sabato 7 gennaio 2012

La possessione spiritica

Il dottor Wickland, nato in Svezia nel 1861, era emigrato a Chicago, ove si era laureato, divenendo successivamente membro della sezione di Los Angeles dell’Istituto nazionale di psicologia. Naturalmente si rendeva conto che, con la sua ricerca, si stava esponendo al ridicolo.Nel 1924, l’Istituto nazionale di psicologia di Los Angeles pubblicava un testo dal titolo Thirty Years Among the Dead, di Carl A. Wickland : la testimonianza di un medico di tutto rispetto e della sua ricerca scientifica nel campo dello spiritismo.
Nel 1849, il movimento spiritistico era stato pubblicamente annunziato al mondo nella Corinthian Hall di Rochester (New York) e, nel giro di pochi anni, aveva letteralmente scardinato il credo cristiano; come si sa, il tutto ebbe inizio un paio di anni prima, nella cittadina americana di Hydesville, ove la famiglia Fox si trovò a comunicare, mediante tiptologia, con lo spirito che infestava la loro casa. Dopo di ciò, spuntarono come funghi centinaia di medium che asserivano di essere in grado di comunicare coi defunti, mentre gli scienziati ortodossi denunciarono il movimento come ignorante e superstizioso, tanto che neppure la fondazione, a Londra nel 1882, della Società per la ricerca psichica servì a stemperare gli animi.
Non c’è dunque da stupirsi se, nel 1924, un libro come quello del dottor Wickland era ridicolizzato: questo nonostante il fatto che il suo autore non si esprimesse come un fanatico settario, ma come un competente medico.
Come racconta l’autore, tutto era iniziato con una paziente (di cui preferisce conservare l’anonimato), la quale, tramite scrittura automatica, aveva preso a comunicare messaggi che l’avevano in breve rivelata come una ex-attrice, costretta a finire i suoi giorni in un sanatorio.
Un’altra paziente si credeva un’anima dannata e si gettava nella polvere e nel fango implorando a gran voce la Pietà Divina.
Una terza paziente si metteva in pigiama alla finestra e proclamava di essere Napoleone e soltanto l’intervento della polizia la faceva desistere.
Ora, all’epoca dei fatti, vale a dire verso la metà dell’ultima decade del XIX secolo, era convinzione diffusa che le malattie mentali avessero origine esclusivamente fisiologica: lo stesso Freud, agli albori della sua carriera, era un sicuro sostenitore di detta ipotesi.
In territorio statunitense, in quegli anni, era opinione corrente che la malattia mentale fosse cagionata da una sorta di avvelenamento di quella macchina che è il corpo umano, provocato anche da semplici infezioni (tipo tonsillite). Tuttavia, il dottor Wickland era stato influenzato dal caso di un giovane uomo, tale Frank James, il quale, a causa di una brutta caduta dalla motocicletta avvenuta a dieci anni, si era improvvisamente trasformato da bambino educato e studioso  in un vero e proprio delinquente, che aveva trascorso la maggior parte della sua esistenza tra riformatorio e prigione. Dichiarato malato, James era riuscito a fuggire dal manicomio criminale.
Durante una colluttazione con gli agenti di polizia, aveva ricevuto una manganellata sul capo tale da fargli perdere i sensi: quando si riebbe, tornò incredibilmente la persona a modo che era un tempo.
Quando era ancora uno studente in medicina, il dottor Wickland venne a contatto con avvenimenti misteriosi, che contribuirono alla nascita delle sue teorie.
Un giorno, durante l’ora di esercitazione, sezionò la gamba di un cadavere; tornato a casa, trovò la moglie Anna che, sfinita e tra le lacrime, gli chiese come mai l’avesse tagliata così sadicamente, come se a parlare fosse l’uomo defunto su cui aveva precedentemente studiato.
La fece allora accomodare su di una poltrona e iniziò ad interrogarla. Dapprima lo spirito l’aveva duramente biasimato, per la pratica medica di cui sopra. Quando il dottore fece presente che lui era suo marito, lo spirito disse chiaramente di essere un uomo e non una donna, vale a dire la moglie; stando così “al gioco”, ricordò allo spirito che era morto e che pertanto il sezionamento del suo cadavere non poteva in alcun modo cagionargli dolore.
Dopo qualche tempo, lo spirito si convinse finalmente del suo decesso terreno.
Questo episodio convinse il dottore che un fantasma può permanere nel mondo terreno-materiale, allorquando non si renda conto di essere morto (chi non ha visto il film Ghost, con Patrick Swayze e Demi Moore?) e specie quando il trapasso è avvenuto in modo subitaneo e inaspettato.
