- Terremoto: nel reggiano 1938 sfollati a Reggiolo, nessuno ne parla e qualcuno dice ai giornalisti di non andarci… perché?
Sono quasi duemila le persone sfollare nel reggiano a causa del sisma. Alle 17 di oggi secondo le verifiche della Prefettura dopo la visita di Gabriella Capo della protezione civile erano, infatti, 1938 i senzatetto in provincia di Reggio Emilia: nello specifico a Reggiolo, 102 a Rolo, di cui una sessantina nel campo di accoglienza, 77 a Correggio, 65 a Guastalla, 60 a Luzzara, 39 a Rio Saliceto. Questi ultimi, pero' sono stati tutti ospitati da parenti o amici.
Altri 30 sono sfollati a Reggio Emilia, 11 dei quali sistemati nella palestra Bergonzi, infine 15 persone sono fuori casa a Fabbrico. Al momento sono due i campi di accoglienza allestiti nel Reggiano, quello totalmente organizzato dai medici di base di Reggiolo con l’apporto della Croce Rossa Italiana e la protezione Civile locale, nessun segno dello Stato con la S maiuscolo solo una nota strana, molto strana quasi inquietante, nessun giornalista se non un paio locali hanno segnalato il grave stato di reggiolo, qualcuno dice ordini dall’alto… cosa vuol dire? Chi sono? E perché? Pensate che delle persone mentre sono andate a prendere a reggio le tende per i terremotati , i funzionari vedenso documenti di residenza di reggiolo hanno detto “ ma non ci siete nella lista dei terremotati”… io ci sono stato ed è tutto drammaticamente distrutto. Perché questo silenzio dai media nazionali italiani?
Tornando ad uno di questi campi di terremotati quello al Parco dei Salici in via IV Novembre a Reggiolo, con 7700 posti letto e una cucina da 400 pasti all'ora; ma che per entrare devi dare il documento perché effettivamente è più un campo profugi (come lo ha definito il vice Sindaco di Reggiolo) l'altro nell'ex campo sportivo di via Pertini a Rolo, in grado di accogliere 300 persone e con una cucina da 150 pasti all'ora.
Che tristezza che desolazione, ed ecco Monti che invece di fare il suo lavoro, va a Bologna ad istigare i centri sociali.
Michel Upmann
sabato 16 giugno 2012
Terremoto: nel reggiano 1938 sfollati a Reggiolo, nessuno ne parla e qualcuno dice ai giornalisti di non andarci… perché
domenica 10 giugno 2012
B.N.I. - BANCA NETWORK INVESTIMENTI BLOCCA I CONTI DEI CLIENTI
B.N.I. - BANCA NETWORK INVESTIMENTI BLOCCA I CONTI DEI CLIENTI
I correntisti di B.N.I. impossibilitati ad utilizzare i conti correnti: niente prelievi, versamenti, pagamenti, bonifici e prelievi agli ATM.
Era nell'aria e i social network ed alcuni media non convenzionali (ovvero non schierati con i poteri forti) lo stavano scrivendo da giorni: giugno sarebbe stato il mese dei blocchi dei conti correnti.
Forse l'allarmismo di un blocco totale può sembrare esagerato, ma sicuramente qualcosa sta accadendo.
Infatti la Banca Network Investimenti - B.N.I., con uno scarno comunicato emesso il 31 maggio 2012 sul suo sito online, ha avvisato i suoi correntisti che per il mese di giugno sarebbe stato impossibile utilizzare i conti correnti.
Di fatto, i clienti si sono visti bloccare i loro risparmi ed i conti sono diventati inutilizzabili.
Cosa è accaduto per emanare un avviso così improvviso?
La Banca Network Investimenti - B.N.I. S.p.A. è una banca che conta azionisti di riferimento (proprietari) di tutto rispetto: il gruppo AVIVA, il 5° gruppo assicurativo mondiale, il BANCO POPOLARE, gruppo bancario nato nel 2007 dalla fusione tra Banca Popolare di Verona e Novara e Banca Popolare Italiana, il gruppo DE AGOSTINI, famoso gruppo finanziario operativo nel settore editoriale, e la SOPAF, società di investimenti indipendente quotata dal 1984.
