava irremovibile, il Papa iniziò finalmente a prendere in considerazione (nel 1968) la possibilità di trovare una soluzione ritenendo pure che un cambio in questa materia rischiava di affievolire la fede del popolo nella presenza eucaristica.
 Un percorso accidentato
Infine il Papa, che, secondo le sue stesse parole, non poteva «esimersi dal considerare l’eventuale innovazione con ovvia apprensione», fece fare una consulta sub secreto all’episcopato mondiale.
Il risultato fu che la stragrande maggioranza si dichiarò contraria a qualsiasi concessione. Di conseguenza, Paolo VI diede ordine alla Congregazione per il Culto Divino perché preparasse «un progetto di documento Pontificio, nel quale: 1°) Si dia sommaria notizia dei risultati della consultazione dei Vescovi; 2°) la quale conferma il pensiero della S. Sede circa la inopportunità della distribuzione della S. Comunione sulla mano dei fedeli, indicandone le ragioni (liturgiche, pastorali, religiose, ecc.). Rimane pertanto confermata la norma vigente. 3°) Se alcune Conferenze episcopali, ciò nonostante, crederanno di dover permettere questa innovazione, vogliano ricorrere alla S. Sede, ed attenersi poi, se accordata l’implorata licenza, alle norme e istruzioni che la accompagneranno».
Fu così che il 29 maggio 1969 la Congregazione per il Culto Divino pubblicò l’istruzione Memoriale Domini, contenente la legislazione sull’argomento che è ancora in vigore e che si potrebbe sintetizzare in questa maniera: la proibizione della Comunione sulla mano rimane vigente in modo universale e si esortano vivamente i vescovi, sacerdoti e fedeli che si sottomettano diligentemente a questa legge nuovamente ribadita. Tuttavia, dove si fosse radicato questo uso introdotto in maniera illecita, si prevede la possibilità di concessione a quei settori che non sono disposti a ubbidire a questa esortazione.
In quei casi, «per aiutare le conferenze episcopali ad adempiere il proprio compito pastorale, nelle odierne circostanze, più scabrose che mai», il Papa dispose che le rispettive conferenze (con l’approvazione di due terzi dei suoi membri) avrebbero potuto chiedere un’autorizzazione a Roma affinché, ogni vescovo di quella conferenza, secondo la sua prudenza e coscienza, potesse permettere la pratica della Comunione in mano nella sua diocesi. Secondo i documenti trascritti da mons. Bugnini, con questa concessione si mirava probabilmente ad evitare che «in questi tempi di forte contestazione (...) l’autorità non venga battuta sulla breccia, mantenendo una proibizione che difficilmente avrebbe seguito nella pratica», giacché nello studiare le diverse possibili soluzioni si avvertiva: «è da prevedere anche una reazione violenta in alcune zone e una disubbidienza piuttosto diffusa dove l’uso è stato già introdotto».
Tuttavia, la volontà chiaramente restrittiva del legislatore indicava che la concessione doveva interpretarsi e applicarsi in modo da favorire il meno possibile la diffusione del rito. Questa legislazione non è mai stata modificata, né sono state allargate posteriormente le possibilità di introdurre la Comunione in mano.
Eppure le richieste delle conferenze episcopali – benché non ci fossero le condizioni richieste per domandare l’indulto –; l’insistenza nel riconsiderare il problema in luoghi dove già era stata previamente verificata l’assenza di quelle restrittive condizioni; la sua fin troppo facile concessione da parte del dicastero pertinente e, soprattutto, l’assoluto silenzio sulla disubbidienza irriducibile che era al cuore del problema; fecero sì che la prassi si estendesse quasi universalmente.
 Riscoperta o retrocessione?
Un secondo punto dello studio di mons. Laise che richiama l’attenzione riguarda il fatto che la nuova prassi non sarebbe davvero una «riscoperta» di una «antica tradizione», consistente «nel tornare a ricevere la Comunione come nella Chiesa delle origini e dei padri » come si sente dire spesso. Nella istruzione Memoriale Domini si dice chiaramente che, sebbene nel cristianesimo primitivo la sacra Comunione si riceveva normalmente in mano, «col passare del tempo si approfondì la conoscenza del mistero eucaristico, della sua efficacia e della presenza di Gesù Cristo in esso, in modo che, sia per il senso di riverenza verso questo Sacramento che per il senso di umiltà col quale bisogna riceverlo, si introdusse la pratica di collocare sulla lingua del comunicante la sacra Forma». Nel contesto si vede che per Paolo VI questo cambio fu un vero progresso. Nei testi antichi non si menziona che i Padri della Chiesa abbiano trovato alcun vantaggio nel comunicarsi ricevendo l’Eucaristia sulla mano, né che loro abbiano fatto elogi di questa prassi come tale.
Semplicemente non conoscevano altro. Anzi, nell’allertare ripetutamente sui pericoli ad essa collegati, i Padri evidenziano una imperfezione inerente a questa modalità di comunicarsi. Perciò, l’autore afferma che anche se la Comunione sulla mano fu, senza dubbio, il modo di comunicarsi dei santi Padri, la Comunione in bocca sembra il modo di riceverla che avrebbero desiderato avere. Così fu che col passar del tempo, a un determinato momento, un uso finì per sostituire l’altro, al punto che quello di prima non fu soltanto abbandonato ma addirittura esplicitamente proibito.
Lo zampino del Catechismo olandese...
Secoli più tardi l’uso di comunicarsi in mano fu ripreso dai riformatori protestanti con una chiara connotazione dottrinale. Secondo Martino Bucero, assessore della riforma anglicana, il distribuire la Comunione nella bocca si doveva a due “superstizioni”: il “falso onore” che si pretende attribuire a questo Sacramento e la “perversa credenza” che le mani dei ministri, a causa dell’unzione ricevuta nella ordinazione, siano più sante delle mani dei laici.
Perciò, quando nella seconda metà del secolo XX la Comunione sulla mano iniziò a penetrare negli ambienti cattolici, non si trattava più di un mero ritorno ad un uso primitivo: a partire dalla riforma e negli ultimi secoli, tale uso aveva acquisito una certa valenza contraria alla dottrina cattolica sulla presenza reale e sul sacerdozio.
Non è un caso, del resto, che proprio in uno dei primi luoghi dove la Comunione sulla mano s’introdusse abusivamente fosse stato pubblicato poco tempo prima un “Nuovo Catechismo” (il noto “Catechismo Olandese”) al quale la Santa Sede dovette imporre numerose modifiche (14 principali e 45 minori).