Un altro caso gli suggerì che non sempre uno spirito necessita di un medium per comunicare.
Un giorno, mentre stava sezionando il cadavere di una donna, udì chiaramente una voce lontana che lo implorava di non ucciderla. Nello stesso istante, un foglio di giornale che si trovava sul pavimento si era mosso, come se strusciato da qualcuno o qualcosa.
Qualche giorno più tardi, durante una seduta medianica (fu grazie alla medianità della moglie, come accennato, che gli spiriti poterono rivelarsi appieno), si era presentato lo spirito di una certa Minnie Morgan: era stata lei a parlare e a muovere il giornale; dopo alcuni giorni, si convinse del suo decesso.
Questi spiriti, a quanto pare, si trovavano in una condizione di “torpore”,nella quale sogno e realtà si mescolano confusamente e non si rendono dunque conto appieno della loro condizione.
In un caso, relativo ad una musicista sofferente di un grave esaurimento nervoso, si era presentato lo spirito di una donna che parlava un misto di inglese e spagnolo (idioma che la paziente non conosceva). In seguito, il dottor Wickland scoprì che la donna era posseduta da almeno tre spiriti: quello di una certa Maria e dei suoi innamorati rivali. Uno l’aveva uccisa per gelosia e ne aveva ucciso il rivale, rimanendo a sua volta ucciso.
Naturalmente nessuno dei tre spiriti si era ancora reso conto della sua situazione e avevano invasato la musicista la quale, peraltro, aveva una psiche già instabile (una scoperta del dottor Wickland fu che le persone con condizioni psichiche labili e compromesse sono facilmente esposte a possessioni spiritiche). Una volta liberata dall’infestazione, la donna fu assalita dallo spirito di una bambina morta nel terremoto di San Francisco e, per ovviare a questo nuovo problema, il dottore la liberò mediante l’utilizzo della macchina di Wimshurst (applicazione di lievi scosse elettriche), rivelatasi appropriata per casi simili.
Tuttavia, uno dei casi più sconvolgenti, che lo convinsero sempre più di non avere a che fare con malattie mentali, ma con entità disincarnate, vide direttamente coinvolta la moglie.
Nel corso di una seduta spiritica tenutasi a Chicago nel 1904, la signora Wickland iniziò a tenersi la gola, tossendo: voleva che i presenti le togliessero la corda, aggiungendo che era al buio.
Quando lo spirito si palesò, si presentò come Minnie Harmening, suicidatasi all’età di sedici anni nel rione di Palatine, un sobborgo di Chicago. Un giorno, nel granaio, aveva incontrato lo spirito di un uomo di costituzione alquanto robusta con una folta barba il quale, dopo averla ipnotizzata, l’aveva spinta al suicidio mediante impiccagione.
Emersero in seguito alcuni particolari sospetti, come ad esempio i segni evidenti sotto la gola e gli abiti avvolti attorno al collo, senza contare che lo spirito precisò che il suicidio era avvenuto a Palatine, Cook Country (Illinois).
Sottoposte dette questioni allo spirito, Minnie aveva risposto che, una volta appesa alla corda, era quasi svenuta e come estremo e disperato tentativo di liberarsi, si era aggrappata agli abiti nel tentativo di liberare il collo.
La novità di questo caso sta naturalmente nello spirito del corpulento uomo con la barba che influenza la giovine: secondo il medico, quello spirito si è impossessato della ragazza, indicendola al suicidio.
Tuttavia,a quanto sembra, il dottor Wickland raramente si mostra attento ai particolari che confermano o meno la veridicità degli eventi esposti e per questo non fu preso seriamente dalla comunità scientifica: il medico si giustificò asserendo che gli spiriti stessi risultano essere alquanto imprecisi nelle segnalazioni.
Quel che si limitava a fare è testimoniato dall’amico F. Lee Howard, sacerdote congregazionalista, presente a una seduta in cui i coniugi Wickland tentavano di liberare la figlia di alcuni conoscenti del reverendo Howard. Lo spirito che la possedeva disse di essere un suicida e precisò data e luogo del decesso: una visita alla polizia locale aveva confermato tutto. Un’altra volta, un suo lettore aveva scritto al dottor Wickland, asserendo con convinzione che uno dei casi descritti risaliva a quanto accaduto al cugino di suo padre.
