sabato 11 giugno 2011
BATTAGLIA PER QUORUM, LA SINISTRA IN PIAZZA URLA "GOVERNO A CASA"
BATTAGLIA PER QUORUM, LA SINISTRA IN PIAZZA URLA "GOVERNO A CASA"
di Michel Upamnn
Centrosinistra in piazza al fianco di movimenti e associazioni, ministri e parlamentari del centrodestra a casa o, come nel caso del premier Silvio Berlusconi a Portofino per il compleanno del nipote, già immersi nel riposo del fine settimana. La battaglia per il quorum è nella presenza o nell'assenza della politica dalla scena pubblica nel giorno di chiusura della campagna referendaria. "Il quorum è a portata di mano", suona la carica Pier Luigi Bersani, a piazza del Popolo insieme a Di Pietro e ai Verdi ma non sul palco per evitare di dare colore politico all'evento allontanando dalle urne gli elettori del centrodestra. E' il quorum il vero scoglio che i sostenitori del referendum puntano a superare con una mobilitazione che ammette ogni forma espressiva, dagli striscioni srotolati sui monumenti simbolo, alle tradizionali manifestazioni di piazza fino ai concerti serali in molte città. Un obiettivo difficile, ammettono centrosinistra e Terzo Polo, usando metafore per descrivere l'impresa ardua. "E' come scalare una montagna ma sono convinto che basta allungare la mano per afferrarlo", afferma Bersani che chiama tutti a mettere la sveglia presto domenica mattina proprio per mandare un segnale agli indecisi. "Siamo come quelli - è l'immagine usata da Antonio Di Pietro - che stanno per arrivare alla riva del risultato e quando qualcuno gli chiede se si sta per arrivare, io rispondo: 'Nuota, fratello, nuota''. E per convincere alle urne Massimo D'Alema cita due figure super partes: "Sono d'accordo con il presidente della Repubblica e con il Papa". La maggioranza sceglie, invece, il basso profilo per depotenziare l'appuntamento referendario. Dopo aver difeso il diritto al non voto, il premier Silvio Berlusconi, così come Umberto Bossi, oggi restano in silenzio. Ma respingono la rappresentazione, che arriva dal centrosinistra, che chi non vota non fa il proprio dovere. "Il non voto è un diritto costituzionale", rivendica il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi. E il capogruppo Pdl Fabrizio Cicchitto parla di "tendenza alla demonizzazione" verso chi non voterà a favore, replicando a Bersani e Franceschini che avevano definito "disdicevole" e come "un segno di degrado" la decisione di Berlusconi di non votare. In realtà, sotto traccia, la vera battaglia politica nei due fronti va al di là del quorum e della vittoria dei sì. Per convincere al voto anche gli elettori di centrosinistra, il segretario Pd ribadisce che non "é l'ora X" ed il referendum non è la spallata al governo. Ma in realtà, come spiega Rosy Bindi, l'obiettivo è indebolire la maggioranza dopo la sconfitta alle amministrative, "dare un'altra botta al governo". Una sfida che però la maggioranza, già alle prese con un difficile rilancio, non raccoglie. Da giorni Berlusconi assicura che l'esito non avrà alcun effetto sul governo e, come dice oggi Cicchitto, "le chiacchiere stanno a zero per quello che riguarda il confronto politico in corso sul governo e sulla sua tenuta".
