venerdì 14 dicembre 2012

Templari SI Templari NO: Ma, torniamo a noi ...



Così come avviene di tutte le cose ricercate o ambite, sia materiali che morali, allorché coloro che aspirano di venirne in possesso, comprendono di non poterle conseguire per via diretta,  ripiegano sui loro surrogati e, nello stesso modo, coloro che per mancanza di requisiti non sono in grado di poter ottenere un determinato Ordine cavalleresco, ricercano  la decorazione di un altro Ordine dal titolo quasi omofono, o dal colore del nastro o dalla forma dell'insegna, quasi identico al vero.

Sorgono così, per il soddisfacimento della vanità umana, le riesumazioni di antichi Ordini estinti o con nomi similari, o la invenzione cervellotica di rami di Ordini inesistenti o estinti, o la trasformazione in pseudo-Ordini cavallereschi di insegne di benemerenza.

La creazione di questi surrogati non è un prodotto soltanto straniero ma anche italiano.

In Italia si moltiplicano a vista d'occhio sedicenti ordini templari che si rifanno alla tradizione interrotta nel 1307 con la crudele persecuzione attuata da Filippo il Bello contro i cavalieri del Tempio. Ne spuntano in ogni città, molti specialmente in questo ultimo decennio e ogni gruppo sostiene di essere l'unico autentico. Ovviamente sono quasi tutti in lotta tra di loro e si scomunicano a vicenda. Basta navigare qualche ora nel Web per rendersene conto e visitare un mare di siti Internet con lo stesso stemma cavalleresco, le stesse croci rosse e lo stesso motto «Non nobis Domine» («Non a noi, Signore, ma al tuo nome dà gloria»).
Si sprecano gran maestri e cerimonie d'investitura, si rincorrono per tutta la Penisola frati e vescovi disposti a celebrare una Messa per i cavalieri e a farsi immortalare al loro fianco, si invoca l'autorità del Papa.

Tutti si definiscono cattolici, qualcuno «ecumenico», qualcun altro ammette che tra i suoi affiliati vi sono «fratelli massoni», qualcuno assicura di possedere addirittura l'autentico Santo Graal, la coppa usata da Gesù per l'ultima cena. C'è chi esibisce documenti «antichissimi», chi si fregia di lettere della Presidenza della Repubblica italiana, chi è orgoglioso di poter mostrare un riconoscimento dell'ONU.

Tutto questo fa nascere sì, tanta curiosità tra i fedeli ma ingenera  anche tanta confusione al punto che il 19 maggio del 2005 dovette intervenire Mons. Mauro Parmeggiani, che per incarico del Cardinale Vicario Camillo Ruini e con nota n. 581, invitava i parroci, i rettori di chiese e cappelle pubbliche o anche di istituti religiosi della diocesi di Roma a non ospitare le cerimonie dei cosiddetti gruppi “neotemplari”, dichiarando esplicitamente che la Chiesa riconosce solo il Sovrano militare ordine di Malta e l'Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme.

 Invito non sempre rispettato per cui fu necessario  ribadire, a firma diMons. Luigi Moretti  Vicereggente del Vicariato di Roma. il 19 maggio 2009 con nota n. 755,  l'astensione
"da qualsiasi atto di investitura o altre consimili Cerimonie capitolari atte ad assicurare i favori divini sui partecipanti".



 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 Cliccare sui documenti per ingrandire

Seguirà articolo a firma del prof. Adolfo Morganti, docente di pedagogia presso l'ISR della Diocesi di Rimini e presidente del GRIS della stessa diocesi.