In questo testo, commissionato dall’episcopato olandese e presentato mediante una “lettera pastorale collettiva”, si metteva in dubbio la presenza reale e sostanziale di Cristo nell’Eucaristia, si dava una spiegazione inammissibile della transustanziazione e si negava qualsiasi forma di presenza di Gesù Cristo nelle particelle o frammenti staccatisi dall’Ostia dopo la Consacrazione. D’altra parte si faceva confusione fra il sacerdozio comune dei fedeli e il sacerdozio gerarchico.
Un modo vale l’altro?
Terzo aspetto trattato dal presule argentino è che, persino dove è permesso l’uso della Comunione sulla mano, non si tratta di una opzione in più proposta dalla Chiesa di pari valore all’altro uso vigente.
Infatti, la posizione della Santa Sede riguardo alla maniera di comunicarsi non è indifferente: la Comunione in bocca è stato il modo chiaramente raccomandato mentre l’altro modo è soltanto tollerato (come consequenza di quello che l’autore definisce la «disubbidienza piú grave alla autorità papale negli ultimi tempi »), dovendosi inoltre prendere una serie di precauzioni, specialmente per ciò che riguarda la pulizia delle mani e la cura attenta delle particelle (prescrizioni che, del resto, sono di rado tenute in conto nella pratica).
Secondo quanto afferma l’istruzione Memoriale Domini, la modalità di comunicarsi in bocca che da un millenio ha sostituito universalmente la pratica di ricevere la Comunione sulla mano è propria alla preparazione che si richiede per ricevere il Corpo del Signore nel modo più fruttuoso possibile e assicura più efficacemente che la Sacra Comunione sia distribuita con riverenza, decoro e dignità, allontanando così ogni pericolo di profanare le sacre specie Eucaristiche, facendo attenzione con diligenza della cura che la Chiesa ha sempre raccomandato anche nei riguardi delle particelle stesse del pane consacrato (infatti, con la Comunione sulla mano ci vorrebbe ogni volta un miracolo perché non cadesse per terra una particella o non rimanesse un piccolo frammento aderito alla pelle).
Come ricordava Paolo VI nella Mysterium Fidei, Origene racconta che «i fedeli si credevano in colpa, “e giustamente”, se, ricevuto il corpo del Signore, pur conservandolo con ogni cautela e venerazione, ne cadesse per negligenza qualche frammento».
Le espressioni dei Padri, il cambiamento nel modo di ricevere la Comunione alla fine del primo millennio e gli argomenti di Paolo VI per negare la reintroduzione del modo antico, riflettono tutti l’unica fede della Chiesa nella presenza reale, sostanziale e permanente, persino nelle più piccole particelle, le quali esigono attenzione e adorazione. SS. Benedetto XVI non fa che mettere in pratica tutto questo.
Fonte Radici Cristiane Ottobre 2008.

martedì 21 febbraio 2012

LA MASSONERIA, ECCO I GRADI DEL RITO SCOZZESE E DEL PERCHE' E' MEGLIO TENERSI ALLA LARGA




LA MASSONERIA, ECCO I GRADI DEL RITO SCOZZESE E DEL PERCHE' E' MEGLIO TENERSI ALLA LARGA

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33° ISPETTORE GENERALE
32° CAVALIERE COMANDANTE DI CORTE E D'ONORE PRINCIPE
      SUBLIME DEL SEGRETO REALE
31° ISPETTORE INQUISITORE
30° CAVALIERE KADOSH (SACRO IN EBRAICO)
29° CAVALIERE ADEPTO DEL SOLE
28° CAVALIERE COMANDANTE DEL TEMPIO
27° GRAN CAVALIERE DI SCOZIA
26° PRINCIPE DELLA MERCE
25° CAVALIERE DEL SERPENTE DI BRONZO
24° PRINCIPE DEL TABERNACOLO
23° CAPO DEL TABERNACOLO
22° CAPO DELL'ASCIA REALE
21° CAVALIERE PRUSSIANO DI NOE'
20° MAESTRO DEI SIMBOLI
19° PONTEFICE
18° CAVALIERE ROSA CROCE
17° CAVALIERE DELL'EST E OVEST
16° PRINCIPE DI GERUSALEMME
15° CAVALIERE DI SPADA
14° ELU PERFETTO
13° ARCO REALE DI SALOMONE
12° MAESTRO ARCHITETTO
11° ELU DI UNDICI
10° ELU DI DIECI
09° ELU DI NOVE
08° INTENDENTE DI BULINO
07° GIUDICE PREPOSTO
06° SEGRETARIO RISERVATO
05° MAESTRO PERFETTO
04° MAESTRO SEGRETO
03° CAPO MASTRO
02° COMPAGNO
01° ISCRITTO APPRENDISTA
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Innanzitutto che cos’è la massoneria? qual è la natura della massoneria? Bisogna distinguere tra i concetti filosofici o pubblici (conosciuti da tutti) della massoneria (e Giuliano di Bernardo ha scritto un libro edito dalla Marsilio di Venezia: La Filosofia della Massoneria, come dire: la massoneria è una società segreta, ma ha una filosofia pubblicache è conosciuta da tutti); poi ci sono anche dei concetti segreti o iniziatici i quali sono conosciuti soltanto dagliiniziati, da coloro che entrano nella massoneria: non solo vi aderiscono, ma fanno tutti i passi che occorre fare per arrivare sino alla cima della massoneria.
Allora, iniziamo. Quali sono i concetti pubblici che tutti conoscono e che hanno ispirato il mondo moderno a partire da Cartesio sino ad oggi? Sono, come spiega Di Bernardo stesso -che è stato il Gran Maestro della Massoneria- ilsoggettivismo e il relativismo.
Vedete, Maritain ha scritto un bel libro, I tre riformatori, che sono Cartesio, Lutero e Rousseau, e lui dice: sono i tre filosofi che hanno riformato il mondo e lo hanno reso moderno, nel senso non attuale… “moderno” è un mondo che rifiuta la realtà, l’oggettività, un Dio trascendente, la capacità dell’intelligenza di conoscere la realtà come è e non “come mi pare” perché sono soggettivisti. Per Cartesio è l’io cogitans in cogito che crea la realtà. Non lo dice esplicitamente, ma i filosofi idealisti (Kant, Fichte. Schelling, Hegel, fino a Giovanni Gentile) espliciteranno questo soggettivismo e relativismo filosofico di Cartesio.