di Michel Upamnn
Centrosinistra in piazza al fianco di movimenti e associazioni, ministri e parlamentari del centrodestra a casa o, come nel caso del premier Silvio Berlusconi a Portofino per il compleanno del nipote, già immersi nel riposo del fine settimana. La battaglia per il quorum è nella presenza o nell'assenza della politica dalla scena pubblica nel giorno di chiusura della campagna referendaria. "Il quorum è a portata di mano", suona la carica Pier Luigi Bersani, a piazza del Popolo insieme a Di Pietro e ai Verdi ma non sul palco per evitare di dare colore politico all'evento allontanando dalle urne gli elettori del centrodestra. E' il quorum il vero scoglio che i sostenitori del referendum puntano a superare con una mobilitazione che ammette ogni forma espressiva, dagli striscioni srotolati sui monumenti simbolo, alle tradizionali manifestazioni di piazza fino ai concerti serali in molte città. Un obiettivo difficile, ammettono centrosinistra e Terzo Polo, usando metafore per descrivere l'impresa ardua. "E' come scalare una montagna ma sono convinto che basta allungare la mano per afferrarlo", afferma Bersani che chiama tutti a mettere la sveglia presto domenica mattina proprio per mandare un segnale agli indecisi. "Siamo come quelli - è l'immagine usata da Antonio Di Pietro - che stanno per arrivare alla riva del risultato e quando qualcuno gli chiede se si sta per arrivare, io rispondo: 'Nuota, fratello, nuota''. E per convincere alle urne Massimo D'Alema cita due figure super partes: "Sono d'accordo con il presidente della Repubblica e con il Papa". La maggioranza sceglie, invece, il basso profilo per depotenziare l'appuntamento referendario. Dopo aver difeso il diritto al non voto, il premier Silvio Berlusconi, così come Umberto Bossi, oggi restano in silenzio. Ma respingono la rappresentazione, che arriva dal centrosinistra, che chi non vota non fa il proprio dovere. "Il non voto è un diritto costituzionale", rivendica il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi. E il capogruppo Pdl Fabrizio Cicchitto parla di "tendenza alla demonizzazione" verso chi non voterà a favore, replicando a Bersani e Franceschini che avevano definito "disdicevole" e come "un segno di degrado" la decisione di Berlusconi di non votare. In realtà, sotto traccia, la vera battaglia politica nei due fronti va al di là del quorum e della vittoria dei sì. Per convincere al voto anche gli elettori di centrosinistra, il segretario Pd ribadisce che non "é l'ora X" ed il referendum non è la spallata al governo. Ma in realtà, come spiega Rosy Bindi, l'obiettivo è indebolire la maggioranza dopo la sconfitta alle amministrative, "dare un'altra botta al governo". Una sfida che però la maggioranza, già alle prese con un difficile rilancio, non raccoglie. Da giorni Berlusconi assicura che l'esito non avrà alcun effetto sul governo e, come dice oggi Cicchitto, "le chiacchiere stanno a zero per quello che riguarda il confronto politico in corso sul governo e sulla sua tenuta".
venerdì 10 giugno 2011
IL CASO BATTISTI: UNA VERGOGNA CHIAMATA BRASILE
«VIOLATI I PATTI» ... ’Pacta sunt servanda’
pubblicata da Michel Upmann il giorno giovedì 9 giugno 2011 alle ore 7.55«VIOLATI I PATTI» - Anche il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, ha espresso rammarico per la decisione e ha ricordato che «il ministero della Giustizia si è sempre mosso nella cornice disegnata dal diritto romano secondo cui ’Pacta sunt servanda’. Purtroppo, questo alto principio di legalità, che non è nelle disponibilità di alcuno, è stato gravemente ignorato, incrinando così la credibilità e l’efficacia delle leggi e dei trattati internazionali». Secondo Alfano «non si comprende per quale ragione il presidente Lula eccepisca l’articolo 3 del Trattato bilaterale, secondo il quale ci potrebbe essere un aggravamento della condizione personale dell’estradando che, nel caso in esame, è stato regolarmente condannato dalla giustizia italiana perché colpevole di efferati omicidi».
«VIOLATI I PATTI» ... ’Pacta sunt servanda’
pubblicata da Michel Upmann il giorno giovedì 9 giugno 2011 alle ore 7.55
«VIOLATI I PATTI» - Anche il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, ha espresso rammarico per la decisione e ha ricordato che «il ministero della Giustizia si è sempre mosso nella cornice disegnata dal diritto romano secondo cui ’Pacta sunt servanda’. Purtroppo, questo alto principio di legalità, che non è nelle disponibilità di alcuno, è stato gravemente ignorato, incrinando così la credibilità e l’efficacia delle leggi e dei trattati internazionali». Secondo Alfano «non si comprende per quale ragione il presidente Lula eccepisca l’articolo 3 del Trattato bilaterale, secondo il quale ci potrebbe essere un aggravamento della condizione personale dell’estradando che, nel caso in esame, è stato regolarmente condannato dalla giustizia italiana perché colpevole di efferati omicidi».
BATTISTI: TERSIGNI (FIAMMA TRICOLORE), BOICOTTIAMO I PRODOTTI BRASILIANI
pubblicata da Michel Upmann il giorno giovedì 9 giugno 2011 alle ore 20.21BATTISTI: TERSIGNI (FIAMMA TRICOLORE), BOICOTTIAMO I PRODOTTI BRASILIANI
"Vergognoso ciò che è accaduto. La reazione dell'Italia deve essere dura. Ma ancor più vergognosa fu una sinistra che gli consentì la fuga in Brasile e una Carla Bruni capofila dei difensori dell'infame assassino. La Fiamma Tricolore, in risposta alla scarcerazione di Battisti, ha deciso di boicottare le merci provenienti dal Brasile. Invito le destre italiane a una manifestazione nazionale sotto l'Ambasciata brasiliana di Roma". Lo dichiara in una nota il Segretario Romano e Dirigente della Fiamma Tricolore Destra Sociale, Stefano Tersigni.