Fonte GRIS - ARCIDIOCESI DI CAMPOBASSO-BOJANO


Tratto da:
Il Quotidiano - Martedì 16 nov. 2010 p. 14

Da:
Primo Piano Molise  - Giovedì 20 gennaio 2011, p. 13

La più grave violazione della sovranità nazionale


La più grave violazione della sovranità nazionale

Unione Bancaria Europea

 di Valerio Valentini
Urla di giubilo si sono levate al lieto annuncio: l’Unione Bancaria Europea è finalmente cosa fatta. Dopo 17 ore di parto, lo strumento – l’ultimo di una lunga serie – miracoloso che contribuirà a scacciare la crisi è stato partorito a Bruxelles. “Si tratta di un passo fondamentale per bloccare la spirale dei debiti”, ha annunciato entusiasta Van Rompuy, seguito a ruota dalla Merkel, secondo la quale si tratta di “un accordo dal valore inestimabile”.
In realtà quello che è stato approvato dall’Ecofin è soltanto il primo, e più basilare, passo verso una reale unione bancaria. E a frenare gli entusiasmi non siamo solo noi, populisti e nazionalisti, ma addirittura Wolfgang Schauble, il ministro dell’economia tedesco. Il quale, evidentemente senza prima avvisare il capo del suo stesso governo, ha affermato al termine delle riunioni: “Ancora una volta abbiamo creato intorno a noi aspettative che non potremo soddisfare, e questo è pericolosissimo”.
L’accordo siglato prevede soltanto, infatti, che a partire dal marzo 2014 la BCE possa esercitare un’azione di controllo nei confronti di tutti gli istituti bancari considerati “rilevanti” per l’economia dell’UE, cioè quelli con asset del valore di almeno 30 miliardi di euro o pari al 20% del Pil del proprio Paese. Ma, innanzitutto. non si capisce in base a quale logica le piccole banche di credito siano state esentate da qualunque controllo esercitato dalla BCE. O forse lo si capisce bene, se si pensa che la Germania è il Paese europeo col maggior numero di istituti di credito che rispondono a quelle caratteristiche. In realtà la Merkel ha strappato anche un’altra concessione: nel testo approvato dall’Ecofin non è infatti indicata alcuna scadenza che obblighi la BCE a controllare direttamente le banche più grandi: perché quest’ansia di posticipare il controllo? Se c’è davvero urgenza di applicare un provvedimento per arginare la crisi, come mai non è stato inserito nessun termineentro il quale aprire archivi e forzieri delle banche alle ispezioni dell’Eurotower? Il commissario europeo Michel Barnier, uno dei principali sostenitori dell’accordo raggiunto, s’è lamentato proprio del fatto che, con queste regole, ci sarà tempo e modo, per i grandi istituti bancari, di effettuare una nuova ricapitalizzazione prima che la BCE possa entrare in azione per eseguire i controlli.
E dire che uno dei più importanti editorialisti del Financial Times, Wolfgang Munchau, già alla fine di ottobre osservava che il non stabilire nessun termine avrebbe finito col rendere l’Unione Bancaria del tutto inutile ai fini della risoluzione della crisi. “Ammesso che l’istituzione dell’unione bancaria, fiscale ed economica, se realizzata in maniera adeguata, possa creare un’organizzazione istituzionale minimamente sufficiente per un’unione monetaria sostenibile, c’è comunque un grosso problema: l’unione monetaria potrebbe esplodere molto prima che il nuovo meccanismo di controllo entri in vigore”. E si riferiva alla seconda metà del 2013, ritenendola comunque una data troppo lontana! Invece, tutto è rinviato al marzo 2014. “L’unione bancaria – diceva esplicitamente Munchau – così come è stata ideata, non ci sarà di alcun aiuto per la crisi attuale”.
Ancora una volta, dunque, la necessità di agire in fretta per evitare la catastrofe viene strumentalizzata per modificare l’assetto istituzionale dell’Unione Europea e dei suoi principali organismi. Infatti, come lo stesso Munchau metteva in luce, ci sono “importanti aspetti del progetto” dell’Unione Bancaria che “richiederanno delle modifiche ai trattati europei vigenti”. Prima si fanno i progetti, insomma, e poi si cambiano le regole preesistenti per permettere a quei progetti di poter essere approvati.
Ma quale sarebbe lo scopo dell’Unione Bancaria, allora, visto che sarà inutile per la risoluzione della crisi? Difficile dirlo, ma Munchau ha proposto un’analisi che ai lettori del blog non suonerà poi così originale.
“ Col passare del tempo l’unione monetaria usurperà l’Unione Europea. Essa avrà la sua propria unione bancaria, il suo proprio budget, la sua propria unione politica e, in ultimo, il suo proprio mercato unico: cioèqualcosa che non è legalmente possibile, ad oggi. L’unione bancaria e i suoi organismi di contorno costituiscono il più grande atto di integrazione politica in Europa dai tempi della creazione della Comunità Economica Europea, 55 anni fa. Io sono convinto che queste istituzioni saranno qualcosa di ancor più importante dell’euro stesso, poiché rappresentano una significativa violazione della sovranità nazionale a vari livelli ”.
Con la scusa della crisi, tanto per cambiare, si derubano progressivamente i Paesi europei di un po’ della loro indipendenza e del loro diritto di autodeterminazione, soprattutto in senso democratico. E’ mai possibile che nessuno, di fronte a una prospettiva di cambiamento così fondamentale per gli assetti futuri di un intero continente, abbia ritenuto opportuno quantomeno chiedere il parere dei cittadini? Possibile che essere europeisti debba declinarsi solo in una delega in bianco a un’oligarchia di bancofili ebbri di capitalismo sfrenato e di finanza?

Non c'era nessun baratro: Il Golpe - Economico


Non c'era nessun baratro

 Non c'era nessun baratro

 La differenza di 2 punti percentuali sugli interessi da pagare sulle nuove emissioni di debito, che per l'anno in corso sarebbe stata di 3/400 miliardi, ci sarebbe costata 5 miliardi in più, oltre agli 80 annuali. Questo era il costo dello spread che fece gridare la stampa italiana al "Fate presto!" e legittimò la destituzione di un governo e l'avvento di quello dei banchieri. Per chi dice che 5 miliardi sono tanti, ricordo che il MES (Il fondo salva-stati di cui non avevamo alcun bisogno e che ha arricchito esclusivamente la Germania) ci è costato già 15 miliardi di anticipo e ci ha indebitati di almeno 125, e che il Fiscal Compact ci costerà 50 miliardi all'anno. E potremmo continuare, con i costi della politica di depressione economica del Governo Monti,  che sono incalcolabili.


 Berlusconi queste cose le dice adesso perché è entrato in campagna elettorale, ma questo non toglie che siano cose vere. Ma allora, se il baratro non c'era, perché ci hanno inflitto tutte queste sevizie finanziarie, questo regime di austerità, di ipertassazione e di rigore? E perché i media hanno accompagnato quello che ora è sempre più chiaro essersi trattato di un Golpe economico-finanziario, come lo chiamai quando andai a Matrix, mentre gli italiani se la facevano sotto e idolatravano il faraone Monti, che li avrebbe tirati fuori dalle sabbie mobili?

 Berlusconi dovrebbe rispondere anche a questo. Si dimise perché non aveva una maggioranza, ma avrebbe dovuto denunciare subito quello che era accaduto, e soprattutto non avallare con l'appoggio parlamentare quello che, forse, si sarebbe potuto evitare.

 Ecco che allora acquisicono un peso e un senso ancora maggiori le parole del senatore Garavaglia, pubblicate da questo blog qualche mese fa. Il ricatto fu a monte: la troika entrò in Parlamento e costrinse i parlamentari ad appoggiare la creazione di un nuovo Governo. Se non avessero accettato, non si sarebbe più trattato di un semplice aumento di spread, che come abbiamo visto non era determinante, ma dell'affossamento dell'intero servizio del debito. Avrebbero cioè smesso di comprare i titoli di Stato e lo Stato non avrebbe più potuto finanziarsi, essendo legato a una moneta che non controlla.

 La domanda allora diventa: chi ha un potere così grande da boicottare il collocamento delle nuove emissioni di titoli di Stato, giacché in teoria dovrebbero essere disponibili al libero mercato? La risposta, per una volta, è semplice. Lo Stato non vende a privati, ma ha una lista di specialisti autorizzati: super-banche in grado di collocare miliardi e miliardi di titoli al settore privato e ai circuiti finanziari. Chi sono questi specialisti? Anche a questo possiamo rispondere: ve li avevo mostrati il 20 aprile 2012. Indovinate un po' chi campeggia in cima all'elenco? Barclays, Banca Imi, Unicredit, JP Morgan e Deutsche Bank. Sì, proprio quegli istituti che uno studio scientifico colloca tra le 50 super-banche che controllano tutto, ogni cosa. Ve ne avevo parlato a L'Ultima ParolaDeutsche Bank, in particolare, è stata all'origine della crisi del debito sovrano italiano, liquidando improvvisamente 7 miliardi di titoli, la cui vendita ha innescato la corsa pazza dello spread.