Il secondo riformatore è religioso, è Lutero, il quale applica il soggettivismo alla religione: la religione non è qualche cosa che Dio ha rivelato, non è qualche cosa che ha dei significati dogmatici oggettivi, non c’è un magistero che mi spiega il Papa, i Padri della Chiesa, oltre la Sacra Scrittura, la Tradizione orale che mi dicono il significato della Scrittura. [Per] i protestanti ognuno soggettivamente interpreta come sembra a lui, “a me sembra che…”; quando Gesù dice: “Questo è il mio Corpo, questo è il mio Sangue”, Lutero dice: per me significa questo è il simbolo del mio Corpo, questo è il simbolo del mio Sangue. Quindi non c’è presenza reale, fisica, sostanziale di Gesù sotto le specie del pane e del vino, al massimo si può parlare di comparazione, ma non di transustanziazione. Allora vedete il soggettivismo religioso…
Il terzo [riformatore] è Jean Jacques Rousseau, lo svizzero di Ginevra, il quale ha applicato il soggettivismo alla politica e ha fondato il mito del democratismo, per cui il miglior sistema di governo non è la democrazia classica, come la intendevano Aristotele e San Tommaso d’Aquino (che è una delle tre forme di governo, la più imperfetta, ma non cattiva in sè), per lui democratismo è: il potere viene dal basso, viene dal popolo, non viene da Dio e ognuno può fare legiferare ciò che gli sembra meglio, per cui si può fare la legge dell’aborto anche se l’aborto è uccisione di un innocente ed è contrario a un comandamento della legge naturale e divina oggettivo: non uccidere l’ innocente. Qualsiasi persona, anche se non è cattolica, sa che non è bene uccidere un innocente…
Ora vedete i tre grandi riformatori, dai quali la massoneria, che è nata ufficialmente (almeno quella che si conosce, che è uscita all’aperto) nel 1717 da questi filosofi (Cartesio è morto nel 1650; mi sembra Rousseau nel 1778 o ’87, non mi ricordo…).
Ebbene, il relativismo e il soggettivismo. “Dal punto di vista religioso bisogna vedere ciò che le grandi religioni o dottrine hanno in comune, non bisogna vedere le differenze dogmatiche”.
Oggi, per esempio, si parla molto di “dialogo” tra religioni monoteiste. Lo stesso Benedetto XVI ha detto: “in questioni religiose non si può dialogare”, perché il dialogo è una chiacchierata che non si prefigge di arrivare alla verità; bisogna dibattere, “dibattere” è quando uno sbatte violentemente una pianta per far cadere i frutti e raccoglierli; come dire: si dibatte per arrivare ad una verità.
Ora, il Cristianesimo crede nella Divinità di Cristo, nella SS. Trinità; il giudaismo non crede nella Trinità e dice che Gesù era un impostore; l’islam non crede nella Trinità, non ammette la divinità di Gesù Cristo, anche se Gesù Cristo era un “profeta”. Per cui tutte e tre queste religioni non possono essere vere se noi accettiamo il principio di identità e non contraddizione che già aveva formulato Aristotele: una stessa cosa non può essere nello stesso tempo grande e piccola. Questa penna è piccola, non può essere nello stesso tempo grande, come tutta questa stanza…
E purtroppo la filosofia pubblica della massoneria si fonda proprio sulla negazione del principio di non contraddizione, sul soggettivismo (“a me sembra che questa penna sia grande”): non conta l’oggetto, ciò che sta davanti a me e l’oggettività della cosa e della realtà, ma conta innanzitutto il soggetto che crea una realtà. E tutto quindi è relativo, perché a me [la penna] sembra piccola, a lei sembra grande, a un altro sembra media… quindi non c’è più verità! Così è se vi pare, diceva Pirandello…
La filosofia e la teologia cattolica invece è oggettivista e realista: l’uomo ha la capacità di conoscere la realtà, i sensi non m’ingannano. Invece per Cartesio, sì, i sensi ci ingannano… allora io questa bottiglia la vedo verde, ma la vedo verde perché i sensi m’ingannano.. magari questa bottiglia è bianca; io penso, vedo, che qui c’è dell’acqua, invece può darsi ci sia del vino… Allora vedete che se uno adotta queste filosofie, nega la realtà, l’oggettività delle cose (per me è acqua, per un altro è vino, per un altro è veleno…).
La filosofia cattolica, la teologia cattolica, invece, è dogmaticaDogmatico, vedete, oggi è una parola che è diventata tabù… “dogmatico” significa una persona retriva, che ha i paraocchi… Invece “dogma”, in greco, significa “certezza”, allora è certo che 2 + 2 = 4… questo è certo! È certo che il bianco è il bianco, che il nero è il nero, che il bianco non è nero; che il “sì” è il “sì”, il “no” è il “no”, il “sì” non è il “no”! Gesù stesso ce l’ha detto nel Vangelo: «Il vostro parlare sia: sì sì -(il sì è il sì)- no no. Quello che è di più viene dal maligno» (dal diavolo). Quindi se uno vuol far dire che il “sì” è uguale al “no”, che il male è uguale al bene (la conseguenza pratica), questo qui è ispirato dal maligno.
E allora ecco che la teologia cattolica si fonda su ciò che differenzia dogmaticamente una religione da un’altra. Quindi ci sono delle differenze dogmatiche enormi tra noi cattolici, i musulmani e gli israeliti, e naturalmente non possono essere tutte e tre vere: se Gesù è veramente Dio, se Dio è Uno nella natura e Trino nelle Persone, l’islam e il giudaismo religioso dopo la morte di Gesù Cristo non possono essere veri (io non parlo dell’Antico Testamento).
Allora ecco che il pluralismo, il relativismo, il soggettivismo, derivano dalla natura della massoneria. L’opinionismo: ognuno ha la propria opinione. Però se voi andate a scuola e il professore vi chiede quanto fa 2 + 2 e uno risponde “5”, il professore lo boccia; se l’allievo gli risponde: “ma ognuno ha la sua opinione”, il professore non lo accetta. Come: se io passo il semaforo rosso, non posso dire al vigile: “a me sembra verde”, perché il vigile dice: “no, è rosso e quindi io le faccio la contravvenzione”.
Quindi vedete come il buon senso, il senso comune è tutto fondato sull’oggettività della realtà, sul principio d’identità e non contraddizione: se è verde è verde e non può essere rosso; tu sei passato col rosso per cui ti ritiro la patente.
La  filosofia pubblica della massoneria ammette non un Dio personale e trascendente, che trascende l’uomo (l’uomo è finito, Dio, invece, lo sorpassa, Dio è infinito, Creatore dell’uomo, del Cielo e della terra), ma ammette un grande “Architetto” dell’universo. Vedete, l’Architetto non crea una casa dal nulla, ma presuppone una materia di cemento e dei mattoni, degli operai, un capomastro… i quali mettano assieme questa materia, diano una forma alla materia e formino una casa.