BATTISTI: TERSIGNI (FIAMMA TRICOLORE), BOICOTTIAMO I PRODOTTI BRASILIANI
pubblicata da Michel Upmann il giorno giovedì 9 giugno 2011 alle ore 20.21
BATTISTI: TERSIGNI (FIAMMA TRICOLORE), BOICOTTIAMO I PRODOTTI BRASILIANI
"Vergognoso ciò che è accaduto. La reazione dell'Italia deve essere dura. Ma ancor più vergognosa fu una sinistra che gli consentì la fuga in Brasile e una Carla Bruni capofila dei difensori dell'infame assassino. La Fiamma Tricolore, in risposta alla scarcerazione di Battisti, ha deciso di boicottare le merci provenienti dal Brasile. Invito le destre italiane a una manifestazione nazionale sotto l'Ambasciata brasiliana di Roma". Lo dichiara in una nota il Segretario Romano e Dirigente della Fiamma Tricolore Destra Sociale, Stefano Tersigni.
"Vergognoso ciò che è accaduto. La reazione dell'Italia deve essere dura. Ma ancor più vergognosa fu una sinistra che gli consentì la fuga in Brasile e una Carla Bruni capofila dei difensori dell'infame assassino. La Fiamma Tricolore, in risposta alla scarcerazione di Battisti, ha deciso di boicottare le merci provenienti dal Brasile. Invito le destre italiane a una manifestazione nazionale sotto l'Ambasciata brasiliana di Roma". Lo dichiara in una nota il Segretario Romano e Dirigente della Fiamma Tricolore Destra Sociale, Stefano Tersigni.
nella notte (in Italia) Battisti ha lasciato il carcere, Uno Stato, Una vergogna chiamata BRASILE
pubblicata da Michel Upmann il giorno giovedì 9 giugno 2011 alle ore 7.25
Battisti ha lasciato il carcere, Una vergogna chiamata BRASILE
Nella notte (in italia erano circa le 4) quando il terrorista rosso, Battisti ha lasciato il carcere, Uno Stato che si macchia di infamia, Una vergogna chiamata BRASILE
All'uscita dal carcere battisti non ha lasciato nessuna dichiarazione, probabilmente restera' in Brasile, meglio per lui che se mette piede in Europa sarebbe immediatamente arrestato. Un personaggio squallido, come squallido è il paese BRASILE che lo ha liberato. Speriamo in una risposta del governo italiano con una posizione forte, un blocco dei prodotti brasiliani, ed anche una stretta nell'ingresso dei loro cittadini.
Cesare Battisti e' uscito dal carcere di Papuda, a Brasilia, dove era detenuto da piu' di quattro anni, in seguito all'ordinanza di scarcerazione dell'Alta corte brasiliana. All'uscita dal penitenziario non ha rilasciato dichiarazioni ma si e' limitato a salutare con la mano. 'Mi ha detto che ha scelto di vivere in Brasile, probabilmente per lavorare come scrittore, qui ha molti amici', ha detto il suo avvocato, Luis Roberto Barroso.
Un consiglio, una seria e pacifica rappresaglia, per il terrorista rosso che non è stato consegnato, che gli italiani si ribellino e chiadano al governo il rimpatrio di almeno di 1000 brasiliani.
Nella notte (in italia erano circa le 4) quando il terrorista rosso, Battisti ha lasciato il carcere, Uno Stato che si macchia di infamia, Una vergogna chiamata BRASILE
All'uscita dal carcere battisti non ha lasciato nessuna dichiarazione, probabilmente restera' in Brasile, meglio per lui che se mette piede in Europa sarebbe immediatamente arrestato. Un personaggio squallido, come squallido è il paese BRASILE che lo ha liberato. Speriamo in una risposta del governo italiano con una posizione forte, un blocco dei prodotti brasiliani, ed anche una stretta nell'ingresso dei loro cittadini.
Cesare Battisti e' uscito dal carcere di Papuda, a Brasilia, dove era detenuto da piu' di quattro anni, in seguito all'ordinanza di scarcerazione dell'Alta corte brasiliana. All'uscita dal penitenziario non ha rilasciato dichiarazioni ma si e' limitato a salutare con la mano. 'Mi ha detto che ha scelto di vivere in Brasile, probabilmente per lavorare come scrittore, qui ha molti amici', ha detto il suo avvocato, Luis Roberto Barroso.
Un consiglio, una seria e pacifica rappresaglia, per il terrorista rosso che non è stato consegnato, che gli italiani si ribellino e chiadano al governo il rimpatrio di almeno di 1000 brasiliani.