 Deutsche Bank ha dunque suonato la carica dello speculazione, accendendo la miccia. E aveva anche un movente: lo studio "Guadagni, concorrenza e crescita", nel quale indicava la lista della spesa da fare in Italia, con le privatizzazioni. Inoltre, Deutsche Bank era (ma dovrei dire "è") tra i pochi che avevano la possibilità di ricattare materialmente lo Stato, chiudendo i rubinetti delle nostre emissioni, ostacolando il loro collocamento e causando il default del sistema Paese, essendo uno dei pochi grossi specialisti in titoli autorizzati dal Tesoro.

 Quanti indizi fanno una prova?

giovedì 13 dicembre 2012

PARLIAMO DI SETTE: LECTORIUM ROSICRUCIANUM


LECTORIUM ROSICRUCIANUM

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Lectorium Rosicrucianum – Scuola Internazionale della Rosacroce d’Oro
Via Montepaolo, 29
47013 Dovadola (Forlì)
Tel.:             0543-934721      
Fax: 0543-934457
E-mail: nuovarca@rosacroce.infoURL: www.rosacroce.info

Negli anni 1920 Jan Leene (1896-1968) e suo fratello Zwier Wilhelm Leene (1892-1938) sono i più importanti dirigenti dell’Associazione Rosicruciana di Max Heindel in Olanda. L’esperienza spirituale che oggi è citata come fondativa per il Lectorium Rosicrucianum risale al 24 agosto 1924. Tuttavia i fratelli Leene e la signora Henny Stok-Huyser (1902-1990), che si unisce a loro nel 1930, dichiarano la loro indipendenza dalla Associazione Rosicruciana solo nel 1935, fondando una Società Rosacrociana (Rozekruisers Genootschap). Dopo la morte prematura del più anziano dei due fratelli Leene nel 1938, Jan Leene e la signora Stok-Huyser – firmandosi con gli pseudonimi di Jan van Rijckenborgh e Catharose de Petri – cominciano a mettere per iscritto i loro insegnamenti, che prendono rapidamente le caratteristiche di uno gnosticismo cristiano segnato dall’ermetismo, dal movimento rosacrociano del XVII secolo e dalle idee di Jacob Böhme (1575-1624) di cui van Rijckenborgh traduce l’Aurora in olandese, partecipando pure alla fondazione di una Società Jacob Böhme nel 1941.
Quando i nazisti entrano in Olanda, il movimento è bandito. Le sue proprietà sono confiscate, i templi demoliti, diversi membri fucilati e i membri ebrei deportati. L’attività prosegue peraltro nella clandestinità. Dopo la guerra, il movimento si riorganizza e assume il nome di Lectorium Rosicrucianum nel 1945. Jan van Rijckenborgh lancia un manifesto in cui fa appello a tutte le correnti esoteriche, teosofiche, antroposofiche, massoniche e sufi, che non ha però esito. I due fondatori, che si sentono molto legati al catarismo, incontrano nel 1948 Antonin Gadal (1871-1962), uno dei padri del risveglio cataro in Francia. Quando una branca del Lectorium sarà creata in Francia, nel 1957, Gadal ne diventerà il primo presidente. Nel frattempo, il Lectorium era penetrato dapprima in Germania, una terra altrettanto legata al tema dei Rosacroce di quanto il Sud della Francia lo fosse al ricordo cataro, quindi in un buon numero di altri paesi.
Nel 1952 van Rijckenborgh lancia un “Nuovo appello”, in cui insiste sulle esigenze del processo di trasmutazione alchemica per la trasformazione della coscienza. I successi più notevoli sono venuti dopo la morte di van Rijckenborgh (1968) e di Catharose de Petri (1990), la cui opera è continuata da una direzione collegiale. Oggi il Lectorium conta circa quindicimila aderenti, di cui quattordicimila “studenti” e mille “membri” (i secondi si preparano a divenire “studenti”), con una crescita regolare e continua.
In Italia la presenza risale al 1980 e il primo tempio è stato aperto a Milano, seguito da Torino (1986), quindi Napoli, Roma, Bologna, Bari, Oristano, Bolzano, Venezia, Chiavari, oltre alla sede nazionale di Dovadola (Forlì). In Italia non vi è la divisione fra “studenti” e “membri” e la cifra degli attuali aderenti – circa seicento – comprende sia gli “studenti” (chiamati anche “allievi”) sia coloro che in un itinerario di sei mesi si preparano a diventare “studenti”. Per il pubblico esterno, il Lectorium propone in Italia conferenze pubbliche e cicli di introduzione e orientamento che preparano l’accesso alla Scuola. Per gli “studenti” è organizzato un servizio di tempio mensile nei centri locali e una “conferenza di rinnovamento” annuale a Dovadola. Solo gli “studenti” detti “confermati”, dopo un periodo da uno a due anni, si impegnano in uno stile di vita dove l’“equilibrio della coscienza” è essenziale.
L’accento è messo sulla scoperta di un cammino interiore, stimolato da un insegnamento sui meccanismi della coscienza e da una proposta di “vita sana ed equilibrata”, che propone la scelta vegetariana e prevede l’astinenza dall’alcool e dalle droghe, favorendo – si afferma – una “purificazione” fisica, mentale ed emozionale. L’autonomia della coscienza implica una grande apertura al mondo e insieme un atteggiamento di riserva nei confronti di tutti i condizionamenti, sia quelli esterni dei media (in particolare della televisione), sia quelli più sottili che possono derivare dal mondo dei morti, con il rifiuto rigoroso delle pratiche occulte e dei contatti con “maestri” invisibili.
Un riferimento essenziale per comprendere il Lectorium è quello allo gnosticismo nella sua forma dualista classica (con un’insistenza sul catarismo e sull’ermetismo cristiano), che si tenta di conciliare con la tradizione rosacrociana, che – come ha notato Antoine Faivre – non è dualistica. C’è un’opposizione fra il mondo divino (immutabile) e il nostro mondo terrestre (retto dalle opposizioni). È in questo mondo “dialettico” che gli uomini errano di incarnazione in incarnazione, passando dall’aspetto materiale palese all’aspetto più sottile dell’aldilà (la “sfera riflettitrice” che riempiamo delle nostre proiezioni mentali), un mondo – quest’ultimo – cui il Lectorium nega qualunque aspetto divino. Ma questa nozione di reincarnazione non si riferisce in realtà all’uomo come “me” (da cui il rifiuto delle teorie reincarnazioniste più consuete), ma solo all’uomo vero, l’uomo microcosmo, chiamato a liberarsi di questa “ruota della vita e della morte” per raggiungere – attraverso un processo iniziatico di risveglio della coscienza originaria – il mondo divino della Luce Originaria.
La coscienza-“me” resta confinata a questo mondo terrestre (sia in questa vita, sia nell’aldilà) e non potrà mai raggiungere l’illuminazione. Il suo scopo è di consacrarsi alla “resurrezione dell’anima originaria”, la scintilla divina che è vestigia dell’uomo divino originario e che, nel cuore del microcosmo umano, lo incita a ritrovare la sua origine (il “Regno Divino che è dentro di voi”). Avendo dimenticato la loro filiazione divina, i cosiddetti viventi che noi siamo, benché legati a questo mondo duale e assurdo, sentono fortemente la nostalgia del mondo originario perfetto: un “pre-ricordo” che dà al cuore l’aspirazione a seguire un cammino di liberazione. La via della “trasfigurazione” che il Lectorium presenta come soluzione al problema umano rappresenta un processo in sette tappe principali, che ha come scopo risvegliare la scintilla di luce nel cuore umano (la “Rosa del cuore”). È un risveglio che provoca una trasformazione progressiva della coscienza, che diventa capace di comprendere le leggi del mondo di vita delle anime liberate e permette al candidato di entrare, vivo, nel Regno del Padre.
Lo schema, tipicamente gnostico, si organizza secondo un linguaggio e modelli che derivano spesso dal catarismo. Il dualismo del Lectorium, di ispirazione catara, non si ritrova solo nella cosmologia ma ispira i comportamenti, perché sono anzitutto le azioni che determinano l’ingresso in un processo di liberazione e la trasformazione della coscienza, o che al contrario rinchiudono l’uomo nel campo “dialettico”. Gli stessi principi si applicano all’interpretazione esoterica proposta dal Lectorium dell’uomo terrestere e del suo corpo in relazione all’uomo microcosmo, e alla visione del futuro. Testi che parlano dell’apparizione di un falso Cristo (dalla sfera riflettitrice) o di una radicale trasformazione dell’atmosfera (con conseguenze spirituali) hanno talora fatto rubricare, a torto, il Lectorium fra i gruppi tecnicamente millenaristi o apocalittici. È opportuno infatti precisare che numerosi testi dei fondatori, come quelli che si riferiscono a Shamballa, all’Apocalisse o a date specifiche sono interpretati dal Lectorium in modo simbolico, e che tutto è comunque collegato al processo di trasformazione della coscienza che porta alla “ricostruzione dell’anima originaria”. Il simbolismo di una certa massoneria, che è collegato alla tradizione rosacrociana del XVII secolo, e svariate correnti dell’esoterismo occidentale hanno certamente influenzato il Lectorium Rosicrucianum, ma lo gnosticismo e il catarismo rimangono i riferimenti essenziali per questo movimento, che dichiara di volere operare nel solo campo della realizzazione spirituale.
B.: Fra le opere tradotte in italiano, tutte pubblicate da Lectorium Rosicrucianum - Scuola Internazionale della Rosacroce d’Oro, Milano, di Jan van Rijckenborgh: Insegnamento elementare della Rosacroce (1983), Il mistero delle beatitudini (1983), Il mistero della vita e della morte (1983; ristampa: 1997), L’uomo nuovo (1989), La gnosi nella sua manifestazione attuale (1991), Il nuovo segno (1992), Dei Gloria Intacta (1994); e di J. Van Rijckenborgh - Catharose de Petri, La gnosi universale (1986), La fraternità di Shamballa (1992). Cfr. inoltre Konrad Dietzfelbinger, La Rosacroce d’Oro. Una moderna scuola di iniziazione, trad. it., Lectorium Rosicrucianum, Dovadola (Forlì) 2008.