Il 14 novembre 2011, su proposta della Banca d'Italia, la B.N.I. (che ha sede legale in Milano) è stata sottoposta alla procedura di amministrazione straordinaria.
Infine, in data 31 maggio 2012 i commissari straordinari di B.N.I., con il parere favorevole del Comitato di Sorveglianza e previa autorizzazione della Banca d'Italia, hanno deliberato la sospensione del pagamento delle passività per un mese, nell'attesa che vada in porto la trattativa di salvataggio proposta da Consultinvest SIM ed il gruppo Banca Popolare di Ravenna.
Cosa accadrebbe se l'operazione di salvataggio non andasse a buon fine?
A parte il rimborso del Fondo di Tutela (che coprirebbe solo una minima parte del denaro dei risparmiatori), molti clienti vedrebbero i loro risparmi in serio pericolo, dovendo poi accodarsi in un fallimento dall'esito sempre lungo, difficile ed incerto.
Per ora i clienti sono impossibilitati ad utilizzare il loro denaro e molti hanno iniziato a sporgere denunce alle autorità competenti.
Speriamo che questo sia solo un caso sporadico e non il primo tassello di un domino che potrebbe diventare devastante per i risparmiatori italiani.
Le premesse non fanno certo dormire sonni tranquilli.
sabato 9 giugno 2012
Corpus Domini. Il Papa denuncia gli errori post-conciliari sull'Eucarestia
Corpus Domini. Il Papa denuncia gli errori post-conciliari sull'Eucarestia
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Proseguendo nella sua opera di correzione di un’interpretazione erronea del Concilio Ecumenico Vaticano II secondo una «ermeneutica della discontinuità e della rottura», che ha letto il Concilio come ripudio di tutto il Magistero precedente, Benedetto XVI ha tratto occasione il 7 giugno 2012 dalla Solennità del Corpus Domini per pronunciare a San Giovanni in Laterano un’importante omelia sull’Eucarestia, tutta intesa a denunciare «visioni non complete del Mistero stesso, come quelle che si sono riscontrate nel recente passato».Il Papa ha preso in esame in particolare due errori. Il primo è la vera e propria guerra alla pratica dell’adorazione eucaristica scatenata in nome della centralità esclusiva della celebrazione. «Una interpretazione unilaterale del Concilio Vaticano II – ha detto il Pontefice – aveva penalizzato questa dimensione, restringendo in pratica l’Eucaristia al momento celebrativo». Certo, «è stato molto importante riconoscere la centralità della celebrazione», ma questa centralità «va ricollocata nel giusto equilibrio». Altrimenti «per sottolineare un aspetto si finisce per sacrificarne un altro». E nel post-Concilio è successo proprio così: l’accentuazione «posta sulla celebrazione dell’Eucaristia è andata a scapito dell’adorazione». Ma questo «ha avuto ripercussioni anche sulla vita spirituale dei fedeli» e ha provocato gravi danni. «Infatti, concentrando tutto il rapporto con Gesù Eucaristia nel solo momento della Santa Messa, si rischia di svuotare della sua presenza il resto del tempo e dello spazio esistenziali. E così si percepisce meno il senso della presenza costante di Gesù in mezzo a noi e con noi, una presenza concreta, vicina, tra le nostre case, come “Cuore pulsante” della città, del paese, del territorio con le sue varie espressioni e attività».In effetti, «è sbagliato contrapporre la celebrazione e l’adorazione, come se fossero in concorrenza l’una con l’altra. È proprio il contrario: il culto del Santissimo Sacramento costituisce come l’“ambiente” spirituale entro il quale la comunità può celebrare bene e in verità l’Eucaristia». Senza adorazione si rischia di capire male la stessa Messa. «Solo se è preceduta, accompagnata e seguita da questo atteggiamento interiore di fede e di adorazione, l’azione liturgica può esprimere il suo pieno significato e valore. L’incontro con Gesù nella Santa Messa si attua veramente e pienamente quando la comunità è in grado di riconoscere che Egli, nel Sacramento, abita la sua casa, ci attende, ci invita alla sua mensa, e poi, dopo che l’assemblea si è sciolta, rimane con noi, con la sua presenza discreta e silenziosa, e ci accompagna con la sua intercessione, continuando a raccogliere i nostri sacrifici spirituali e ad