mercoledì 12 dicembre 2012


L'Ordine Sufi Internazionale

Sede estiva:
Istituto Zenith
6863 Besazio - Ligornetto (Ticino, Svizzera)
E-mail: mail@zenithinstitute.comURL: www.zenithinstitute.com/Per informazioni (anche sull'Italia):
Zenith Institute
13, Rue de la Tuilerie
92150 Suresnes (Francia)
Tel.:             0033-1-47284846      
Fax: 0033-1-42040592
A partire dal 1987 l'Istituto Zenith accoglie - particolarmente in occasione dei campi estivi che durano per cinque settimane - praticanti svizzeri, italiani e di tutta Europa che si accostano all'Ordine Sufi Internazionale. Tale ordine è una delle branche dell'Ordine Sufi fondato a Ginevra, nel 1923, da Hazrat Inayat Khan (Pir-o-Murshid Inayat Khan, 1882-1927), nato a Baroda, oggi parte dello Stato del Gujarat, nel Nord-Ovest dell'India, figlio di Rahmat Khan (1843-1910) e Khatidja Bibi (1868-1902). Musicista iniziato nella scuola Nizani - branca della confraternita sufi Chistiyya, fondata da Nizam-ud-Din Aulia (1238-1325) - e nipote del celebre musicista indiano Maula Bakhsh (1833-1896), dopo la morte dell'amato nonno Pir Hazrat Inayat Khan viaggia a lungo per tutto il continente indiano, fino a che, il 13 settembre 1910, si imbarca a Bombay su un piroscafo diretto negli Stati Uniti, dove la sua enfasi si viene spostando verso l'unità di tutte le religioni.
La prima discepola che gli si avvicina in America è la statunitense di origine russo-polacca Rabia Martin (1871-1947, nata Ada Ginsberg), inizialmente designata da Hazrat Inayat Khan a succedergli alla guida dell'Ordine Sufi, ma che in seguito alle molteplici divisioni accadute alla morte del fondatore fra i suoi seguaci (che non accetteranno laleadership di Rabia Martin, tranne che in Australia e Brasile) diventerà un'insegnante sufi autonoma, prima di aderire - fra il 1942 e il 1943, con i suoi discepoli - al messaggio di Meher Baba (1894-1969). Nel 1912 Pir Hazrat Inayat Khan lascia l'America per l'Inghilterra, dove sposa Ora Ray Baker (Pirana Sharda Amina Begun, 1892-1949), e dove elabora l'idea del futuro Movimento Sufi, e negli anni fra il 1920 e 1926 viaggia a lungo in Europa e America, fondando centri in dodici paesi.
Nell'ottobre 1923 visita anche l'Italia (viaggio che ripeterà nel gennaio 1925), tenendo varie conferenze a Firenze e a Roma per un pubblico composto prevalentemente da membri della Società Teosofica: a tradurre i suoi discorsi pubblici è Roberto Assagioli (1888-1974), e a dirigere il suo primo gruppo di discepoli è Angela Alt, che radunerà presto un nutrito gruppo di teosofi suoi simpatizzanti. Nel 1926 torna in India, dopo un'assenza durata diciassette anni, e muore inaspettatamente il 5 febbraio 1927 a Delhi, in India.
Alla morte del fondatore l'Ordine Sufi si divide in diverse branche, inizialmente (1927-1948) dirette dal fratello di Hazrat Inayat Khan, Maheboob Khan (1887-1948), poi (1948-1958) dal cugino Mohammed Ali Khan (1881-1958), e in seguito (1958-1967) dal fratello minore del fondatore, Musharaff Moulamir Khan (1895-1967). Il primo dei due figli maschi del fondatore - oltre a due figlie femmine: Noor-un-Nisa (1914-1944) e Khair-un-Nisa (nata nel 1919, poi chiamatasi Claire Harper) -, Vilayat Inayat Khan (1916-2004), guida l'Ordine Sufi Internazionale fino al 2000. Prima di morire nel 2004, nel 2000 consacra come Pir e suo successore il figlio maggiore Zia Inayat Khan, attuale leader del movimento. L'Ordine Sufi insiste sull'unicità di Dio, della legge, della religione e della verità per tutti gli uomini, e anche sull'esistenza di un primo "libro sacro" a tutti comune: il "manoscritto della natura", cui tutte le tradizioni attingono. Le tecniche di meditazione, la danza e la musica derivano (non senza qualche variazione) dalla tradizione Nizani.
B.: Su Hazrat Inayat Khan, si vedano: Biography of Pir-o-Murshid Inayat Khan, East-West Publications, Londra 1979; Elisabeth de Jong-Keesing, Inayat Khan. A Biography, East-West Publications, Londra 1979; e Wil van Beek, Hazrat Inayat Khan: Master of Life, Modern Sufi Mystic, Vantage Press, New York 1983. Fra i testi di Pir Hazrat Inayat Khan, in trad. it. per le Edizioni Mediterranee (Roma), si segnalano: In un roseto d'Oriente (1988); La divina sinfonia (1989); La purificazione della mente (1991); La cura della salute (1992); Il misticismo del suono (1994); L'alchimia della felicità. Il vero scopo della vita (1996); e per Il Punto d'Incontro, Vicenza, una diversa edizione de Il misticismo del suono (1992).

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