Ora vedete… loro dicono: sì, ma noi crediamo al grande architetto dell’universo. Benissimo, ma questo architetto dell’universo non è il nostro Dio, il Dio trascendente, al quale non solo ci si arriva con la Fede, ma ci si arriva con la ragione: Aristotele, Platone, hanno dimostrato, ancora prima di Cristo (300 anni prima di Cristo) che a partire dalle creature finite, limitate, si risale a una causa infinita e illimitata.
Se io vedo questo apparecchio, non posso dire che l’ apparecchio si è fatto da sé, ma debbo dire: “c’è stato un tecnico che ha messo assieme delle rotelle e ha formato un registratore”. Se il tecnico che mi ha dato questo apparecchio mi dice: “tu mi devi 100 euro” e io gli rispondo: “no, perché questo apparecchio viene o dal nulla o viene dal caso che ha messo assieme varie rotelle e ha formato un apparecchio”, ebbene, il venditore dell’apparecchio mi dà un pugno in testa e mi rimette a posto le rotelle del mio cervello che non girano tanto bene o che fanno finta di non girar bene, perché non c’è peggior cieco di chi non vuol vedere… se non mi fa comodo pagare i 100 euro, ecco che invento tutte le dottrine che mi fanno comodo. Quindi, come dice il Salmo, «non ha voluto capire per non agire bene», certe volte ci fa comodo negare il principio di non contraddizione, perché poi dalla negazione teorica arriva quella pratica: il bene e il male. Allora, se la suocera mi sta antipatica la morale mi dice: te la tieni e non la puoi ammazzare; se invece nego il principio di identità e non contraddizione, quindi praticamente la sinderesi (il bene è il bene, il male è il male), ecco che per me è bene uccidere la suocera e quindi va uccisa.
Quindi, voi vedete il disastro non solo dottrinale, ma anche morale ed etico che deriva da questa filosofia pubblica della massoneria, che poi è la filosofia della modernità, da Cartesio, Kant, Hegel, ecc… sino ad oggi.
[La massoneria] ammette un certo spiritualismo. Anche questa parola “spiritualismo”, vedete… l’uomo è composto di materia e di spirito, non è solo spirito. Ora c’è l’errore per eccesso, il marxismo: l’uomo è solo materia, materialismo; e questo non è vero, perché se io fossi solo materia non potrei parlare, al massimo riuscirei ad abbaiare come un cane e voi non riuscireste a capirmi. Il cane fa capire, abbaiando, se ha fame, se ha dolore… ma non riesce a fare una conferenza, non riesce a scrivere la Divina Commedia… L’uomo, invece, riesce a spiegare, a farsi capire, a scrivere… e quindi noi non siamo solo materia: è il buon senso che ce lo dice.
Lo spiritualismo dice: no, l’uomo è come un angelo. Cartesio diceva infatti che il corpo non fa parte dell’uomo; l’uomo è solo l’anima ed è come un cavaliere che sta su un cavallo: l’anima è il cavaliere, l’uomo; il cavallo è il corpo. Quindi scinde questa unione…. perchè io sono un’unione: l’anima che informa il corpo, quindi io sono –come diceva Aristotele- un’unione tra spirito e materia, tra anima e corpo.
Allora i massoni dicono: lavoriamo assieme, con i cattolici, senza discutere, specialmente negli ultimi tempi; come i comunisti sono stati i socialisti per il cristianesimo, così ci sono i massoni per il cattolicesimo. Vale a dire: basta agire assieme e nell’agire assieme si fa perdere al cattolico la propria identità, perché quando uno comincia a vivere male, ad agire male, comincia anche a pensare male… Se io comincio a collaborare con un comunista, con un massone, pian piano, giorno dopo giorno, finirò per perdere le mie certezze e per acquisire l’ideologia dell’altro.
È per quello che Pio XI quando condannò, nel 1937, il comunismo, nella Divini Redemptoris, disse: il comunismo è intrinsecamente perverso e non si può collaborare con esso per nessun motivo, perché il comunismo, essendo prassi, cerca di portare il cattolico a sé, non convincendolo della verità del comunismo, ma facendolo agire assieme a lui.
E aveva visto lontano, tanto è vero che Ernst Bloch, dopo Gramsci, il maestro di Franco Rodano, è stato l’inventore del catto-comunismo: allora bisogna non parlare di dottrina, bisogna spingere il cattolico ad agire assieme a noi per la giustizia sociale, per aiutare i poveri… e poi pian piano i cattolici perderanno la loro identità e diventeranno de facto –anche se penseranno di essere ancora cattolici- comunisti.
            La chiesa, invece… Gesù ce lo dice nel Vangelo: «Chi non è con me è contro di me»«chi crederà sarà salvato, chi non crederà sarà condannato», quindi vedete… chi non vuol credere alla sua Divinità, alla Trinità, è escluso dal Regno dei Cieli. Allora è massima mancanza di carità non dire la Verità a chi la viene a chiedere!
Una volta c’erano i missionari (qui c’è un Padre Francescano…), partivano, andavano in missione, si facevano uccidere in maniera crudelissima, per insegnare il Vangelo e la Verità a chi non l’aveva ancora ricevuta; come gli Apostoli: son morti tutti martiri, tranne San Giovanni, che è stato buttato in una caldaia di olio bollente e poi ne è uscito illeso per grazia di Dio.
            Allora ecco che un altro principio della massoneria è che la massoneria non esclude nessuno per principio. Vale a dire: tutti, anche se si contraddicono, possono essere massoni, purché uno non pretenda di dire: “ciò che io credo è la verità!”. Allora, costui è escluso dalla massoneria. Quindi, se la massoneria non è cattolica, se la massoneria è aperta a tutte le religioni, un massone può essere cattolico, a condizione di non dire che l’unica vera religione è il cattolicesimo. Questo è un punto fermo della massoneria. E la massoneria, che strombazza tanto il pluralismo, è intollerante nei confronti di chi aderisce alla verità (e com’è sotto l’Impero Romano: se uno bruciava l’incenso di fronte all’Imperatore, gli facevano far carriera, se uno invece si rifiutava, diceva: “no, questo no, è un uomo, io lo rispetto come uomo e come Imperatore e combatto per lui, ma non posso adorarlo come Dio perché è una creatura”, allora lo facevano sbranare dai leoni). La conclusione è che non si può essere assieme cattolici e massoni.