Un’altra osservazione, non di poco conto, che gli studiosi muovono al medico è che la sua ipotesi secondo cui la malattia mentale comunemente intesa altro non sarebbe se non l’intrusione di uno spirito è troppo ingenua, nonché infondata. Si consideri, come esempio, il caso sopra citato di Frank James.
Tale ipotesi è basata sulla possibilità che, una volta reciso il cosiddetto “corpus callosum” (sovente reciso dai sanitari nella terapia per l’epilessia), il paziente posa cambiare completamente atteggiamento, pur mantenendo relegata nell’altro emisfero cerebrale la precedente personalità.
In un caso molto noto risalente al 1870, un ragazzo francese, tale Louis Vivè, a seguito del morso di una vipera, era rimasto paralizzato ad ambedue le gambe per tre anni, durante i quali tenne un comportamento tranquillo; un giorno fu preso da una grave crisi isterico-epilettica, cui erano seguite ben quattordici ore di sonno. Al risveglio, la sua personalità risultò completamente mutata: era un giovane aggressivo e scontroso ma, al contrario di quanto avvenne in Frank James, le due personalità coesistevano.
All’epoca era assai vivo l’interesse per l’azione dei magneti e di alcuni metalli, ritenuti utili nella cura di nevrastenie e di forme di paralisi isterica. I sanitari decisero dunque di tentare di sollecitarlo con dell’acciaio nella parte destra del corpo: la paralisi si trasferì nella parte sinistra, riportando il paziente alla personalità “gentile”. Ciò che il ragazzo aveva fatto sotto l’influsso della personalità negativa, era stato completamente dimenticato (oppure era sprofondato nell’inconscio?), benché la personalità negativa non fosse del tutto scomparsa: poteva essere infatti richiamata sotto ipnosi.
Un altro famoso caso che pare mettere in evidenza un’identica dinamica è quello di Clara Fowler (descritto esaurientemente dal dottor Morton Prince nel suo libro Dissociation of Personality, ove l’autore indica la donna con lo pseudonimo di Christine Beauchamp).
A seguito di pesante avances sessuali da parte di un amico del padre, la paziente era caduta in uno stato di depressione e nel corso della terapia ipnotica emergeva una nuova personalità, dal carattere alquanto rude, che si faceva chiamare Sally, la quale, quando assumeva il controllo di Clara, la sfiniva con lunghe passeggiate o corse. Come anche per Vivè, anche Sally balbettava, suggerendo l’idea che fosse localizzato nell’emisfero destro del cervello: pare che i mancini naturali costretti a imparare con la forza a usare la destra sviluppino la balbuzie.
Ora, appare chiaro che, se si tenta di spiegare questa casistica nei soli termini di disordini della personalità con sdoppiamento cerebrale, la cosa risulta assai ardua: come è possibile, infatti, che la signora Wickland fosse a conoscenza, ad esempio, del suicidio di Minnie Harmening?
Le idee del dottor Wickland erano state per la verità anticipate dal medium Allan Kardec (pseudonimo di Lèon Denizard Hyppolite Rivail); infatti, leggiamo dal noto Libro degli spiriti che l’influenza degli spiriti sugli uomini è assai più elevata di quel che si creda. Per essere precisi, uno spirito non può  impadronirsi di un corpo carnale, tuttavia sarebbe in grado di associarsi con qualcuno che ne condivida qualità e difetti, arrivando al dominio pressoché totale, al pari di una vera e propria forma parassitaria.
Dando per buona la tesi del dottore, uno dei più famosi delitti di inizio XX secolo sarebbe dovuto al maligno influsso di una entità disincarnata.
LA sera del 25 giungo 1906, un tale Harry Thaw (giovane e ricco libertino) stava assistendo con la moglie ad uno spettacolo teatrale presso il Madison Square Garden. Prima di sposarsi, l’attuale signora Thaw era stata Evelyn Nesbit, modella e showgirl, che Harry era riuscito a convincere a trasferirsi in Europa. In seguito, a causa dell’atteggiamento violento del marito, il rapporto si stava spezzando. Nel corso di uno dei tanti litigi la donna, esasperata, disse che ebbe una relazione, a soli quindici anni, con Stanford White, architetto e responsabile del progetto del Madison Square Garden:inutile dire che Thaw si trasformò in un marito alquanto geloso. Quella sera, alla fine dello spettacolo, scorto White seduto ad un tavolo, Thaw gli si avvicinò armato di pistola e fece fuoco, uccidendolo; l’omicida fu riconosciuto infermo di mente e fu rinchiuso in un manicomio, da cui evase nel 1913.