Bologna (Italy): Baby gang, fermata la 'capo', della Bolognina e della Mazzini Warriors
Baby gang, fermata la 'capo', della Bolognina e della Mazzini Warriors
pubblicata da Michel Upmann il giorno giovedì 9 giugno 2011 alle ore 23.40
Baby gang, fermata la 'capo', della Bolognina e della Mazzini Warriors
La Squadra Mobile ha eseguito sette provvedimenti restrittivi nei confronti di due ragazze che fanno parte della banda accusata di violenze gratuite e rapine contro anziani, donne e disabili.
Violenze gratuite contro anziani, donne e disabili, oltre che schiaffi e calci a coetanei, a volte a scopo di rapina, altre volte solo per dimostrare al gruppo di essere capaci di violenza. Sono almeno una decina gli episodi di questo tipo attribuiti dalla Squadra mobile di Bologna ai ragazzini membri della baby-gang 'Bolognina e Mazzini warriors'.
Hanno tra i 13 e i 15 anni e sono "terribili": non si fanno scrupoli nell agire violentemente e scelgono le proprie vittime sempre tra persone all'apparenza deboli. La 15enne leader della banda e un'altra 14enne ed una 13enne sono finite in una comunita' per minori: e' la misura restrittiva chiesta dal pm minorile Silvia Marzocchi (che non ha concesso gli arresti domiciliari per i crimini troppo gravi e gratuiti) e concessa e confermata dal gip. Il provvedimento e' relativo a 5 episodi: una rapina commessa il 28 marzo scorso ai danni di due coetanee in via Ugo Bassi all'ora di pranzo. All'aggressione parteciparono almeno cinque componenti della baby-gang, ma le sette giovani finite in comunita' sono le uniche che quel giorno con piu' di 13 anni. Di episodi, prima e dopo questa rapina, secondo la Polizia ce ne sono stati molti altri. Danneggiamenti alle serrande di negozi, schiaffi ai coetanei e aggressioni ad anziani: in un caso, addirittura, se la sono presa con
Bruno vasari, vicepresidente dell'associazione nazionale ex deportati, intervenuto in difesa di un anziano aggredito. Lo hanno colpito e riempito di insulti; oggi il numero uno della Squadra mobile Fabio Bernardi gli ha chiesto pubblicamente scusa, come agente e come cittadino. La rapina fatta in via Ugo Bass fu scatenata, ha ricostruito la Polizia, da una sorta di 'sfida' tra due ragazzine della baby-gang. Una accusava l'altra di non aver dimostrato nulla al gruppo e lei allora ha puntato due ragazzine appena uscite da scuola per derubarle.
In via Ugo Bassi il gruppo agi' insieme, in modo violento: le due ragazze furono accerchiate e a una fu strappato lo zaino. La babybulla ha tirato fuori il diario e un peluche e li ha scagliati a terra; quando la vittima ha fatto per raccoglierli ha preso uno schiaffo. Poi alle due e' stato rubato un Ipod ritrovato una settimana dopo, durante una perquisizione, in camera di una delle due ragazzine finite in comunita'. La rapina si e' conclusa con me minacce alle vittime di non chiamare la Polizia, ma la cosa non e' finita li': due passanti, infatti, vedendo le ragazzine in lacrime, sono intervenuti e hanno 'acciuffato' due baby-bulli che si stavano allontanando. A quel punto, la 13enne che la Polizia considera la leader morale dei Bolognina e della Mazzini warriors, si e' messa a gridare "Aiuto, mi stanno violentando". Con lo scompiglio che si e' creato, i due sono riusciti ad allontanarsi. Piu' tardi, poi, quello stesso 28 marzo, le due ragazzine furono fermate dai poliziotti di quartiere (che stavano dietro da tempo alla gang e hanno dato un contributo fondamentale alle indagini della Mobile) e portate in Questura. Qui la 15enne si e' dimostrata sbruffona e impertinente: "Non ho tempo da perdere" ha detto agli agenti, aggiungendo: "Tanto sono minorenne, non potete farmi nulla". Cercava inoltre di scaricare le responsabilita' sui bulli piu' piccoli. Al di la' dell'episodio del 28 marzo, ci sono altri episodi che la Polizia attribuisce alla gang, formata da una decina di persone tra i 13 e i 15 anni.
Nel dicembre scorso del 2010 la gang aggredi' un coetaneo in piazza Maggiore e gli rubarono cappellino e cellulare (per questo allora furono denunciati due ragazzini); nel gennaio scorso, imbratto' le serrande di diversi negozi del centro col logo della banda (Bolognina warriors) e ne prese a calci alcune, sotto gli occhi allibiti dei commercianti; in febbraio una ragazzina fu presa a schiaffi in piazza dell'Unita': furono dei passanti a strapparla dalle grinfie della banda. Il 15 febbraio, poi, la vittima fu una cassiera del Mc Donald intervenuta in difesa di una cliente che i baby-bulli stavano insultando. La donna e' dovuta andare in ospedale. In marzo, la baby-gang ha minacciato una donna dentro un bar e aggredito un coetaneo in via Matteotti: questo e' uno degli episodi piu' gravi, in cui un membro della baby-gang non ha esitato a colpire la vittima con un espositore per riviste in metallo, di quelli che si trovano fuori dai bar. Un ultimo episodio risale ad aprile, quando una ragazzina fu presa a schiaffi in piazza dell'Unita' appena scesa dall'autobus.