offrirli al Padre».Ricordando le grandi esperienze di adorazione eucaristica con i giovani alle Giornate Mondiali della Gioventù, Benedetto XVI ha osservato che «comunione e contemplazione non si possono separare, vanno insieme. Per comunicare veramente con un’altra persona devo conoscerla, saper stare in silenzio vicino a lei, ascoltarla, guardarla con amore. Il vero amore e la vera amicizia vivono sempre di questa reciprocità di sguardi, di silenzi intensi, eloquenti, pieni di rispetto e di venerazione, così che l’incontro sia vissuto profondamente, in modo personale e non superficiale. E purtroppo, se manca questa dimensione, anche la stessa comunione sacramentale può diventare, da parte nostra, un gesto superficiale». Chi combatte l’adorazione eucaristica finisce per sottovalutare e negare la presenza reale anche nella Messa.E questo ci porta al secondo errore post-conciliare che il Papa ha denunciato: la negazione della «sacralità dell’Eucaristia». Anche qui «abbiamo risentito nel passato recente di un certo fraintendimento del messaggio autentico della Sacra Scrittura» e del Vaticano II. «La novità cristiana riguardo al culto è stata influenzata da una certa mentalità secolaristica degli anni Sessanta e Settanta del secolo scorso». Anche in questo caso, non tutto è falso nelle sottolineature degli ultimi decenni: con la venuta del Signore «è vero, e rimane sempre valido, che il centro del culto ormai non sta più nei riti e nei sacrifici antichi, ma in Cristo stesso, nella sua persona, nella sua vita, nel suo mistero pasquale». Ma attenzione: «da questa novità fondamentale non si deve concludere che il sacro non esista più, ma che esso ha trovato il suo compimento in Gesù Cristo».La cosiddetta de-sacralizzazione dimentica che la Lettera agli Ebrei presenta Gesù Cristo come «sommo sacerdote dei beni futuri» (Eb 9,11), «ma non dice che il sacerdozio sia finito». Cristo non ha abolito il sacerdozio e «non ha abolito il sacro, ma lo ha portato a compimento, inaugurando un nuovo culto, che è sì pienamente spirituale, ma che tuttavia, finché siamo in cammino nel tempo, si serve ancora di segni e di riti, che verranno meno solo alla fine, nella Gerusalemme celeste, dove non ci sarà più alcun tempio». Sbaglia quindi chi pensa che il sacro, i simboli, i riti, siano finiti con Gesù Cristo. No: «grazie a Cristo, la sacralità è più vera, più intensa, e, come avviene per i comandamenti, anche più esigente!».Anche qui, i danni di una certa vulgata post-conciliare sono stati notevoli. Infatti, «il sacro ha una funzione educativa, e la sua scomparsa inevitabilmente impoverisce la cultura, in particolare la formazione delle nuove generazioni. Se, per esempio, in nome di una fede secolarizzata e non più bisognosa di segni sacri, venisse abolita questa processione cittadina del Corpus Domini, il profilo spirituale di Roma risulterebbe “appiattito”, e la nostra coscienza personale e comunitaria ne resterebbe indebolita». E in quante città le processioni del Corpus Domini sono state abolite!O ancora – ha detto il Papa – «pensiamo a una mamma e a un papà che, in nome di una fede desacralizzata, privassero i loro figli di ogni ritualità religiosa: in realtà finirebbero per lasciare campo libero ai tanti surrogati presenti nella società dei consumi, ad altri riti e altri segni, che più facilmente potrebbero diventare idoli». Ogni nuova generazione ha bisogno di riti e di simboli. Se le si tolgono quelli cattolici, cercherà altre esperienze religiose. Dio non ha tolto i riti, «non ha fatto così con l’umanità: ha mandato il suo Figlio nel mondo non per abolire, ma per dare il compimento anche al sacro. Al culmine di questa missione, nell’Ultima Cena, Gesù istituì il Sacramento del suo Corpo e del suo Sangue, il Memoriale del suo Sacrificio pasquale. Così facendo Egli pose se stesso al posto dei sacrifici antichi, ma lo fece all’interno di un rito, che comandò agli Apostoli di perpetuare, quale segno supremo del vero Sacro, che è Lui stesso». «Con questa fede – ha concluso il Pontefice – noi celebriamo oggi e ogni giorno il Mistero eucaristico e lo adoriamo quale centro della nostra vita e cuore del mondo».