Il 15 luglio 1906, nel corso di una seduta medianica, la signora Wickland, dopo essersi ripresa da uno svenimento, aveva chiesto, con voce alterata e brusca, che le venisse portato da bere. Quando fu chiesto allo spirito dove si trovasse, egli asserì di trovarsi al Madison Square Garden. Subentrò poi un altro spirito, il quale esultò per aver ucciso una certa persona: non si trattava di Thaw, bensì di un certo Johnson, che avrebbe spinto Thaw a uccidere White, poiché questi avrebbe usato violenza con le figliole dello spirito parlante. Si manifestò poi lo spirito del padre di Thaw, che implorava di salvare il figlio e rivelò altresì che la personalità del figlio era oramai soverchiata da un altro spirito, uno spirito vendicatore, dal momento che Harry avrebbe avuto doti medianiche (ma non è confermato).
Pare che quello fosse davvero lo spirito del padre di Harry: come avrebbe potuto la signora Wickland sapere che il signor Olcott (che la medium avrebbe dovuto contattare) era il legale della famiglia Thaw?
Un interessante titolo a proposito di possessione spiritica è Possession, Demoniacal and Other (1921) del professor T. K. Oesterreich, di Tubinga.
A suo dire, la vera spiegazione dell’invasamento risiede nell’isteria e nella malattia mentale, rinnegando altresì la teoria dello sdoppiamento della personalità.
A sostegno della sua teoria, il professore cita il caso di “Achille”, presentato dal celebre professor Janet. Achille, benestante di origine contadina, era andato a vivere in città, sposandosi in giovane età.
Nell’inverno 1890, a trentatre anni, ebbe un improvviso e grave esaurimento nervoso, divenendo sordo e cadendo altrettanto improvvisamente in stato catalettico per due giorni di seguito. Al risveglio, fu preda di allucinazioni: credeva di trovarsi all’inferno, coi diavoli che lo facevano a brandelli e credeva egli stesso di essere posseduto.
Dopo una lunga serie di tentati suicidi, era stato ricoverato all’ospedale psichiatrico della Salpetriere di Parigi, all’epoca presieduto dal noto professor Charcot, il quale affidò il caso al professor Janet.
Questi scorse in Achille tutti i sintomi della possessione demoniaca
La soluzione venne fuori allorquando il professore si accorse della continua assenza mentale di Achille: quando questi si scatenava, gli metteva in mano una matita, suggerendogli di scrivere come se quella matita fosse stata un’entità a se stante.
Il demone, nella fattispecie, induceva il poveretto al ballo, facendogli tirare fuori la lingua senza motivo e facendogli baciare con passione un qualsiasi pezzo di carta; il professore chiese al demone di far cadere in trance Achille: potè così interrogarlo in merito a questa fenomenologia.
Ne venne fuori che tutto era stato causato dal senso di colpa di Achille per una scappatella durante un suo viaggio d’affari: il professor Janet convinse Achille che la moglie era presente nella stanza (non si sa se fosse vero o no) e che l’aveva perdonato per quanto aveva fatto: Inutile dire che l’uomo guarì.
Ora, secondo il dottor Wickland, coloro che sono sofferenti di traumi nervosi o stati di profonda depressione sarebbero predisposti a divenire degli ossessi posseduti da entità maligne. Achille avrebbe potuto benissimo esser stato posseduto da uno spirito maligno, che avrebbe profittato della sua ingenuità e dello stato psicologico delicato di Achille: tant’è vero che, sentendosi perdonato, lo spirito avrebbe abbandonato il poveretto.
Nell’introduzione al testo sopra citato del professore di Tubinga, Anita Gregory, ricercatrice del paranormale, si mostra critica nei confronti del dottor Wickland. In tutti i casi citati nel libro di quest’ultimo, appare un particolare comune: convincere lo spirito che la persona da cui proviene è morta; inoltre, il racconto di come gli spiriti di Madame Blavatsky e di Mary Baker Eddy si dicano pentiti di aver diffuso nel mondo una falsa dottrina sarebbe, per la Gregory, quasi ridicolo (ma perché dovrebbe esserlo?) . Al contempo, però, la ricercatrice fa notare come lo scetticismo del professore di Tubinga sia poco convincente e sterile, dando l’impressione di ignorare volutamente tematiche scomode.
Vi sarebbe un esempio che può invalidare l’atteggiamento del professor Oesterreich.