            Quali sono adesso i concetti segreti o iniziatici della massoneria? Voi sapete che il primo Papa che ha scritto un’Enciclica sulla massoneria è Clemente XII, In eminenti, nel 1738. Siamo arrivati sino a Pio XII: 600 documenti di condanna della massoneria in 220 anni. Leone XIII ha scritto la Humanum genus, il capolavoro, l’enciclica più bella sulla massoneria, e dice: «La massoneria è una setta segreta, vuol distruggere la società cristiana e la Chiesa, se fosse mai possibile». La società cristiana oramai l’ha distrutta, perché la società in cui viviamo non è più cristiana, e neanche atea, perché per essere ateo bisogna credere in qualche cosa, che Dio non esiste. La società di oggi è agnostica, non gliene importa di nulla, purché uno mangia, beva, dorma e si diverta, sta a posto… L’ateo aveva qualche principio, l’agnostico no (mi ricordo che stavo in Piemonte e c’era un sindaco che mi diceva sempre: “io sono agnostico” e io gli risposi: “anche il mio cane è agnostico, perché non ha mai detto che Dio non esiste, però non viene mai a Messa e non prega mai. Non è cattivo, però è agnostico. Allora lei e il mio cane avete la stessa religione”).
Allora Leone XIII dice: “bisogna smascherare la massoneria, far capire che cos’è la massoneria. Essa è satanica”. Qui bisogna però fare attenzione: gli aderenti alla massoneria sono coloro che hanno dato il nome, ma non conoscono la dottrina segreta della massoneria: costoro possono essere in buona fede. Per esempio una persona molto cattolica, per ingenuità o per far carriera, dà il nome alla massoneria, è reclutata prima dai Lyons, dai Rotary… poi pian piano lo fanno entrare in massoneria, lì gli promettono una carriera. Lui dà il nome alla massoneria, ma non è fatto per mentalità ad essere un iniziato, ad entrare nel segreto della massoneria. Costui può essere in buona fede… Invece gli iniziati, coloro che conoscono la dottrina segreta della massoneria, costoro davvero stanno in stato di peccato mortale, c’è la scomunica ipso facto e vedremo qual è poi la dottrina segreta della massoneria.
I Papi condannano la massoneria e denunciano le infiltrazioni massoniche nella Chiesa. Voi conoscete la leggenda di Pio IX: all’inizio Pio IX, essendo molto buono di carattere, fece delle riforme che concedevano delle libertà, delle amnistie, però quando capì che la rivoluzione voleva la distruzione della Chiesa e più lui concedeva più loro si incattivivano contro la Chiesa, Pio IX fu irremovibile. La massoneria per vendicarsi lo calunniò e quindi c’è la leggenda di Pio IX massone. Oggi se ne sentono tante…: “Giovanni XXIII era massone”. Provalo! Come fai a dire una cosa del genere? Quindi bisogna fare molta attenzione a questo…
Allora, Clemente XII, 1738, sino a Pio XII, 220 anni, 600 documenti.
Pio IX nel 1849 dice: «Degli ecclesiastici son passati col nemico della Chiesa», si riferiva alla massoneria; nel 1876 sempre Pio IX: «In Brasile agenti della massoneria si sono infiltrati nelle confraternite cattoliche»; nel 1892 Leone XIII, nella Inimica vis, l’Enciclica che riguarda la massoneria in Italia, dice: «I massoni cercano di sedurre il clero per farne dei rivoluzionari»; San Pio X, nel 1904, dice dei modernisti e dei massoni: «Sono lupi sotto apparenze di agnelli; il prete deve svelare le loro trame e i loro complotti, e sono perfidi»; nel 1907 la condanna del modernismo«i nemici modernisti -(e all’origine del modernismo c’è l’occultismo, c’è la massoneria)- sono arrivati sin dentro il  cuore della Chiesa e un gran numero di preti tramano la rovina della Chiesa»; nel 1914, poco prima di morire disse: «Oh quanti marinai -(sarebbero i fedeli)-, quanti piloti -(preti)-, quanti capitani -(Vescovi)- hanno fatto naufragio!» (già in quei tempi!).
Quindi non dobbiamo meravigliarci se purtroppo poi c’è stato un certo sbandamento a partire dalla morte di Pio XII, sbandamento dal quale pian piano stiamo uscendo fuori. Poi noi sappiamo: le porte dell’inferno non prevarranno, per cui la chiesa trionferà, anche se per un certo periodo di tempo… come quando Gesù in quei tre giorni della Passione sembrava essere soltanto un uomo, e più un verme che un uomo, però alla fine Gesù è risorto!
Pio XI nel ’37: «Il comunismo e la massoneria cercano d’infiltrarsi nelle assemblee cattoliche». Purtroppo con la morte di Pio XII, il carattere ottimista (eccessivamente ottimista!), ingenuo, di Giovanni XXIII, cominciò il cosiddettoaggiornamento: è naturale che uno cerchi di “aggiornare” una casa, ma non può pensare di rompere i pilastri portanti, altrimenti la casa crolla… va aggiornato magari il tessuto, ma non la sostanza delle cose.
Lui spinse al dialogo pensando che col dialogo si potessero portare i comunisti nella Chiesa, i massoni nella Chiesa, i protestanti… Purtroppo invece questo dialogo si è rivelato -come diceva Del Noce- “un ponte a senso unico”, dove noi dialoghiamo con i comunisti, ma non sono i comunisti che vengono da noi, siamo noi che passiamo al comunismo.
I fatti. Nel 1966 la Conferenza Episcopale Scandinava dice e scrive: “Le due appartenenze alla massoneria e alla Chiesa Cattolica sono compatibili”. Vedete, è una dottrina diametralmente opposta a quella della Chiesa, dottrina espressa in 600 documenti per 220 anni, continuativamente.
Nel 1974 la lettera del Cardinale Seper (che era il Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede prima del Cardinal Ratzinger) al Cardinale Kroll degli Stati Uniti d’America: “I laici –scrive Seper- possono iscriversi alla massoneria -(mentre prima, e ancora nel ’74, c’era la scomunica; nell’83 l’hanno tolta, ma Ratzinger –poi lo vedremo- ha detto: “ma stanno in stato di peccato mortale”)-, i chierici no”. Quindi implicitamente la scomunica del Codice del 1917 non veniva più applicata.
Nel 1976 la Conferenza Episcopale di Santo Domingo scrive: “Non c’è incompatibilità tra essere cattolico e essere massone, non c’è incompatibilità tra essere cattolico e comunista”… ora, vedete, il comunismo è materialismo; il cattolico crede nell’anima, nell’al di là, nel Paradiso… come può esserci conciliazione tra la dottrina cattolica e il materialismo? È impossibile!