La Polizia spera che il provvedimento preso nei confronti delle due ragazzine piu' grandi serva di lezione alla baby-gang e metta fine alle violenze gratuite. Le azioni dei Bolognina warriors, spiega la Polizia, non nascono da dinamiche interne alle scuole, gelosie o invidie tra ragazzine; sono episodi di violenza fine a se stessa. Lo stesso gip, nel motivare il provvedimento, parla di "propensione a delinquere" e "pericolosita' sociale", sottolineando la "destrezza" e la "disinvoltura" con cui colpiscono. Se la permanenza in comunita' non fosse sufficiente, il giudice scrive che il prossimo passo sara' l'istituto minorile. Le famiglie da cui provengono i baby-bulli sono in parte normalissime, e non rivedranno i loro ragazzi per molto tempo.
La Squadra Mobile ha eseguito sette provvedimenti restrittivi nei confronti di due ragazze che fanno parte della banda accusata di violenze gratuite e rapine contro anziani, donne e disabili.
Violenze gratuite contro anziani, donne e disabili, oltre che schiaffi e calci a coetanei, a volte a scopo di rapina, altre volte solo per dimostrare al gruppo di essere capaci di violenza. Sono almeno una decina gli episodi di questo tipo attribuiti dalla Squadra mobile di Bologna ai ragazzini membri della baby-gang 'Bolognina e Mazzini warriors'.
Hanno tra i 13 e i 15 anni e sono "terribili": non si fanno scrupoli nell agire violentemente e scelgono le proprie vittime sempre tra persone all'apparenza deboli. La 15enne leader della banda e un'altra 14enne ed una 13enne sono finite in una comunita' per minori: e' la misura restrittiva chiesta dal pm minorile Silvia Marzocchi (che non ha concesso gli arresti domiciliari per i crimini troppo gravi e gratuiti) e concessa e confermata dal gip. Il provvedimento e' relativo a 5 episodi: una rapina commessa il 28 marzo scorso ai danni di due coetanee in via Ugo Bassi all'ora di pranzo. All'aggressione parteciparono almeno cinque componenti della baby-gang, ma le sette giovani finite in comunita' sono le uniche che quel giorno con piu' di 13 anni. Di episodi, prima e dopo questa rapina, secondo la Polizia ce ne sono stati molti altri. Danneggiamenti alle serrande di negozi, schiaffi ai coetanei e aggressioni ad anziani: in un caso, addirittura, se la sono presa con
Bruno vasari, vicepresidente dell'associazione nazionale ex deportati, intervenuto in difesa di un anziano aggredito. Lo hanno colpito e riempito di insulti; oggi il numero uno della Squadra mobile Fabio Bernardi gli ha chiesto pubblicamente scusa, come agente e come cittadino. La rapina fatta in via Ugo Bass fu scatenata, ha ricostruito la Polizia, da una sorta di 'sfida' tra due ragazzine della baby-gang. Una accusava l'altra di non aver dimostrato nulla al gruppo e lei allora ha puntato due ragazzine appena uscite da scuola per derubarle.
In via Ugo Bassi il gruppo agi' insieme, in modo violento: le due ragazze furono accerchiate e a una fu strappato lo zaino. La babybulla ha tirato fuori il diario e un peluche e li ha scagliati a terra; quando la vittima ha fatto per raccoglierli ha preso uno schiaffo. Poi alle due e' stato rubato un Ipod ritrovato una settimana dopo, durante una perquisizione, in camera di una delle due ragazzine finite in comunita'. La rapina si e' conclusa con me minacce alle vittime di non chiamare la Polizia, ma la cosa non e' finita li': due passanti, infatti, vedendo le ragazzine in lacrime, sono intervenuti e hanno 'acciuffato' due baby-bulli che si stavano allontanando. A quel punto, la 13enne che la Polizia considera la leader morale dei Bolognina e della Mazzini warriors, si e' messa a gridare "Aiuto, mi stanno violentando". Con lo scompiglio che si e' creato, i due sono riusciti ad allontanarsi. Piu' tardi, poi, quello stesso 28 marzo, le due ragazzine furono fermate dai poliziotti di quartiere (che stavano dietro da tempo alla gang e hanno dato un contributo fondamentale alle indagini della Mobile) e portate in Questura. Qui la 15enne si e' dimostrata sbruffona e impertinente: "Non ho tempo da perdere" ha detto agli agenti, aggiungendo: "Tanto sono minorenne, non potete farmi nulla". Cercava inoltre di scaricare le responsabilita' sui bulli piu' piccoli. Al di la' dell'episodio del 28 marzo, ci sono altri episodi che la Polizia attribuisce alla gang, formata da una decina di persone tra i 13 e i 15 anni.