Nel luglio 1877, Lurancy era una bambina di tredici anni di Watseka (Illinois), dotata di poteri medianici e di una spiccata predisposizione alla trance. L’11 febbraio, ipnotizzata da un medico del posto, la ragazzina annunciò che nella stanza si trovava lo spirito di una certa Mary Roff, vale a dire la figlia di uno dei presenti, mancata dodici anni prima appena maggiorenne: ora le era stato concesso di comunicare coi suoi cari mediante Lurancy. Il giorno dopo la medium, asserendo di chiamarsi Mary Roff, volle esser portata nella casa in cui aveva vissuto (che Lurancy non conosceva), riconoscendo la sorella e mostrando di ricordare alla perfezione tutto ciò che riguardava la famiglia Roff. Il 21 maggio, il tempo a disposizione dello spirito finì e Lurancy tornò quella di sempre. Il caso venne studiato dallo scettico Richard Hodgson, membro della Società per la ricerca psichica, il quale lo riconobbe come genuino.
Il professor Oesterreich, nella sua esposizione, si limita semplicemente a citare un brevissimo sunto dei fatti ad opera di William James (Principi di psicologia) senza neanche provare a farne una valutazione, tralasciando platealmente la parte in cui James constata la verosimiglianza di un’interpretazione in chiave spiritualistica della suddetta fenomenologia.
Uno dei cavalli di battaglia del professor Oesterreich è il noto caso del “diavolo di Loudun”, oggetto, nel 1952, di un attento esame da parte di Aldous Huxley, che sfociò in un libro dall’omonimo titolo.
Nel 1633 Urbain Grandier, vescovo di Loudun, in Francia (noto peraltro a causa di alcune nefandezze), fu accusato di aver indemoniato delle monache del locale convento, le quali bestemmiavano, gridavano oscenità e si ponevano in atteggiamenti alquanto sconvenienti. Dopo un processo, Grandier fu riconosciuto colpevole e arso vivo, benché avesse sempre negato tutte le accuse. In effetti, la sua morte non mutò la situazione.
Come Huxley, anche il professor Oesterreich interpretò il caso come risultante da un’isteria collettiva, mentre invece Russell Hope Robbins, nella sua Enciclopedia of Witchcraft and Demonology, parla di evidente impostura; ma si legga attentamente l’opera di Huxley: risulta palese che la deviazione a sfondo  sessuale che interessò le monache fu sin da subito erroneamente attribuita ad un attacco demoniaco: la stessa madre superiora ammette di non aver neppure provato a contrastare l’invasamento, poiché profondamente deliziata dalle sensazioni in lei provocate dai demoni che la invasavano. Risulta tuttavia più arduo comprendere il decesso, in tempistiche differenti (dopo forte esaurimento nervoso e, pare, attacchi demoniaci), di tutti gli esorcisti chiamati a risolvere il caso.
Dunque? Di cosa si trattava?
Nondimeno, non è facile tracciare una linea netta di demarcazione tra possessione e poltergeist; stando all’ipotesi più diffusa, il poltergeist è una forma di psicocinesi attivata inconsciamente da una mente adolescente, specie se instabile. Ciò comunque non riesce a spiegare al 100% come possa una psiche instabile a trovare la forza per spostare pesanti mobili e far volare oggetti in aria, contando che gli esperimenti di laboratorio sono al massimo riusciti a produrre lo spostamento di un ago di una bussola. A detta degli spiriti informatori di Allan Kardec, il poltergeist sarebbe provocato dall’azione di spiriti ancora legati alla vita terrena i quali, in determinate occasioni, sarebbero in grado di prelevare energia dai viventi (in genere depressi) e utilizzarla per azioni non lodevoli.
Nel caso di Amherst del 1878 il fenomeno si produsse nella casa di Esther Cox, che viveva con la sorella e il marito di lei, tale Daniel Teed.  Dopo un tentativo non riuscito di violenza carnale nei suoi confronti, il ragazzo di Esther sparì dalla circolazione, lasciando la ragazza in uno stato di profondo abbattimento psichico: qualche giorno dopo iniziarono i disturbi, consistenti in un continuo trattamento proveniente da una scatola sotto il letto della giovine. Ma c’è di più.
Qualche notte dopo, in preda ad un violento attacco isterico, il corpo di Esther si era gonfiato mostruosamente e, dopo due colpi violenti, si sgonfiò, lasciandola addormentata e sfinita. Le cose si ripeterono due giorni dopo, con le coperte del letto della ragazza che si scompaginavano da sole e il cuscino che si era gonfiato come una botte. Si era poi avvertito un forte colpo e, nel muro, comparve una minacciosa scritta nei confronti di Esther: qualcuno o qualcosa voleva ucciderla.