Commento di Massimo Introvigne
sabato 2 giugno 2012
TERREMOTO: UN PAESE DIMENTICATO REGGIOLO
TERREMOTO: UN PAESE DIMENTICATO REGGIOLO
Reggiolo, centro off limits: commercianti in ginocchio
Reggiolo, centro off limits: commercianti in ginocchio
Non si riesce a comprendere come mai una cittadina come Reggiolo, non sia stato completamente calcolato dai media e dagli aiuti. la domanda che mi pongo è cosa stia facendo il sindaco, se ha fatto tutto quello che è in suo potere. Le lezioni sono finite prima del solito nelle scuole di Reggiolo, Rolo e Fabbrico. E' quanto hanno stabilito i sindaci dei tre Comuni dove stanno continuando le verifiche per capire i danni causati dai sisma.
Tutti gli edifici scolastici del Comune di Fabbrico sono stati chiusi.
A Reggiolo invece si sta lavorando per organizzare il campo estivo per bambini, che doveva svolgersi nel cortile scuole elementari a partire da lunedì 11. Si sta studiando una nuova sistemazione.
A Rolo, anche se l'edificio che ospita le scuole medie è agibile, le lezioni sono state sospese in forma precauzionale. Le operazioni di scrutinio e segreteria si terranno regolarmente negli uffici e nelle aule delle scuole medie, anche per le elementari.
Tuttavia, per precauzione, si è comunque deciso di sospendere anticipatamente le attività didattiche. Si chiude così con una settimana d’anticipo l’anno scolastico per gli alunni delle elementari di Reggiolo e per gli studenti delle classi prime e seconde medie dei paesi limitrofi. Ma ci sono 800 sfollati la tragedia è presente anche qui, non comprendo del perchè nessuna TV sia assente. Il nostro occhio suggerito da persone amiche si sta dirigendo in quella zona con storie uniche.
Ieri mattina, dato che il municipio è inagibile, sono arrivati in piazza Martiri alcuni container, trasportati con un camion dei vigili del fuoco, per consentire l’allestimento degli uffici comunali e di coordinamento dell’emergenza di Reggiolo così da permettere di non restare più sotto dei gazebo di fortuna, dove in caso di maltempo la situazione non è affatto sicura e adeguata. Lì potranno lavorare i dipendenti del Comune.
Controlli anche al campanile della chiesa parrocchiale. I problemi maggiori sono però nel centro storico del paese e, in particolare, in via Matteotti. Reggiolo è l’unico Comune in cui la parte più densamente occupata da esercizi commerciali è chiusa per inagibilità. "Oltre ai danni strutturali, le attività commerciali e di servizio registrano significative perdite di prodotto – dichiara Anna Simonazzi, responsabile della Confcommercio – Stiamo cercando di individuare delle modalità per consentire alle attività inaccessibili di ricominciare al più presto a lavorare, eventualmente realizzando una struttura separata in area sicura".
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