            E infine, nel ’75, il Cardinal Brando Hilela, messicano, celebrò una messa in una Loggia massonica.
Nell’83 esce il nuovo Codice di Diritto Canonico e non si trova più la scomunica alla massoneria, però il Cardinal Ratzinger, che allora era il Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, fece mettere una specie di nota previa, che apparve sull’Osservatore Romano, nella quale stava scritto: “I fedeli che appartengono alla massoneria sono in stato di peccato mortale”. Quindi non ribadisce la scomunica, ma dice: c’è inconciliabilità ed è peccato mortale dare il nome alla massoneria. Al che i massoni si risentirono e dissero: “ma come mai qui si fa un passo indietro?” e la Conferenza Episcopale Tedesca disse: “Dateci i vostri libri e le vostre Costituzioni. Noi le studiamo e vediamo se c’è conciliabilità tra Chiesa e massoneria”. Furono offerte le Costituzioni della massoneria, la Conferenza Episcopale per parecchi anni le studiò, [studiò] sia la massoneria inglese, che è quella più conservatrice non anticlericale, sia quella latina, la quale invece è anti-clericale (quella italiana e quella francese), e la risposta della Conferenza Episcopale Tedesca fu: entrambe [sono inconciliabili], sia quella latina, sia quella anglosassone… Per esempio oggi c’è Introvigne per questa categoria di teo-conservatori, neo-conservatori i quali dicono: “mah, sì la massoneria latina, francese e italiana è cattiva, quella inglese e americana no”, invece la risposta di Ratzinger e della Conferenza Episcopale è entrambe sono inconciliabili (certo una è più aggressiva, una meno), perché sono relativiste, soggettiviste, e questo è incompatibile col cattolicesimo.
Allora, cosa fare? La politica dello struzzo, mettere la testa sotto la sabbia, non è bello, quello che è successo dal ’58 sino ad oggi è un fatto, non è bello, però non si può dire tutto va bene, facciamo finta di nulla; lo scoraggiamento: tutto è finito, la chiesa è finita… Assolutamente no! La Chiesa durerà sino alla fine del mondo, anche se ha attraversato, come è successo sempre, periodi bui, (i tre giorni della morte di Gesù, le prime persecuzioni, che sono durate 300 anni, la crisi ariana, ecc… ecc… Papa Borgia…) insomma… ci sono stati episodi poco belli, ma la chiesa ancora sta qui, e quando Napoleone voleva distruggere la Chiesa e portò prigioniero il Papa in Francia, il Cardinal Fonzalli gli disse: Maestà, lasci perdere! Non è cosa da lei distruggere la Chiesa, lei è un genio, però non ci siamo riusciti noi preti che ci bazzichiamo da mille o duemila anni attorno alla Chiesa, e non ci può riuscire lei!
Se la Chiesa fosse qualche cosa di umano… vedete, voi lasciate la Fiat in mano a Lapo Elkan: nel giro di 10 o 20 anni la Fiat va fallita, anche meno… Ora, se gliela lasciate in mano per 1800 anni…beh, insomma… proprio!... Quindi la Chiesa… questa è una delle prove.. Dicono, guardate i preti come si comportano male! ma questa è una delle prove della divinità della Chiesa, perché una società lasciata in mano a delle persone certe volte poco esperte, poco oneste (ci sono anche dei Santi…Padre Pio, dei grandi Santi… ma ci sono anche dei grandi delinquenti, quelli che hanno perseguitato Padre Pio… la chiesa è fatta di santi e di peccatori)… e allora ecco che non bisogna scoraggiarsi! Questa crisi passerà e già si comincia a intravedere, pian piano, qualche spiraglio.
Ci vuole realismo e speranza. Realismo: i fatti purtroppo sono innegabili… ci sono infiltrazioni, Paolo VI ha parlato di auto-demolizione della Chiesa, di fumo di Satana che è penetrato nel Tempio Santo (l’ha detto il Papa!), però c’è la speranza… Perché? «Non abbiate paura: io ho vinto il mondo!», ci ha detto Gesù e «le porte dell’inferno non prevarranno!».
La dottrina esoterica della massoneria (esoterismo è ciò che è nascosto, è segreto) è questa qui: la gnosi. Vale a dire: tramite una conoscenza delle tecniche puramente umane l’uomo si fa Dio. È il luciferismo! Lucifero disse il non serviam, era il più bello degli angeli… divenne un diavolo; poi disse ad Eva e Adamo: “sarete come dèi se mangerete questo frutto proibito”; e la sciocchezza dell’uomo: per diventare come Dio, fu cacciato dal Paradiso terrestre.
Quindi ecco che la massoneria, né più né meno, riprende il grido di Lucifero e vorrebbe farsi dio con le proprie forze, senza la grazia divina… perché Gesù ci dà la grazia, la quale ci rende partecipi della sua natura divina (sempre in maniera limitata e finita: noi restiamo uomini, Lui è Dio; però abbiamo in noi la presenza –se viviamo in grazia di Dio- del Padre, del Figlio, dello Spirito Santo).
Quindi ecco che la dottrina segreta della massoneria è nemica del Cristianesimo, di Dio. È pericolosa perché c’è un orgoglio luciferino e sproporzionato: quando l’uomo pretende (è anche stupido!) di farsi dio, vuole infiltrarsi nel cattolicesimo per renderlo esoterico (ci sono stati dei grandi esoterici: René Guenon, Fogazzaro, il capo dei modernisti, che ha scritto il libro Il Santo: lì parla chiaramente di spiritismo… Lui si rifaceva alla Blavatsky, la fondatrice della Società Teosofica, perché voleva un cristianesimo esoterico, gnostico).
Qualcheduno dice (Schuon, per esempio, Schuré…) che Gesù era un iniziato, non era Dio, ma anche lui era uno gnostico, una specie di mago, un santone come il mago Otelma (a proposito… a Lecco c’era un mago che imbrogliava tanta gente; e una volta imbrogliò una signora e il marito si stufò che questo spillasse tutti i soldi alla moglie; entra alla casa del mago e gli dà uno schiaffone forte forte, e poi gli dice: “Tu l’avevi previsto?”. “No!”. “E allora non ti pago perché vuol dire che sei un cattivo mago!” É vera eh! Ha fatto il giro di Lecco e ha dovuto cambiare città! “Se tu fossi stato un buon mago non mi avresti aperto, perché avresti capito che io ero venuto qui per darti lo schiaffo”).