mercoledì 12 dicembre 2012

E' provato: lo spread un imbroglio dei tedeschi.


E' provato: lo spread un imbroglio dei tedeschi.

 Lo spread un imbroglio dei tedeschi

 All'origine dell'impennata dello spread ci fu Deutsche Bank, che nel luglio 2011 vendette una quantità ingente di Btp, Si parla anche di 7 miliardi. Un rilascio sul mercato di queste dimensioni avrebbe fatto innalzare perfino la temperatura delle calotte polari. Ora sappiamo anche perché: il 20 ottobre 2011 Deutsche Bank presenta un lungo lavoro al Governo tedesco e alla Troika (Fmi, Bce e Ue), intitolato "Guadagni, concorrenza e crescita", nel quale chiede esplicitamente che vengano privatizzati i sistemi welfare e i beni pubblici di Francia, Italia, Spagna, Grecia, Portogallo e Irlanda. Prima mettono nel mirino i Paesi da invadere, poi li mettono in crisi, aumentando artificialmente gli interessi sul debito pubblico, poi mandano la cura, presentandola coma la sola possibilità. La terza guerra mondiale è servita, senza spargimento di sangue: un bottino facile facile, ottenuto con la complicità dei servi schiocchi e mediante l'introduzione di un cavallo di Troia.

Il Governo dei nani e delle ballerine non fu certo un esempio nella storia di questa travagliata Repubblica, ma ciò non toglie che Berlusconi dica il vero quando indica nella Germania il braccio armato e l'utilizzatore finale di una crisi creata ad arte per rimpiazzare i vertici istituzionali con altri più compiacenti, chiamati a liquidare il nostro patrimonio. Di fronte a questi dati, chiunque difenda ancora la Germania come esempio di virtù e di buon governo (rileggersi anche Fabrizio Tringali su questo blog) non solo dice il falso, ma è contro gli interessi del suo Paese e deve assumersene la responsabilità.



