Situazione disastrosa anche qui in Libia, almeno 12 persone sono state uccise e centinaia di feriti per le proteste anti-governative nella città nord-orientale della Libia di Al-Baida e la città orientale di Bengasi.
Ispirati dalle rivolte popolari in Egitto e Tunisia, i manifestanti libici hanno inoltre protestato nella famosa "Giornata di rabbia" di ieri Giovedi, nel tentativo di sfidare la regola 41°anno del governo del colonnello Muammar Gheddafi, che è stato accusato di violazioni dei diritti umani.
Citando siti dell'opposizione e delle ONG, e le notizie dateci dai nostri amici dell’agenzia Al-Arabiya ci hanno riferito che le forze di sicurezza e le milizie dei Comitati rivoluzionari sono sul piede di guerra, infatti appena giunti sul posto abbiamo visto che hanno aperto il fuoco contro i manifestanti per la pace, per lo più giovani manifestanti nella città di Al-Baida, uccidendo almeno 10 persone.
Per l’agenzia dei diritti umani e di solidarietà, con sede a Ginevra, ci hanno riferito che dei testimoni di Al-Baida che alcuni cecchini hanno aperto il fuoco dalla cima dei palazzi, uccidendo almeno 22 manifestanti.
L’Agenzia stampa France Press ha riferito che almeno sei persone sono state uccise e 38 ferite nella seconda città più grande del paese di Bengasi, dove la protesta è iniziata Mercoledì, quando almeno 155 persone sono rimaste ferite.
Un gruppo su Facebook chiedendo la "Giornata della Rabbia" ha 4.400 utenti registrati il Lunedi, ma il numero è più che raddoppiato a circa 10.000 entro il Mercoledì successivo a Bengasi.
Gheddafi, salito al potere con un colpo di stato del 1969, è il leader più longevo sia in Africa che il mondo arabo.
La scintilla della protesta si crede che sia la detenzione dalle forze di sicurezza libiche di un grande avvocato libico dei diritti umani Fathi Terbil. Terbil riferito, è stato successivamente rilasciato.
Media locali ha detto detto che quelle delle piazze delel città sono manifestazioni pro-Gheddafi.
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