MONS. APPIGNANESI: INFAME E PERFIDO LO SPETTACOLO DI CASTELLUCCI. GAY RIGURGITO DEL MALE
Con Monsignor Ennio Appignanesi, arcivescovo di Potenza, parliamo del contestato spettacolo di Castellucci che sbarcherà sulle scene a Milano dal 24 gennaio. Il Prelato è con il dente avvelenato: "ho già letto su Avenire cose molto gravi su questo evento teatrale, ma aggiungo volentieri qualche cosa". Prego: "chi sceglie un simbolo sacro come Cristo, che sulla croce è morto per tutti, al fine di realizzare spettacoli indecenti, compie un atto lurido e perfido. Siamo davanti non soltanto ad un grave insulto alla divinità e questo di per sè stesso mi pare molto, ma molto grave. Ma anche contro la ragione". Per quale motivo? "perchè non ha senso vomitare volgarità sul crocifisso, considerando che è un segno relativo a tutta la storia dell'Occidente. In casi del genere, non ha alcun senso parlare di libertà. Ci troviamo innanzi ad un abuso della libertà, della libertà usata male e in senso perverso". I cattolici che dovessero andare a vederlo, che cosa rischiano?
"intanto vedere quella roba non è da cattolici e confido davvero nella loro intelligenza. Poi chi cattolico, ci andasse con la coscienza e volontà di profanare Cristo, da solo si mette fuori della comunione della Chiesa".
Eccellenza, è giusto domandarsi, ma chi finanzia e chi sta dietro questi spettacoli?
"la domanda io me la sono posta tante volte e anche in altre circostanze. Credo che siano le solite lobby che odiano la Chiesa e ne vogliono vedere la fine. Siccome non ci riescono, provano gran piacere a denigrarla. Tra i maggiori sospettati ci vedo, per esempio, la massoneria o raggruppamenti di gay. Insomma, tutte quelle porzioni di società che la Chiesa pretende in nome di Dio, di mettere in regola".
I gay?
"certo, anche loro odiano la Chiesa cattolica, basti vedere quello che combinano durante le parate dell'orgoglio gay. Ma orgoglio di che cosa, di una vita contro natura? Loro, quando parlano di orgoglio, sono soltanto un rigurgito del male, una manifestazione di orgoglio di pervertiti".
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