Altre volte la poveretta si trasformava in una calamita umana ed era preda di fenomeni di combustione spontanea, fino a che finì in galera, accusata dell’incendio di un fienile; scontata la pena, al momento del rilascio sparì ogni manifestazione.
Nel 1899, una fattoria del Quebec gestita da un certo George Dagg fu protagonista di un’infestazione poltergeist: la causa scatenante sembrò essere una giovane orfana di nome Dinah McLean;ella, come Esther Cox, asseriva di sentire la voce dello spirito (non udita da nessun’altro), il quale iniziò poi a parlare con una voce profonda, proferendo oscenità e presentandosi come una manifestazione demoniaca. Lo spirito provò altresì ad ingannare tutti, presentandosi anche come un angelo del Signore, ma il suo linguaggio scurrile lo tradì. Annunciò inoltre che il giorno seguente, dopo aver salutato i bambini del villaggio, se ne sarebbe andato, cosa che in effetti fece, presentandosi come un uomo di bell’aspetto vestito di bianco.
Come si è visto, talora capita che la manifestazione infestatoria si presenti come demoniaca senza effettivamente esserlo.
Un altro ricercatore convinto che i fenomeni di possessione debbano ricondursi all’azione spiritica è Max Freedom Long, un insegnante americano approdato alle Hawaii all’età di 27 anni, ove potè studiare approfonditamente la magia locale, con peculiare attenzione verso i cosiddetti “kahunas”, ossia “coloro che custodiscono i segreti”, ultimi rappresentanti dell’antica religione locale degli Huna.
Ora, stando alle credenze di questa religione, l’essere umano sarebbe composto da un insieme di tre componenti:
1)      io inferiore: emotivo, corrispondente grosso modo all’inconscio;
2)      io intermedio: l’io cosciente della vita quotidiana;
3)      io superiore: corrispondente al Super-Io, sarebbe in grado di vedere nel futuro.
Al momento del decesso, le tre componenti si separano e l’io inferiore potrebbe diventare un poltergeist, mentre quello intermedio un fantasma
Nel libro The Secret Science Behind Miracles, il professor Long affronta anche la questione dello sdoppiamento della personalità, sostenendo che sarebbe cagionata dall’azione di uno spirito (o più di uno) inferiore o intermedio.
William James, convertito alle dottrine spiritistiche dalla medium Leonore Piper, a seguito di una seduta spiritica cui lo studioso partecipò e nella quale uno spirito, per bocca della medium, gli espose particolari che solo James stesso poteva conoscere, arrivò ad ammettere che, come un medium poteva ospitare in sé un’entità disincarnata che volesse comunicare con gli incarnati, allora i casi di possessione demoniaca erano comprensibili considerando l’azione di entità basse e maligne.
Il professor James Hyslop, anch’egli inizialmente scettico e convertito in seguito dalla medium di cui sopra e da un neurologo, tale dottor Tito Bull, oltre che aver esaminato casi di presunta possessione spiritica, era giunto alla conclusione, d’accordo con quest’ultimo, che moltissimi casi di malattia mentale erano semmai possessioni spiritiche.
Nel suo libro Multiple Man (1986) Adam Crabtree asserisce di aver accettato come ipotesi  la possibilità che, in certi soggetti affetti da personalità multiple, sia all’opera una vera e propria possessione spiritica, benché dichiari di non rigettare comunque eventuali e ulteriori dottrine di ordine psicologico; peccato solo che i numerosi casi da lui citati non rientrino fra quelli che attestano dette convinzioni teoriche.
La prima esperienza di Crabtree nell’ambito della possessione riguardava una ragazza, tale Sarah Worthington, che versava in condizioni psichiche disastrose e cadeva in trance, durante la quale parlava con una voce diversa, una voce di un’anziana signora, vale a dire la nonna della medium. Questa anziana signora intendeva aiutare la nipote Sarah: quando la ragazza si rese conto di chi fosse quella voce che si manifestava, le ingiunse di lasciarla in pace, e non si manifestò più.
Come si vede, questo caso è in sintonia con quelli narrati dal dottor Wickland.
Un altro caso è quello della giovane Susan, vessata dallo spirito del padre (deceduto in un incidente automobilistico), il quale, in vita, l’aveva sempre minacciata sessualmente: non si era ancora convinto di essere passato a miglior vita e il legame incestuoso e ossessivo lo teneva ancora vicino alla povera ragazza; una volta convinto della sua condizione presente, quello spirito materiale e impuro lasciò in pace la giovine.