 Nell'era digitale, dove ogni cosa è ormai immateriale tranne la pagnotta a fine mese,le crisi le creano i tiranni dell'economia e della finanza. Le banche, soprattutto quelle centrali, sono una lobby che persegue unicamente il mantenimento dello status quo e congela ogni forma di progresso per il popolo. Parola di un ex banchiere centrale belga: Bernard A. Lietaer. I miliardi degli aiuti girano in tondo, facendo un lungo giro dell'Oca, vengono creati dal nulla e poi ritornano al punto di partenza, ma durante il percorso qualcuno si impoverisce e qualcun altro si arricchisce. E quelli che si arricchiscono non siamo noi.

 Bisogna cambiare. Il voto è alle porte. Votate qualcuno che dica basta a questo scempio, che dica basta a questi signori, denunciati perfino all'Aia per crimini contro l'umanità, a partire da Christine Lagarde ad Angela Merkel, da Wolfgang Schäuble a José Barroso passando per Hermann Van Rompuy, nella lunghissima denuncia di una cittadina tedesca, Sarah Luzia Hassel-Reusing, che cita anche Mario Monti come persona informata sui fatti.

 Votate qualcuno che abbia un'idea diversa del senso dell'economia, dei suoi obiettivi e delle sue ricadute sui cittadini. Qualcuno che non viva unicamente per spostare capitali finanziari di banca in banca, di fondo in fondo, con l'unico obiettivo di ingrossarli durante il loro movimento, come una slavina che rotola a valle e travolge tutto il paese. Qualcuno che sia ancora un essere umano, possibilmente. 

PARLIAMO DI SETTE: LA SOCIETA' TEOSOFICA


LA SOCIETA' TEOSOFICA


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Società Teosofica Italiana
Via Quintino Sella, 32
36100 Vicenza
Tel. e fax: 0444-561244
E-mail: sti@teosofica.orgURL: www.teosofica.org

