martedì 7 giugno 2011

GLI ITALIANI PENSANO ALLO STATO ANCORA IN TERZA PERSONA: PENSANO ANCORA AL RE.

Prendo spunto da una lettera a firma di Duglas Calzorari di Bondeno (FE) apparsa oggi sul Carlino, dal titolo inquietante il premier si affidi a Emanuele Filiberto: scrive...fossi il premier affiderei il recupero della sua immagine a Emanuele Filiberto, magari supportati dal fido pupo, Non è una provocazione, noi votanti vorremmo vedere nel potere il bene e non il sopruso.
Ecco prendendo spunto da questa lettera, vi racconto una cosa, ieri in treno tra un salire e scendere ho facco conoscenza con una ex professoressa di lettere toscana di cui non farò il nome, been questa professoressa mi ha dato spunto al titolo che vedete in apice. Ebbene si la prof mi ha detto ma come si può fare a fargli entrare in zucca a tutti sti italiani che lo stato siamo noi?, quando sono i primi a parlare in terza persona dello stato? " lo stato mi ha rubato tante di quelle tasse", lo stato è lento in questo e quel settore" "lo stato non fa nulla per la pulizia delle città" vedete, la prof ha ragione, ma se uno sputa una gomma a terra, (continua la prof) tu sporchi il mio marciappiedi e siccome in casa mia tu non sputi a terra non lo fai neanche a casa tua tantomeno in quella degli altri.... (il concetto di stato siamo noi). cara Professoressa ha ragione, gli Italiani pensano ancora alla stato in terza persona, forse come dice lei hanno bisogno di un re, per applaudirlo, un re per fischiarlo, un Re da uccidere, un Re da seguire, ma non hanno capito che essere in una repubblica vuol dire essere tutti noi un pò Re.

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