Allora ecco che la Chiesa di Roma –secondo costoro- avrebbe sepolto la vera dottrina esoterica (nascosta) di Gesù (la cosiddetta dottrina “giovannea”), avrebbe rimpiazzato questa dottrina giovannea, esoterica, con quella petrina di San Pietro, con la Chiesa ufficiale, gerarchica (che sarebbe cattiva), e quindi bisogna tornare all’origine, distruggere la Chiesa gerarchica, il primato del Papa, ritornare a un certo carismatismo (dove ognuno dice la sua…e naturalmente dice un sacco di sciocchezze), e ecco dove vorrebbe portare la dottrina segreta della massoneria.
Però ricordiamoci che la Madonna ipsa conteret caput tuum: quando il serpente fece peccare Adamo ed Eva, Dio maledisse il serpente e disse: una donna (la Madonna) schiaccerà il tuo capo; essendo Madre del vero Dio darà il Redentore, il quale, con la sua morte in Croce, ridarà la grazia e la salvezza agli uomini.
Adesso vediamo un po’ la conoscenza elementare della massoneria, l’abc.
Come conoscere la massoneria? È una società segreta, ma la maggior parte dei massoni sono soltanto aderenti: è gente in buona fede, che è entrata nella massoneria un po’ per curiosità.
Ci fu un film di Alberto Sordi, molto bello, Un borghese piccolo piccolo; gli danno il bicchiere di sangue da bere; allora lui ha paura, comincia a tremare, perché è sangue. Invece: “No, no! questo è Amaro Lucano, stai tranquillo…bevi!”, allora beve un bel bicchiere di Amaro Lucano: non era sangue! Però le retro logge fanno anche riti umani, sacrificali, messe nere, sataniche, ecc…
Il satanismo va molto, molto di moda… Quella suora che fu uccisa a Chiavenna: volevano uccidere il parroco, ma siccome il parroco era ben piazzato (ringraziando Dio!), e allora queste due ragazze ebbero paura del parroco… “io non corro rischi” (ringraziando Dio!), e uccisero la suora, che Dio penso che già l’abbia accolta in Cielo, perché è morta come una martire.
            Solo gl’iniziati conoscono i veri segreti, questo luciferismo, questo gnosticismo della massoneria.
La massoneria, inoltre, nasconde il suo vero fine (all’inizio, quando chiama qualcheduno, gli dice: la massoneria è una società filantropica, che vuole far del bene all’umanità, compra le ambulanze, ha in comune i poveri, ecc. ecc…) e impiega dei simboli che parlano chiaro solo all’iniziato, per cui, colui che è entrato nella massoneria, si vede subito se ha la capacità di penetrare il simbolo e di diventare un esoterico e un luciferino o se è fatto per essere un semplice aderente (va alle cene del Rotary, parla, magari fa carriera, conosce delle persone importanti, ma nulla di più…).
Definizione della massoneria. È una società segreta (anche questo “segreto”, vedete… naturalmente i figli del male odiano la luce… quando uno vuol nascondersi significa che ha qualche cosa da nascondere… “male non fare, paura non avere!” Se uno invece cerca di nascondere qualche cosa significa che non ha la coscienza pulita).
È razionalista: la ragione può tutto, la Fede non serve a nulla.
È naturalista: non abbiamo bisogno della grazia… la natura umana è perfetta, non c’è il peccato originale.
Ed è filantropica: bisogna fare il bene dell’uomo, non in quanto creatura di Dio, per carità verso Dio, ma in quanto l’uomo ha una dignità infinita, in quanto l’uomo può diventare Dio.
Le origini della massoneria. È una fusione delle antiche corporazioni medioevali (e ancor prima che medioevali), di costruttori, che poi, simbolicamente, vorrebbero ricostruire il terzo tempio, perché il secondo fu distrutto da Tito; e Gesù l’aveva predetto che “non resterà di te pietra su pietra”… Per cui l’ideale di coloro che odiano Gesù Cristo è ricostruire questo terzo tempio per smentire la profezia di Gesù; e oggi purtroppo nel governo israeliano c’è un partito di estrema destra che vuole far saltare in aria la moschea, per costruire sulla spianata dove c’era il secondo tempio… per ricostruire un terzo tempio. Questo è uno dei fini della massoneria e degli iniziati della massoneria.
Hanno unito a questa corporazione la gnosi, l’esoterismo, il luciferismo, la magia, la teologia e la cabala. La cabala sarebbe la magia del talmudismo, del rabbinismo, dei farisei, del giudaismo che si è schierato contro Cristo, non dell’Antico Testamento mosaico, ma di quella parte che ha rotto con Gesù e che ha rotto quindi con Mosè e con Abramo (perché Gesù lo dice nel Vangelo di Giovanni: voi non siete figli di Abramo, perché Abramo voleva vedere il mio giorno, lo vide e ne tripudiò. Abramo è mio padre spirituale e vostro padre carnale, ma spiritualmente voi siete figli del diavolo perché volete uccidermi e il diavolo è omicida sin dall’inizio). E allora ecco che rispunta questo “sarete come déi”, rispunta questo esoterismo.
La doppiezza della massoneria. C’è una duplice ideologia, una pubblica: pluralismo, relativismo, soggettivismo, liberalismo, libertinismo… (infatti Pannella, il fondatore del Partito Radicale, viene dal Partito Liberale, ed è una estremizzazione del Partito Liberale… Mentre il partito liberale pone i princìpi, Pannella dice: “tiriamone tutte le conseguenze, anche morali”, e quindi libera droga, e quindi eutanasia, aborto, divorzio, unioni omosessuali, tutto…).
Poi c’è la parte quindi esoterica, privata, e c’è un duplice fine, uno pubblico: è la propaganda filantropica del liberalismo (bisogna dare a tutti una certa cultura, una certa libertà, una certa dignità… il che non è male); ma c’è quella esoterica: bisogna sostituire il cristianesimo gnostico al cattolicesimo romano. E se uno legge il romanzo Il santodi Fogazzaro, che fu messo all’Indice da San Pio X nel 1907, dopo la Pascendi… in questo romanzo, che è l’emblema del modernismo, Fogazzaro si rifà proprio a queste teorie di un cristianesimo giovanneo: c’è questo santone, Benedetto, di Subiaco, che va a parlare col Papa e lo convince che la Chiesa monarchica è sbagliata, per cui deve distruggere la Chiesa come la conosciamo noi, fondata sul primato di Pietro, e fare una chiesa giovannea in cui tutti i laici sono ripieni di Spirito Santo e dirigono la Chiesa.