Helena Petrovna von Hahn (1831-1891), di nobile famiglia russa, sposa a sedici anni il vice-governatore di Erevan, Nikofor Vassilyevich Blavatsky (1809-?). Il marito è molto più vecchio della sposa che, dopo poco tempo, sfugge al matrimonio e inizia una vita avventurosa intorno al mondo. Interessata all’esoterismo, entra in contatto con maestri e iniziati di tutti i paesi, anche se è difficile accertare quanto nei suoi resoconti successivi debba essere preso alla lettera e quanto abbia un valore meramente simbolico. Negli anni 1871-1872 la troviamo al Cairo, dove organizza una società spiritica. Nel 1873 si trasferisce negli Stati Uniti dove incontra il colonnello Henry Steel Olcott (1832-1907), un avvocato di successo appassionato di spiritismo. A New York, Madame Blavatsky e Olcott – i due primi “gemelli teosofici” – animano una serie di riunioni private in cui si parla di esoterismo, di teurgia e di contatti con Maestri misteriosi.
Il 17 novembre 1875 è fondata la Società Teosofica, e nel 1877 la Blavatsky pubblicaIside svelata, la prima sintesi del suo pensiero. Nel 1878 – approfittando di una missione commerciale di Olcott nel subcontinente indiano, per conto del presidente degli Stati Uniti – i “gemelli teosofici” partono per l’India, e stabiliscono la sede centrale della Società ad Adyar, presso Madras, dove tuttora si trova. Nonostante una serie di controversie nel corso delle quali la Blavatsky è accusata di avere creato false “lettere” dei Maestri per sostenere le sue affermazioni, la Società Teosofica si espande negli Stati Uniti e in Europa, dove in Inghilterra Madame Blavatsky ne fonda anche una “Sezione Esoterica”.
Dopo la morte della fondatrice, nel 1891, Olcott cerca di gestire la difficile successione. Nel 1907 – come afferma, su istruzioni dei Maestri – affida la presidenza della Società ad Annie Besant (1847-1933), la cui conversione alla Teosofia nel 1889 – dopo che era stata una figura di punta del movimento femminista e del “libero pensiero” agnostico – aveva destato grande sensazione. Nel frattempo la maggior parte dei teosofi americani, sotto la guida di William Quan Judge (1851-1896), si erano separati dalla Società di Adyar, seguendo una serie di messaggi dei Maestri a Judge non accettati dalla dirigenza indiana ed europea, e fondando una separata Società Teosofica con sede ad Altadena, in California, che fiorirà particolarmente grazie all’opera di Katherine Tingley (1847-1929).
Annie Besant acquista notevole prestigio per le sue attività umanitarie e sociali e il suo contributo – decisivo – alla causa dell’indipendenza indiana (molti iscritti alla Società Teosofica saranno, fra l’altro, tra i fondatori del Partito del Congresso). È però criticata per lo stretto rapporto con Charles Webster Leadbeater (1854-1934), un ex sacerdote anglicano che forma con lei la seconda generazione di “gemelli teosofici”. Leadbeater è ripetutamente accusato di immoralità nella sua vita privata – accuse che provocano una sospensione dalla Società Teosofica voluta dalla Besant; in maniera acclarata si perverrà solo a dimostrare la perorazione della masturbazione da parte di Leadbeater quale alternativa alla tensione di pulsioni sessuali irrealizzabili nei giovani –, e non tutti condividono il suo entusiasmo per la Chiesa Cattolica Liberale. Leadbeater ha pure un ruolo decisivo nella vicenda di un giovane indiano, Jiddu Krishnamurti (1895-1986), in cui il dirigente inglese – grazie alle sue doti di chiaroveggenza – riconosce il futuro Maestro Mondiale.
I dissensi sul ruolo di Krishnamurti hanno un ruolo importante nello scisma di Rudolf Steiner (1861-1925), che porta alla nascita della Società Antroposofica, e assume un carattere disastroso quando, nel 1929, il giovane indiano annuncia di “abdicare” dal suo ruolo e da ogni organizzazione o società, compresa la Società Teosofica, sulla base della considerazione che la verità è “un paese senza strade”. Si ritiene che il caso Krishnamurti sia costato alla Società Teosofica circa un terzo dei suoi membri. Nonostante questi eventi, la Società ha continuato a esercitare un notevole influsso culturale in diversi paesi fino ai nostri giorni. Attualmente conta nel mondo circa trentamila membri, di cui undicimila in India.
Secondo i resoconti di alcuni storici, è un avvocato di Molfetta, mazziniano e membro della Carboneria, esule a Corfù – Pasquale Menelao (del quale non abbiamo rintracciato le date di nascita e di morte) – a creare nell'isola greca, già nel 1877, la prima loggia in Europa della Società Teosofica. Quanto all'Italia, le notizie riguardanti gli esordi della Società Teosofica non sono pienamente soddisfacenti, ma è a partire dal 1890 - o forse 1891 - che una presenza organizzata sembra chiaramente attestata, con la nascita del primo centro a Milano, seguito negli anni immediatamente successivi - fra il 1892 e il 1894 - da un secondo centro a Roma, dove il 22 febbraio 1897 è fondata la prima loggia con il nome di Associazione Teosofica Romana. Grazie agli sforzi di Isabel Cooper-Oakley (1854-1914), una figura importante del panorama teosofico internazionale, sono fondate logge in numerose altre città italiane - fra di esse desta un interesse sin qui non dipanato l'esistenza di una loggia a Livorno composta interamente da ebrei -, il che permette la costituzione formale il 1° febbraio 1902 di una Sezione Italiana - avendo raggiunto il numero di sette logge - con Oliviero Boggiani (1859-1933) quale segretario generale. Aderiscono personalità illustri, da Maria Montessori (1870-1952), che soggiorna ad Adyar negli anni della Seconda guerra mondiale, sperimentando i suoi metodi pedagogici, al poeta Arturo Onofri (1887-1941). La risonanza delle polemiche internazionali era arrivata peraltro anche in Italia. Dal gruppo romano della Società Teosofica sorge infatti negli anni del “caso Krishnamurti” una Lega Teosofica Indipendente (scomparsa poco prima della Seconda guerra mondiale) – con sede generale a Benares –, il cui organo di stampa è la rivista Ultra, fondata nel 1907. Si tratta di una rivista di studi e ricerche spirituali che farà da trampolino per personalità molto note, come Arturo Reghini (1878-1946), Julius Evola (1898-1974), Roberto Assagioli (1888-1974), l’orientalista Giuseppe Tucci (1894-1983) e Adriano Tilgher (1887-1941). Tra le personalità più recenti della Società Teosofica Italiana, vanno ricordati Edoardo Bratina (1913-1999) e l’editore Edoardo Bresci (1916-1990), quest’ultimo alle origini con l’antropologo Bernardino Del Boca (1919-2001) di una comunità sperimentale basata sui principi teosofici, il Villaggio Verde di Cavallirio (Novara). Oggi la Società Teosofica, eretta in ente morale nel 1980, conta in Italia oltre quaranta logge – (dette, secondo l’uso moderno, anche gruppi) –, dieci centri studi e oltre 1.200 membri.
Le due opere principali di Madame Blavatsky, Iside svelata e La dottrina segreta, non sono facili da accostare e propongono un complesso schema cosmologico. Al vertice della gerarchia si trova Dio, o il Logos Cosmico, che si presenta come Trinità. Più in basso si situano sette logoi planetari, che presiedono ai sistemi dell’universo. Gli elementi essenziali dell’universo stesso sono monadi o spirali che discendono attraverso sette piani di progressiva materializzazione, quindi risalgono – percorrendo il cammino contrario – verso la spiritualizzazione. Le monadi compiono il loro movimento a spirale lungo sette catene, ciascuna delle quali consta di sette “globi”. La Terra deriva da un processo di questo genere, e si trova nel quarto stadio (discendente) di materializzazione. All’inizio di questo quarto stadio è emersa l’umanità, che a sua volta ha una storia o percorso attraverso sette “razze-radici”, ciascuna distinta in sette sotto-razze. La nostra razza attuale, la quinta, rappresenta l’inizio dell’ascesa verso la riconquista della spiritualità.
L’uomo è composto a sua volta di sette “corpi” (divino, monadico, spirituale, intuitivo, mentale, astrale e fisico), cui corrispondono sette piani di realtà. Alla morte i due ultimi corpi (astrale e fisico) sono abbandonati, in attesa di prenderne di nuovi in una successiva reincarnazione. Attraverso il processo delle reincarnazioni – che è un processo educativo – l’uomo impara a liberarsi dell’attaccamento ai piani più bassi. Indispensabile, a questo fine, è l’aiuto dei Maestri, i quali formano una gerarchia intermedia fra il Logos Solare, che è quello tra i sette logoi planetari che governa il nostro sistema, e gli uomini. I Maestri non sono spiriti, ma uomini tanto perfetti da avere completato il ciclo delle reincarnazioni, che decidono di rimanere nel mondo per aiutare gli altri. Alcuni Maestri – tra cui Morya, Koot Hoomi, Gesù e il principe ungherese Rakoczy (identificato con il Conte di Saint Germain, 1710-1784, il leggendario esoterista del Settecento) – hanno avuto un ruolo particolare nella vita dei fondatori della Società Teosofica. I Maestri operano lungo sette “raggi”, linee di attività che emanano dal centro del mondo per guidare tutti gli aspetti della vita sulla Terra.
Lo scopo principale che molti soci ritengono essere proprio della Società Teosofica consiste nel tenere aperte “linee di forza” attraverso cui i Maestri possano guidare l’umanità. Nella vita della Società, questa ambizione si traduce in un’ampia attività di tipo culturale, artistico, umanitario e sociale, che ha dato un contributo decisivo alla conoscenza della spiritualità orientale in Occidente, così come alla presa di coscienza da parte di molti indiani della ricchezza della loro eredità religiosa. Ciò detto, la classica triplice auto-definizione della Società Teosofica riconosce le proprie finalità nella costituzione di un nucleo della fratellanza universale dell’umanità, senza distinzioni di razza, credo, sesso, casta o colore; incoraggiamento allo studio comparato delle religioni, filosofie e scienze; investigazione delle leggi inespresse della natura e dei poteri latenti nell’uomo.
B.: Per una introduzione generale cfr. James Santucci, La Società Teosofica, Elledici, Leumann (Torino) 1999. Per una sintesi storica: Bruce F. Campbell, Ancient Wisdom Revived. A History of the Theosophical Movement, University of California Press, Berkeley-Los Angeles-Londra 1980. Una celebre biografia di Madame Blavatsky è quella di Sylvia Cranston, Helena Blavatsky, trad. it., Armenia, Milano 1994. Di Helena P. Blavatsky essenziali sono i Collected Writings, 15 voll., Theosophical Publishing House, Wheaton (Illinois) 1966-1991 (voll. I-IV, XI-XV), Philosophical Research Society, Los Angeles 1950 (vol. V), Blavatsky Writings Publication Fund, Los Angeles 1954 (vol. VI) e Theosophical Publishing House, Adyar 1958-1964 (voll. VII-X), cui si aggiungono le tre opere principali, tradotte anche in italiano: Iside svelata. Chiave dei misteri antichi e moderni della scienza e della teologia, Sirio, Trieste 1958; La Dottrina Segreta. Sintesi di Scienza, Religione e Filosofia, 8 voll., Edizioni Teosofiche Italiane, Vicenza 2002; e Le stanze di Dzyan, Edizioni Adyar, Settimo Vittone (Torino) 1997. Su Annie Besant e il suo ruolo: Catherine L. Wessinger, Annie Besant and Progressive Messianism (1847-1933), Edwin Mellen Press, Lewinston (NewYork) - Queenston (Ontario) 1988; e Anne Taylor, Annie Besant: A Biography, Oxford University Press, Oxford - New York 1992. Su Leadbeater: Gregory Tillett,The Elder Brother. A Biography of Charles Webster Leadbeater, Routledge & Kegan Paul, Londra 1986; e la tesi di dottorato di Idem, Charles Webster Leadbeater, 1854-1934. A Biographical Study, University of Sydney, Department of Religious Studies, Sydney 1986, disponibile online all’indirizzo www.leadbeater.org. In italiano si consulteranno pure: Roberto Hack, Le origini del Movimento Teosofico, Sirio, Trieste 1971; Edoardo Bratina, Chi sono i Teosofi e che cosa vogliono. Saggio storico-informativo, Sirio, Trieste 1960. Sulla Società Teosofica in Italia cfr. Marco Pasi, “Teosofia e antroposofia nell’Italia del primo Novecento”, inStoria d’Italia. Annali 25. Esoterismo, a cura di Gian Mario Cazzaniga, Einaudi, Torino 2010, pp. 569-598. La Società Teosofica in Italia pubblica da oltre cinquant’anni la Rivista Italiana di Teosofia, e attraverso le Edizioni Teosofiche Italiane ha dato vita a una vasta opera di traduzione di classici del pensiero teosofico.