Il caso più eclatante è tuttavia quello di un docente, identificato col nominativo di “Art”. Al tempo del suo secondo matrimonio, questi fu preso da una forte sensazione di riluttanza, mentre una voce interiore censurava con forza ciò che a lui piaceva. La sua interpretazione dei fatti chiamava in causa un aspetto ancora sconosciuto, ma negativo, della sua personalità, alquanto vicino a quella ipercritica della madre, tale Veronica, che viveva a Detroit.
Quando il paziente cadeva in trance, Crabtree riusciva a entrare in contatto con la “madre” (così fu denominata l’entità), la quale affermò con decisione il possesso di Art.
La descrizione che fece Art della madre mise in risalto la passione morbosa di questa verso il figlio.
Crabtree suggerì allo spirito di passare magari più tempo con la “Veronica” che abitava a Detroit(con la quale l’entità si identificava, asserendo peraltro di condurre una vita alquanto grigia e monotona): quando quest’ultima fu operata di tumore, lo spirito non si manifestò più, ritenendo inopportuno quello spreco di preziosa energia.
Come interpretare quest’ultimo caso? Art soffriva di allucinazioni? O la madre tormentava davvero il figlio a distanza, benché ancora viva?
Nel libro di Frederic Myers I fantasmi dei viventi, viene citato il caso di una ragazza convinta che un tale, da lei appena conosciuto, durante il sonno prendeva possesso della di lei persona, invitandola ad atteggiamenti alquanto sconci e sconvenienti.
Benché Crabtree affermi di assumere l’idea di possessione spiritica solamente come una allettante ipotesi di lavoro, non ci vuole molto a rendersi conto del suo schierarsi dalla parte del dottor Wickland, atteggiamento condiviso anche dallo psichiatra californiano dottor Ralph Allison, il cui libro Minds In Many Pieces (1980) è considerato il più autorevole testo circa i disordini della personalità multipla (MDP).
Citiamo brevemente un paio casi che hanno coinvolto il ricercatore californiano.
Il primo è quello di una certa Janette, che aveva tentato di uccidere marito e figlio, con ogni probabilità in preda a una spiccata lacerazione psicologica. Il dottor Allison, ipnotizzata la paziente, si sentì rispondere con una voce roca e gracchiante che disse di chiamarsi Lydia; vi era stato un momento in cui la paziente aveva affermato di aver subito abusi sessuali nell’ambiente ospedaliero, e ciò poteva anche essere vero, viste le volgarità proferite dalla seconda personalità. In seguito, si aggiunse un’altra personalità, Karen, equilibrata e sensibile, grazie alla quale il dottor Allison riuscì a guarire Janette.
Un’altra volta, curando una ragazza di nome Sofia, nel tentativo di integrare dentro la sua psiche differenti personalità, lo psichiatra scoprì che due di queste restavano escluse.
Condotta la paziente in profonda trance ipnotica, Sofia era stata fatta regredire sino al momento della sua nascita. Era successa una cosa tremenda: il ginecologo, che era stato l’amante della madre, intendeva sopprimere i tre gemelli che stavano per venire alla luce, tuttavia era riuscito a soffocarne soltanto due, mentre Sofia si era salvata. Da quel momento, gli spiriti dei due gemelli soffocati si erano attaccati alla ragazza. Alla fine, lo psichiatra riuscì a rimuovere le personalità appena abbozzate dei due gemelli.
Al termine della sua opera, il dottor Allison conclude onestamente che le cause che possono spiegare una MPD possono essere diverse, fra le quali certamente la nevrosi o un trauma violento. Nell’elenco egli inserisce però anche il concetto di “possessione da parte di un vivente”, dello spirito di un defunto, oppure di un’entità non umana. A tal proposito, il riferimento va alle possessioni demoniache.
In un suo studio sulla personalità multipla, il parapsicologo Stanley Krippner rivela che un crescente numero di psichiatri sarebbe propenso a considerare accettabile la teoria della possessione spiritica.
Dunque? Cosa pensare?
Se, come Hyslop, accettiamo il concetto di “sopravvivenza” e se, come Kardec, accettiamo che, in determinate situazioni, gli spiriti possono convivere nella mente di un incarnato, allora viene spontaneo pensare a casi di possessione spiritica. Ad ogni modo è bene sottolineare che, nello spiritismo, questo genere di fenomeni non è frequente, data la difficoltà che uno spirito incontra nelle operazioni di impossessamento: è necessaria, conditio sine qua non, una perfetta affinità e sintonia tra possessore e posseduto.
