Il CENTRO STUDI KRISHNAMURTI
- Krishnamurti Committee Italy
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Jiddu Krishnamurti (1895-1986) nasce il 12 maggio 1895 a Madanapalle, nell’India del Sud. Al primo periodo della sua vita, sotto la tutela di Charles Webster Leadbeater (1854-1934) e di Annie Besant (1847-1933), si è fatto cenno a proposito della Società Teosofica. Dopo il distacco dalla Società Teosofica, del 1929, Krishnamurti intraprende una lunga carriera di maestro, educatore e filosofo indipendente. La verità, annuncia, è non solo “un paese senza strade”, ma anche “un cammino senza sentieri”. Fino alla morte, manterrà fermo che quanto è essenziale nel suo pensiero si trova nel discorso del 2 agosto 1929 a Ommen, in Olanda, in cui scioglie l’Ordine della Stella d’Oriente che era stato fondato – nel 1911 – per preparare la sua rivelazione come Maestro Mondiale. La verità, afferma in quell’occasione Krishnamurti, “non può essere organizzata” e non è accessibile tramite religioni, sette, movimenti. Sfugge anche all’analisi intellettuale, e la si può trovare solo nell’osservazione di se stessi (talora nello specchio della relazione con gli altri): osservazione “pura” e non introspezione, perché l’introspezione ci mette in contatto con un complesso di simboli che ci sono stati imposti dalla tradizione e dall’ambiente e ci rinchiudono nel cerchio della superficialità. Come la verità non è nell’analisi razionale, così la libertà non è nella scelta della volontà. La libertà è anch’essa “osservazione pura, senza direzione”, “consapevolezza senza scelta della nostra esistenza e attività quotidiane”.
Nel sistema di Krishnamurti non ci sono, a rigore, tecniche, ma si insegna che “la negazione totale è l’essenza del positivo”: solo dalla negazione di tutto quanto il pensiero e la psicologia hanno accumulato emerge l’amore, che è compassione e intelligenza. Se organizzare movimenti è inutile, non è invece vano educare, e Krishnamurti si dedica attivamente alla fondazione di scuole in India, in Inghilterra e negli Stati Uniti. Solo negli anni 1980 vi si aggiunge un programma di educazione per gli adulti.
Nonostante alcune sgradevoli controversie sulla sua vita privata (continuate dopo la sua scomparsa, in occasione della pubblicazione di contrastanti memorie di persone che gli erano state vicine), quando Krishnamurti muore – il 17 febbraio 1986 a Ojai, in California (una cittadina che conta numerose istituzioni di area teosofica) – è celebrato come un maestro spirituale che gode di unanime rispetto. Nella stessa Società Teosofica, molti anni dopo la traumatica rottura del 1929, i suoi scritti sono letti e apprezzati.
Già in vita, il maestro indiano si era preoccupato di creare tre fondazioni per preservare la sua eredità e i suoi scritti, disseminare il suo insegnamento e gestire le scuole da lui fondate: il Krishnamurti Foundation Trust Ltd. in Inghilterra (1968), la Krishnamurti Foundation of America (1969) e la Krishnamurti Foundation India (1971). Oggi queste fondazioni sono al centro di una rete internazionale di centri studi. In Italia era stata a suo tempo fondata in ambiente teosofico una sezione dell’Ordine della Stella d’Oriente, con sede a Torino dove pubblicava il mensile La Stella. La Società Teosofica era guardata con sospetto dal regime fascista, il quale non comprese immediatamente la portata della separazione di Krishnamurti da Annie Besant, così che – quando il maestro indiano venne per la prima volta in Italia nel 1930 – due sue conferenze a Roma e a Firenze furono proibite. Successivamente – come confermano le ricerche negli archivi della Polizia Politica di Michele Beraldo (di cui cfr. “Krishnamurti nell’occhio della polizia politica”, in Esoterismo e Fascismo. Storia, interpretazioni, documenti, a cura d Gianfranco de Turris, Mediterranee, Roma 2006, pp. 67-73) – le autorità italiane si resero conto che Krishnamurti non era un agente della Società Teosofica, ma poteva costituire un’alternativa a essa. Non fu pertanto disturbato in occasione sia di un viaggio in Italia nel 1933, sia di un lungo soggiorno a Roma nel 1937, sorvegliato dalla Polizia Politica che però produsse dei rapporti sostanzialmente favorevoli a Krishnamurti. Gli stessi documenti attestano peraltro che i seguaci italiani del maestro erano “pochissimi”. Per una presenza organizzata in Italia delle fondazioni di Krishnamurti si deve attendere l’incontro – nel 1976 – fra il maestro e il milanese ingegner Giovanni Turchi, che fa da traduttore in lingua italiana per il maestro negli incontri tenuti a Saanen, in Svizzera. L’attività si svolge da allora regolarmente a Milano e in anni più recenti a Torino, Varese, Napoli e a Pietralunga (Perugia), dove ha sede la Casa della Pace Sant’Andrea (tel. , e-mail santandrea@casadellapace.org), un agriturismo nelle boscose colline dell’Umbria fondato nel 1988 da Santi Borgni, all’interno del quale opera un Centro Krishnamurti.
L’influenza di Krishnamurti – non casualmente, trattandosi di un maestro che ha sempre diffidato delle organizzazioni – si esercita comunque attraverso i suoi scritti, molto al di là di qualunque attività organizzata dalle fondazioni o centri che portano il suo nome.
B.: Le traduzioni italiane di opere di Krishnamurti sono numerose. Alcune fra le più importanti sono state pubblicate dalla casa editrice fondata a Milano dall’ingegner Giovanni Turchi, Aequilibrium, fra cui: La rete del pensiero. Discorsi a Saanen e ad Amsterdam, 1981(1987); Un gioiello da scoprire: Brockwood Park, 1984 (1990); Il libro della vita: meditazioni quotidiane con Krishnamurti (1997); nonché da Astrolabio-Ubaldini, Roma; fra queste ultime:Andare incontro alla vita (1993), (con Allan W. Anderson) Un modo diverso di vivere. Conversazioni sull’uomo (1994), Sulla libertà (1996), Sull’uomo e la solitudine (1996),Meditazione (1997), Sulla paura (1998), Sul vivere e sul morire (1998), Libertà totale (1998),Sul rapporto (2000). Cfr. pure, presso lo stesso editore, Mary Lutyens, La vita e la morte di Krishnamurti (1990). Il teosofo italiano Edoardo Bratina è autore del volume J. Krishnamurti a confronto con la Psicanalisi: la via alla liberazione dell’uomo, Edizioni Adyar, Settimo Vittone (Torino) 1998. Cfr. pure Stuart Holroyd, Krishnamurti. L’uomo, il mistero ed il messaggio, trad. it., Il Punto d’Incontro, Vicenza 1993.
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