PARLIAMO DI SETTE: LA FRATELLANZA BIANCA UNIVERSALE


LA FRATELLANZA BIANCA UNIVERSALE


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Fratellanza Bianca Universale
Centro Armonia
Località Vocabolo Torre, 103
06066 Piegaro (Perugia)
Tel.:             075-8358062      
E-mail: info@fratellanzabiancauniversale.itURL: www.fratellanzabiancauniversale.it
Le idee teosofiche – insieme a spunti esoterici che derivano da una tradizione locale – sono rielaborate in Bulgaria, agli inizi del XX secolo, da Peter Deunov (1864-1944). A causa delle ostilità del governo bulgaro e della Chiesa Ortodossa, Deunov trascorre gli ultimi decenni della sua vita al confino, fino alla morte nel 1944. Tra i discepoli di Deunov, Omraam Mikhaël Aïvanhov (1900-1986) si trasferisce nel 1937 in Francia, dove fonda la Fraternité Blanche Universelle. Altri discepoli di Deunov – negli Stati Uniti e altrove – hanno fondato organizzazioni concorrenti.
La carriera di Aïvanhov in Francia è difficile. Sospettato di spionaggio a favore del governo bulgaro, è incarcerato (sarà riabilitato nel 1962). A partire dagli anni 1980 la Fratellanza Bianca Universale è al centro di reiterati attacchi da parte dei movimenti anti-sette, che la accusano di mettere in pericolo la salute dei seguaci sostituendo talora alle cure del medico la fiducia in metodi alternativi. Nonostante queste accuse – che dal canto suo respinge – la Fratellanza si è diffusa in numerosi paesi. In Italia il movimento originato da Aïvanhov è presente dagli anni 1970, e conta attualmente circa duecento associati, distribuiti nei centri di Milano, Lana (Bolzano), Bologna, Roma, Torino; la sede nazionale si trova in Umbria, in provincia di Perugia, dove è inoltre attiva la casa editrice Prosveta, che si occupa di pubblicare e diffondere i testi del fondatore.
La dottrina della Fratellanza Bianca Universale è una originale rielaborazione di idee teosofiche. Tra Dio e l’uomo vi è tutta una gerarchia di Maestri (tra i quali c’è anche Gesù Cristo), che rimandano non a se stessi – come credono talora le religioni – ma a Dio e alla sua opera cosmica, che è una grande emanazione descritta con toni cabalistici. Il Maestro con cui era in contatto Aïvanhov è il Sole, che risponde a tutte le domande che sono poste sulla nascita, la morte, la reincarnazione, l’amore, la bellezza, la vita eterna. Il lavoro del discepolo consiste nel “decifrare” le manifestazioni del Sole (che, come tutti i Maestri, non è Dio), preparandosi attraverso una forma di yoga che nell’epoca presente è superiore a tutte le altre forme e permette di reinterpretarle, lo hrani yoga. L’orientamento “solare” guida tutta la vita e l’attività della Fratellanza Bianca Universale: così assume importanza l’assistere (fin da bambini) all’alba, e gli insegnamenti del Maestro guidano verso una futura “civiltà solare”.
B.: Su Peter Deunov, si veda David Lorimer (a cura di), Profeta per i nostri tempi. Vita e insegnamenti di Peter Deunov, il maestro di Mikhaël Aïvanhov, trad. it., Il Punto d’Incontro, Vicenza 1993; e su Omraam Mikhaël Aïvanhov, Georg Feuerstein, The Mistery of Light. The Life and Teaching of Omraam Mikhael Aivanhov, Passage Press, Salt Lake City (Utah) 1992. Molte delle opere di Omraam Mikhaël Aïvanhov sono state tradotte in italiano; fra queste: La nuova religione: solare e universale, 2 voll., Edizioni Prosveta, Fréjus 1986; La pedagogia iniziatica, Edizioni Prosveta, Fréjus 1986; Verso una civiltà solare, Edizioni Prosveta, Fréjus 1982; Pensieri quotidiani, Edizioni Prosveta, Fréjus 1996; La Bilancia cosmica, Edizioni Prosveta, Fréjus 2000.

