sabato 16 giugno 2012

Terremoto: nel reggiano 1938 sfollati a Reggiolo, nessuno ne parla e qualcuno dice ai giornalisti di non andarci… perché


  • Terremoto: nel reggiano 1938 sfollati a Reggiolo, nessuno ne parla e qualcuno dice ai giornalisti di non andarci… perché?

    Sono quasi duemila le persone sfollare nel reggiano a causa del sisma. Alle 17 di oggi secondo le verifiche della Prefettura dopo la visita di Gabriella Capo della protezione civile erano, infatti, 1938 i senzatetto in provincia di Reggio Emilia: nello specifico a Reggiolo, 102 a Rolo, di cui una sessantina nel campo di accoglienza, 77 a Correggio, 65 a Guastalla, 60 a Luzzara, 39 a Rio Saliceto. Questi ultimi, pero' sono stati tutti ospitati da parenti o amici.
    Altri 30 sono sfollati a Reggio Emilia, 11 dei quali sistemati nella palestra Bergonzi, infine 15 persone sono fuori casa a Fabbrico. Al momento sono due i campi di accoglienza allestiti nel Reggiano, quello totalmente organizzato dai medici di base di Reggiolo con l’apporto della Croce Rossa Italiana e la protezione Civile locale, nessun segno dello Stato con la S maiuscolo solo una nota strana, molto strana quasi inquietante, nessun giornalista se non un paio locali hanno segnalato il grave stato di reggiolo, qualcuno dice ordini dall’alto… cosa vuol dire? Chi sono? E perché? Pensate che delle persone mentre sono andate a prendere a reggio le tende per i terremotati , i funzionari vedenso documenti di residenza di reggiolo hanno detto “ ma non ci siete nella lista dei terremotati”… io ci sono stato ed è tutto drammaticamente distrutto. Perché questo silenzio dai media nazionali italiani?
    Tornando ad uno di questi campi di terremotati quello al Parco dei Salici in via IV Novembre a Reggiolo, con 7700 posti letto e una cucina da 400 pasti all'ora; ma che per entrare devi dare il documento perché effettivamente è più un campo profugi (come lo ha definito il vice Sindaco di Reggiolo) l'altro nell'ex campo sportivo di via Pertini a Rolo, in grado di accogliere 300 persone e con una cucina da 150 pasti all'ora.
    Che tristezza che desolazione, ed ecco Monti che invece di fare il suo lavoro, va a Bologna ad istigare i centri sociali.
    Michel Upmann

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