Nel dicembre scorso del 2010 la gang aggredi' un coetaneo in piazza Maggiore e gli rubarono cappellino e cellulare (per questo allora furono denunciati due ragazzini); nel gennaio scorso, imbratto' le serrande di diversi negozi del centro col logo della banda (Bolognina warriors) e ne prese a calci alcune, sotto gli occhi allibiti dei commercianti; in febbraio una ragazzina fu presa a schiaffi in piazza dell'Unita': furono dei passanti a strapparla dalle grinfie della banda. Il 15 febbraio, poi, la vittima fu una cassiera del Mc Donald intervenuta in difesa di una cliente che i baby-bulli stavano insultando. La donna e' dovuta andare in ospedale. In marzo, la baby-gang ha minacciato una donna dentro un bar e aggredito un coetaneo in via Matteotti: questo e' uno degli episodi piu' gravi, in cui un membro della baby-gang non ha esitato a colpire la vittima con un espositore per riviste in metallo, di quelli che si trovano fuori dai bar. Un ultimo episodio risale ad aprile, quando una ragazzina fu presa a schiaffi in piazza dell'Unita' appena scesa dall'autobus.
La Polizia spera che il provvedimento preso nei confronti delle due ragazzine piu' grandi serva di lezione alla baby-gang e metta fine alle violenze gratuite. Le azioni dei Bolognina warriors, spiega la Polizia, non nascono da dinamiche interne alle scuole, gelosie o invidie tra ragazzine; sono episodi di violenza fine a se stessa. Lo stesso gip, nel motivare il provvedimento, parla di "propensione a delinquere" e "pericolosita' sociale", sottolineando la "destrezza" e la "disinvoltura" con cui colpiscono. Se la permanenza in comunita' non fosse sufficiente, il giudice scrive che il prossimo passo sara' l'istituto minorile. Le famiglie da cui provengono i baby-bulli sono in parte normalissime, e non rivedranno i loro ragazzi per molto tempo.
ESCLUSIVA. Giallo: Trovato morto il papa' di Sandro Bondi (aveva stretto in mano cellulare con il numero 112)
ESCLUSIVA.............................................................Giallo: Trovato morto il papa' di Sandro Bondi (aveva stretto in mano cellulare con il numero 112)
pubblicata da Michel Upmann il giorno venerdì 10 giugno 2011
Giallo: Trovato morto il papa' di Sandro Bondi, unico figlio di Renzo Bondi, operaio di idee socialiste, e di Maria Bertoli, (aveva stretto in mano cellulare con il numero 112)
Renzo Bondi aveva 80 anni. Il decesso dicono sia dovuto ad un malore, (secondo soccorritori) invece trapelane alcune indiscrezioni sulla sua "strana" morte, infatti accanto al corpo è stato trovato il cellulare del renzo con un numero in uscita esattamente all'ora del decesso: chi ha chiamato? il 112 dei Carabinieri, la domanda sorge spontanea. Uno che sta male in giardino chiama un familiare o il 118 non i carabinieri. Per ora non sappiamo nulla dalla procura, ma la telefonata è partita e qualcuno dall'altra parte ha ascoltato per 346 secondi qualche cosa; una conversazione? un litigio? E' Giallo.