C’è il problema della massoneria e dell’Inghilterra. In Inghilterra la massoneria nel 1717 (il 24 Giugno… infatti pure questo inganna: hanno preso San Giovanni Battista come il loro protettore, questo per ingannare…Uno dice: ma come fanno a essere cattivi se il loro protettore è San Giovanni Battista, il precursore di Gesù?)… in Gran Bretagna la massoneria ha due obbedienze, che sono nate però dallo stesso ceppo, sono due rami di uno stesso albero.
Una si sviluppa in mezzo alla borghesia alta e all’aristocrazia, l’altra è più modesta e democratica. Però queste due obbedienze ben presto si riunificato per paura della Rivoluzione Francese… In effetti, di fronte al ghigliottinamento degli aristocratici, degli alti borghesi, gl’inglesi hanno detto: qui facciamo la stessa fine, allora facciamo una triplice alleanza tra la dinastia reale (e noi sappiamo che il Re è il capo della chiesa anglicana e anche, certe volte, il capo della massoneria), la chiesa anglicana e la massoneria inglese. Quindi formano un’unica cosa.
            Negli Stati Uniti d’America la maggior parte dei padri fondatori della Repubblica americana e 16 Presidenti della Repubblica, da Washington a Clinton erano massoni (tranne Reagan. Reagan non ha mai appartenuto alla massoneria) e mantengono la politica dell’America sotto il dominio della massoneria, e se qualche presidente cerca, per esempio, di sottrarre le banche, la finanza, al dominio dei finanzieri che sono massoni, fa la fine di Lincoln o di Kennedy.
Le due componenti dell’ideologia massonica. Lo spirito massonico è uno, la massoneria è una, però vi sono diversi rami di massoneria (come il cattolicesimo è uno, ma ci sono i francescani, i gesuiti, i domenicani… che hanno delle spiritualità diverse, che hanno delle teologie anche… che hanno delle sfumature abbastanza marcate).
Ora, le massonerie del mondo. C’è quella del mondo latino e del mondo sud-americano, che è rivoluzionaria, che è anti-cattolica, anti-religiosa, di sinistra, rivoluzionaria… Quella anglo-americana, invece, che è conservatrice, di destra, filo-religiosa…
E ci sono due componenti della massoneria: l’ideologia relativista (che è razionalista) e l’occultismo.
            Gli obiettivi visibili della massoneria: bisogna scattolicizzare il mondo a favore del protestantesimo; polverizzazione: l’abbiamo visto nell’America latina dove sono penetrati i missionari protestanti; in Europa dopo la seconda guerra mondiale (hanno polverizzato i veri cattolici… oggi come oggi non ci sono più!… ci hanno americanizzati, nel senso deteriore della parola, hanno portato quei costumi… l’aborto, il divorzio, la poligamia, l’eutanasia… tutte cose che da noi non esistevano 30 anni fa e purtroppo oggi sono la normalità!).
            Invece nei Paesi protestanti la massoneria è conservatrice, di destra, nazionalista, imperialista… ha buone relazioni con la chiesa protestante, sostiene il trono; e invece nei Paesi cattolici è di sinistra, fa la rivoluzione, è antireligiosa, e soprattutto anti-romana, anti-papista… vuole la distruzione dell’ordine naturale, e quindi tutte le propagande per il divorzio, per l’aborto, per la droga, per le famiglie omosessuali sono finanziate e volute dalla alta massoneria.
            Come lottare contro la massoneria? «Certi diavoli –dice Gesù- si cacciano solo con la penitenza e con la preghiera». Primo: il rimedio è spirituale; secondo: conoscenza della massoneria.
Leone XIII, Humanum genus«occorre togliere la maschera filantropica alla massoneria». La massoneria non è qualcosa che compra soltanto le autoambulanze, ma in più (questo è uno specchietto per le allodole), vuol distruggere il cristianesimo e vuol distruggere l’ordine. Oggi è una società che vive in un completo disordine, e se uno magari schiaccia un gatto gli danno…non so… una multa terribile!… L’animalista impera, mentre si può fare l’aborto tranquillissimamente; la pena di morte, che è lecita anche secondo il nuovo Catechismo della Chiesa Cattolica, in casi eccezionali… non uccidere l’innocente, è il V comandamento. Oggi l’aborto si può fare, si uccide l’innocente, è legale, è finanziato dallo Stato, ma guai a parlare di pena di morte contro uno che è certamente criminale e che ha fatto un crimine. «Chi ha sparso il sangue –dice la Bibbia- il suo sangue sia sparso».
            Contrattacco intelligente, sul piano familiare e personale… Perché la massoneria ha distrutto la famiglia, ha messo il figlio contro i genitori, la moglie contro il marito, e quindi le famiglie, purtroppo… Perché tanta droga, perché tanta disobbedienza, perché tanti tradimenti, perché tanti divorzi? Perché c’è stata tutta una politica che ha preparato tutto ciò; anche perché se una persona oggi lavora, solo il capofamiglia, con lo stipendio che gli porta a casa non riesce a mantenere la famiglia…vive in una casetta che ha un soffitto di due metri e venti, il figlio va a scuola e gli insegnano le peggiori aberrazioni, ritorna a casa e alla televisione e al telefonino, vede le peggiori aberrazioni…  Quindi vedete che la famiglia è stata… e la società.. distrutta completamente.
            Allora bisogna educare lo spirito, i costumi e la morale e liberarli dal relativismo e dal soggettivismo e dal libertinaggio. Non è la droga che rende libero l’uomo… la droga lo rovina! E purtroppo la maggior parte dei giovani, già a 11 anni, cominciano a fumare gli spinelli e al liceo cominciano con la cocaina… Parlavo con un ragazzo il quale mi diceva: “ma guardi, la maggior parte dei miei amici hanno tutti la bustina di cocaina in tasca”; di giorno lavorano e la sera, quando escono, sniffano in maniera moderata, poi però pian piano, pian piano aumentano sempre di più la dose fino ad arrivare…
            Chi ama la verità detesta l’errore. Se uno non detesta l’errore significa che non ama la Verità. Quindi bisogna rigettare il soggettivismo, avere l’orrore del falso, rifiutare questi costumi neo-pagani reintrodotti e scoppiati nel 1968, e avere una reazione sociale e politica, perché l’uomo è un animale socievole, non può vivere da solo, deve vivere in una società, che è la famiglia; poi più famiglie si uniscono e formano una polis, una società, uno Stato. Si uniscono con doveri e diritti (non solo diritti…oggi tutti hanno dei diritti, nessuno ha dei doveri), in vista del bene comune, sotto un’autorità alla quale bisogna obbedire.