Il caso di Loudun sembra offrire spunti su questo fronte: pare che la potenziale carica sessuale repressa della madre superiora abbia scatenato il tutto, invasando le consorelle.
Proprio una ventina di anni prima del caso di Loudun, la quattordicenne Madeleine de Demandolx de la Palud era stata sedotta da padre Louis Gaufridi, di oltre vent’anni più anziano di lei; scoperta la tresca, la giovine fu allontanata presso un altro convento. Dopo due anni, la ragazza asseriva di vedere il diavolo e cominciò a frantumare il crocefisso, contagiando, con la sua isteria, le consorelle. Gaufridi, accusato dalla stessa Madeleine di averla violentata e di averla indotta al satanismo, fu costretto ad esorcizzarla ma, avendo fallito, fu condannato alla prigionia.
Al processo la giovine ritrattò la sua deposizione ma, nel mentre, iniziò a dimenarsi con fare sconveniente di fronte alla corte: il giudice, a quel punto, fece torturare Gaufridi e lo condannò al rogo.
Ora, all’epoca (XVII secolo), la fornicazione era purtroppo pratica diffusa nel clero e vi sono stati altri casi assai simili a quello appena descritto, storie in cui vennero a galla anche pratiche sataniche officiate da chierici stessi, oltre che fornicazioni illecite e presunte possessioni demoniache.
Resta da chiedersi se esista effettivamente una tipologia di fenomeno catalogabile come “possessione demoniaca”; in proposito, il caso più inquietante è quello di Loudun. Ci si potrebbe tuttavia chiedere come mai ben cinque esorcisti furono anch’essi invasati, fino a giungere al decesso di ben quattro di essi. Secondo l’opinione di chi scrive questo articolo (credente nella possessione demoniaca e, più in generale, nella possessione spiritica), una simile domanda non influisce sul fatto che esista o meno la fenomenologia di “possessione demoniaca”: semmai, cambia l’informazione che eventualmente si ha di detto gruppo di fenomeni, nel senso che può essere che ancora non ne sappiamo tutto.
Nel 1927, a Città del Capo (Sudafrica) comparve un libro, scritto da una certa Helen Quatermaine (forse uno pseudonimo), dal titolo Who Are the Dead?, nel quale l’autrice fornisce uno spunto interessante per l’intera questione.
A suo dire, riprendendo la tradizione occulta, l’essere umano, o,tre al corpo fisico, possiede anche il cosiddetto “corpo della personalità” (psiche), che permea quello fisico, di costituzione più sottile di quello fisico; i punti di contatto tra questi due sono i “chakras”, le sette ghiandole endocrine.
Il problema consiste nel tenere allineati questi diversi corpi, dal momento che, nella maggioranza delle persone, tendono a slittare in posizione disarmonica, sbilanciata sovente sul lato destro. Ciò segnala che il lato sinistro è conseguentemente scoperto e dunque vulnerabile, soggetto ad essere invaso da entità disincarnate. Lo sfasamento tra i due corpi si verifica specie quando siamo agitati, impauriti o arrabbiati: se queste condizioni permangono per diverso tempo, è possibile il verificarsi di scompensi, poiché l’energia che tende a riportare l’equilibrio si affievolisce, con immaginabili conseguenze sull’individuo.
L’autrice cita il caso di una certa Barbara Graham, giustiziata nella camera a gas del penitenziario di san Quintino nel 1953, dopo una rapina finita male. Tradita dalla testimonianza di uno della banda di criminali cui si era sciaguratamente affiliata, lei, prima di essere giustiziata assieme ai membri supersiti e detenuti, profetizzò che tutti coloro che erano coinvolti con lei in quella rapina con omicidio sarebbero morti prematuramente, cosa che, a detta dell’autrice del libro, sarebbe avvenuta, a causa del “corpo della personalità” di Barbara. Tuttavia la storia presenterebbe imprecisioni non di poco conto circa le tempistiche e le modalità del decesso degli altri componenti della banda.
Una cosa sembra certa, a proposito di tutte le interpretazioni esposte e di tutti i casi ivi narrati: non si tratterebbe solo ed esclusivamente di problemi psichiatrici.
Bibliografia:
- Colin & Damon Wilson, il grande libro dei misteri irrisolti, edizioni Mondolibri, Milano, aprile 2003.

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