FIVIZZANO (MASSA CARRARA), Renzo Bondi, padre dell'ex ministro Sandro, e' stato trovato morto questa mattina, intorno alle 10, nell'orto adiacente alla sua abitazione a Fivizzano (Massa Carrara). Aveva 80 anni. E' stata la moglie a trovarlo. Stamani l'uomo era uscito come al solito da casa per andare a fare colazione al bar, poi aveva salutato gli amici ed era tornato alla propria abitazione per curare l'orto. Il decesso e' da attribuire, secondo i soccorritori, ad un malore. Ma il giallo si infittisce, quando poi recuperano affianco a lui il suo cellulare e vedono che aveva fatto il 112 per chiamare i carabinieri? E' Giallo
IL MINISTRO SANDRO BONDI:
Nel 2008 è nominato Ministro per i Beni e le Attività Culturali del Governo Berlusconi IV, lasciando la carica di coordinatore nazionale di Forza Italia a Denis Verdini. Nel corso del suo mandato, a Pompei crollano nel giro di poche settimane la Domus dei Gladiatori e altre tre strutture murarie. La notizia fa il giro del mondo, tanto da far giungere gli ispettori UNESCO. Alla Camera viene presentata in merito una mozione di sfiducia nei riguardi del Ministro Bondi, il quale due anni prima aveva commissariato l'area archeologica di Pompei, affidandola al prefetto Renato Profili. Il 26 gennaio 2011 la Camera dei Deputati con 608 presenti respinge la sfiducia con 314 no (Il Popolo della Libertà, Lega Nord, Iniziativa Responsabile e i deputati non iscritti ad alcuna componente Calogero Mannino e Francesco Nucara), 292 si (Partito Democratico, Italia dei Valori, Unione di Centro, Futuro e Libertà per l'Italia, Alleanza per l'Italia, Movimento per le Autonomie, Liberal Democratici, il deputato non iscritto ad alcuna componente Giuseppe Giulietti e il deputato delle minoranze linguistiche valdaostane Roberto Rolando Nicco) e 2 astenuti (Südtiroler Volkspartei)[5]
Il 23 marzo 2011 si dimette ufficialmente dal Ministero, che verrà affidato a Giancarlo Galan, fino a quel momento ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali[5].
Renzo Bondi aveva 80 anni. Il decesso dicono sia dovuto ad un malore, (secondo soccorritori) invece trapelane alcune indiscrezioni sulla sua "strana" morte, infatti accanto al corpo è stato trovato il cellulare del renzo con un numero in uscita esattamente all'ora del decesso: chi ha chiamato? il 112 dei Carabinieri, la domanda sorge spontanea. Uno che sta male in giardino chiama un familiare o il 118 non i carabinieri. Per ora non sappiamo nulla dalla procura, ma la telefonata è partita e qualcuno dall'altra parte ha ascoltato per 346 secondi qualche cosa; una conversazione? un litigio? E' Giallo.
FIVIZZANO (MASSA CARRARA), Renzo Bondi, padre dell'ex ministro Sandro, e' stato trovato morto questa mattina, intorno alle 10, nell'orto adiacente alla sua abitazione a Fivizzano (Massa Carrara). Aveva 80 anni. E' stata la moglie a trovarlo. Stamani l'uomo era uscito come al solito da casa per andare a fare colazione al bar, poi aveva salutato gli amici ed era tornato alla propria abitazione per curare l'orto. Il decesso e' da attribuire, secondo i soccorritori, ad un malore. Ma il giallo si infittisce, quando poi recuperano affianco a lui il suo cellulare e vedono che aveva fatto il 112 per chiamare i carabinieri? E' Giallo
IL MINISTRO SANDRO BONDI:
Nel 2008 è nominato Ministro per i Beni e le Attività Culturali del Governo Berlusconi IV, lasciando la carica di coordinatore nazionale di Forza Italia a Denis Verdini. Nel corso del suo mandato, a Pompei crollano nel giro di poche settimane la Domus dei Gladiatori e altre tre strutture murarie. La notizia fa il giro del mondo, tanto da far giungere gli ispettori UNESCO. Alla Camera viene presentata in merito una mozione di sfiducia nei riguardi del Ministro Bondi, il quale due anni prima aveva commissariato l'area archeologica di Pompei, affidandola al prefetto Renato Profili. Il 26 gennaio 2011 la Camera dei Deputati con 608 presenti respinge la sfiducia con 314 no (Il Popolo della Libertà, Lega Nord, Iniziativa Responsabile e i deputati non iscritti ad alcuna componente Calogero Mannino e Francesco Nucara), 292 si (Partito Democratico, Italia dei Valori, Unione di Centro, Futuro e Libertà per l'Italia, Alleanza per l'Italia, Movimento per le Autonomie, Liberal Democratici, il deputato non iscritto ad alcuna componente Giuseppe Giulietti e il deputato delle minoranze linguistiche valdaostane Roberto Rolando Nicco) e 2 astenuti (Südtiroler Volkspartei)[5]
Il 23 marzo 2011 si dimette ufficialmente dal Ministero, che verrà affidato a Giancarlo Galan, fino a quel momento ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali[5].
martedì 7 giugno 2011
GLI ITALIANI PENSANO ALLO STATO ANCORA IN TERZA PERSONA: PENSANO ANCORA AL RE.
Prendo spunto da una lettera a firma di Duglas Calzorari di Bondeno (FE) apparsa oggi sul Carlino, dal titolo inquietante il premier si affidi a Emanuele Filiberto: scrive...fossi il premier affiderei il recupero della sua immagine a Emanuele Filiberto, magari supportati dal fido pupo, Non è una provocazione, noi votanti vorremmo vedere nel potere il bene e non il sopruso.