PARLIAMO DI SETTE: LA SCUOLA DI ALICE BAILEY


LA SCUOLA DI ALICE BAILEY

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Associazione Culturale dei Triangoli e della Buona Volontà Mondiale
Via Antagora, 10
00124 Roma
Tel.:             06-50915679      
Fax: 06-50917326
E-mail: s.tripi@tiscali.itURL:www.goodnewsagency.org/italiano/indexita.htm

Alice LaTrobe Bateman (1880-1949), di una famiglia dell’alta società inglese, si interessa precocemente all’occultismo e aderisce alla Società Teosofica. Dopo uno sfortunato matrimonio con un sacerdote anglicano, sposa negli Stati Uniti Foster Bailey (1888-1977), un dirigente della Società Teosofica noto per un ambizioso progetto di riforma della massoneria. Nel 1919 entra in contatto con un Maestro chiamato “il Tibetano” identificato con uno dei Maestri di cui aveva parlato Helena Petrovna Blavatsky (1831-1891), Dywal Khul, che le “detterà” ventiquattro volumi di filosofia esoterica. Nel 1920 Annie Besant rigetta le rivelazioni del Tibetano e rompe con i coniugi Bailey. Da allora, le rivelazioni di Alice Bailey si sono diffuse negli ambienti teosofici – e anche in altri ambienti (esercitando, per esempio, un influsso, decisivo, sulla successiva nascita del New Age) – senza un’organizzazione formale particolarmente forte. Questo spiega perché, dopo la morte di Alice Bailey nel 1949 – e ancor più dopo quella di suo marito Foster, che aveva mantenuto una certa unità del movimento, nel 1977 – i gruppi che s'ispirano ad Alice Bailey si siano divisi
Voluto dalla stessa Bailey, il Lucis Trust – un’organizzazione articolata su tre Centri ( New York, sede della presidenza, Londra e Ginevra) che promuove “l’educazione della mente umana verso il riconoscimento e la pratica dei princìpi spirituali e dei valori sui quali potrà basarsi una società mondiale stabile e interdipendente” –, che cura la pubblicazione dei suoi scritti, include: la Scuola Arcana, il più grande, ma non l’unico, dei gruppi di meditazione che si ispirano alla Bailey; il movimento dei Triangoli, una rete globale di gruppi di tre persone di preghiera e meditazione per sostenere la costruzione di retti rapporti umani con l’impiego della buona volontà; e il movimento della Buona Volontà Mondiale.
Dopo gli originari dissensi, il movimento di Alice Bailey ha oggi, talora, contatti con gruppi della Società Teosofica e anche con altri movimenti di origine teosofica. In Italia, accanto a una circolazione autonoma delle idee di Alice Bailey in diversi gruppi, opera fin dal 1979 l’Associazione dei Triangoli e della Buona Volontà Mondiale, fondata – analogamente ad altre unità di servizio nel mondo, e anche in Italia – a sostegno dei movimenti del Lucis Trust. L’Associazione dei Triangoli e della Buona Volontà Mondiale – che nel tempo ha lanciato varie attività di sensibilizzazione ai valori del “villaggio globale” – è un ente morale associato al Dipartimento della Pubblica Informazione delle Nazioni Unite ed è stata riconosciuta dall’UNESCO quale “attore del movimento globale per una cultura di pace”. La Scuola Arcana non ha sedi in Italia, ma alcuni membri dell’Associazione dei Triangoli – alcune decine nel nostro Paese – ricevono le sue dispense da Ginevra.
Centrale negli insegnamenti del Tibetano trasmessi da Alice Bailey è l’appello alla meditazione, che si organizza intorno alla “Grande Invocazione”, una preghiera ritenuta patrimonio comune dell’umanità e diffusa anche al di fuori del movimento. Le meditazioni mensili sono tenute in corrispondenza dei pleniluni. Tre assumono una particolare rilevanza: quella dell’Ariete (collegata simbolicamente con la Pasqua cristiana), quella del Toro (collegata con la festa buddhista del Vesak) e quella dei Gemelli (legata alla Giornata Mondiale dell’Invocazione, festa che invoca il ritorno di Cristo sulla Terra). I “triangoli” si collegano mentalmente tra loro ogni giorno (anche a distanza, e di preferenza – ma non necessariamente – a ore fisse), per pochi minuti. Le tre persone visualizzano un triangolo equilatero di energia e di luce, attorno al quale circolano le tre forze principali – Luce, Amore e Volontà –, e recitano la Grande Invocazione. Una rete di triangoli dovrebbe così avvolgere con le proprie energie l’intero pianeta. Conferenze e riunioni sono dedicate a diversi argomenti in sintonia con i princìpi e valori su cui si fonda il Lucis Trust.
B.: Le opere di Alice Bailey sono state pubblicate in italiano dalla Editrice Nuova Era di Roma sino al 2007; dal 2008 i libri della Bailey sono editi da Il Libraio delle Stelle di Velletri (Roma); fra questi si vedano: Trattato dei sette raggi (2007), Il ritorno del Cristo (2007),Trattato di magia bianca o la via del discepolo (2008). Sulla storia si potrà partire da John R. Sinclair, The Alice Bailey Inheritance, Turnstone Press, Wellingborough (Northamptonshire) 1984. Un sito indipendente che contiene ampio materiale in italiano è www.bailey.it.