Ecco prendendo spunto da questa lettera, vi racconto una cosa, ieri in treno tra un salire e scendere ho facco conoscenza con una ex professoressa di lettere toscana di cui non farò il nome, been questa professoressa mi ha dato spunto al titolo che vedete in apice. Ebbene si la prof mi ha detto ma come si può fare a fargli entrare in zucca a tutti sti italiani che lo stato siamo noi?, quando sono i primi a parlare in terza persona dello stato? " lo stato mi ha rubato tante di quelle tasse", lo stato è lento in questo e quel settore" "lo stato non fa nulla per la pulizia delle città" vedete, la prof ha ragione, ma se uno sputa una gomma a terra, (continua la prof) tu sporchi il mio marciappiedi e siccome in casa mia tu non sputi a terra non lo fai neanche a casa tua tantomeno in quella degli altri.... (il concetto di stato siamo noi). cara Professoressa ha ragione, gli Italiani pensano ancora alla stato in terza persona, forse come dice lei hanno bisogno di un re, per applaudirlo, un re per fischiarlo, un Re da uccidere, un Re da seguire, ma non hanno capito che essere in una repubblica vuol dire essere tutti noi un pò Re.
Ecco prendendo spunto da questa lettera, vi racconto una cosa, ieri in treno tra un salire e scendere ho facco conoscenza con una ex professoressa di lettere toscana di cui non farò il nome, been questa professoressa mi ha dato spunto al titolo che vedete in apice. Ebbene si la prof mi ha detto ma come si può fare a fargli entrare in zucca a tutti sti italiani che lo stato siamo noi?, quando sono i primi a parlare in terza persona dello stato? " lo stato mi ha rubato tante di quelle tasse", lo stato è lento in questo e quel settore" "lo stato non fa nulla per la pulizia delle città" vedete, la prof ha ragione, ma se uno sputa una gomma a terra, (continua la prof) tu sporchi il mio marciappiedi e siccome in casa mia tu non sputi a terra non lo fai neanche a casa tua tantomeno in quella degli altri.... (il concetto di stato siamo noi). cara Professoressa ha ragione, gli Italiani pensano ancora alla stato in terza persona, forse come dice lei hanno bisogno di un re, per applaudirlo, un re per fischiarlo, un Re da uccidere, un Re da seguire, ma non hanno capito che essere in una repubblica vuol dire essere tutti noi un pò Re.
CONSUMISMO: CONSUMO DUNQUE SONO
si chiama IPOD2 l'ultimo baluardo della tecnologia. Al suo potentissimo richiamo non ha saputo resistere nenache un diciasettenne cinese, che per averlo, s'è venduto 8all'insaputa dei genitori) un rene. con i duemila dollari ricevuti, s'è concesso pure IPHONE. diversi, ma anch'essi rispondenti alla necessità dell'immediato, i motivi che hanno indotto alcuni studenti bolognesi a far richiare la vita ad una loro insegnante, versando nella sua bottiglietta di acqua una sostanza tossica: erano impreparati per il compito in classe. due notizie queste, destinate a finire (se non lo sono già) nel cestino (o come dicono nel bolognese nel rusco) quindi nel cestino di un villaggio globale in cui velocità ed immediatezza sono trasmessi e percepiti come valori. la società dei consumi scoppiò negli anni sessanta, che generò una parola inedita allora: benessere. Se c'è da discutere, dobbiamo prima noi stessi cospargerci il capo di cenere e fare ammenda, ammenda sui nostri figli, sui nostri studenti, sui nostri giovani che non ascoltiamo, che non vogliamo sentire. E' divenuta una generazione di rammolliti, che non vogliono muoversi, giocare, per non sudare, per giocare solo alla Play, al PC, si chiudono in camera e non dipingono, ma bensì hanno contemporaneamente il cellulare acceso, il PC su Facebook, la Tv accesa e se riescono ti "fottono" anche il telefono fisso. Ma la colpa ribadisco non è la loro, impariamoa dirgli di no e a stringergli i paletti, un NO di oggi potrebbe salvargli la vita da rammolito domani.
M.U.
M.U.
mercoledì 1 giugno 2011
“Chi ha una fede chiara, veritiera, secondo il credo della Chiesa, viene spesso etichettato come fondamentalista, ottuso,
“Chi ha una fede chiara, veritiera, secondo il credo della Chiesa, viene spesso etichettato come fondamentalista, ottuso,
bigotto, mentre il relativista, colui che si costruisce una fede tutta personale, senza disciplina, accettando ciò che vi può essere di comodo e respingendo ciò che invece può risultare scomodo, va bene. La dittatura del relativismo ha come misura il proprio io e le sue voglie”. Benedetto XVI
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