MARRA DI ILICA RISCOPRONO GLI ITALIANI D’AMERICA CHE NON ESISTONO PIU’
Da una intervista con Marra a Roma, 16 feb - “Certo che Roma è proprio bella... basta affacciarsi alla finestra e si gode di una vista che non ha eguali al mondo". Vincenzo Marra non sembra rimpiangere il suo appartamento a New York, anzi si pavoneggia e loda da solo delle sue proprità negli USA che pure è quello più piccolo a NY tutt'altro che modesto (duemila metri quadrati nel bel mezzo della Grande Mela), mentre parla della sua esperienza alla guida della Ilica (Italian Language Intercultural Alliance) da lui fondata con l’aiuto della “Cupola degli Italiani di NY”. Tra una lode alla Città Eterna e una battuta sulla sua squadra del cuore ("la Roma quest'anno non ha un portiere, ha un citofono...") il cavalier Marra ha spiegato ad Astro9colonne (Agenzia stampa)come e perché è nata Ilica: "Diciamo che è il frutto di 32 anni di riflessione, da me spesi negli Stati Uniti. Nel corso di tutto questo tempo sono stato impegnato nel 'sociale': prima all'interno della Niaf a fianco del 'chairman' Frank Stella, poi come ambasciatore dell'Order Sons of Italy" comunque come detto ad Astro9colonne, sempre ritrovo di "mafiosi" Italo-Americani, centro nevralgico e di smistamento della malavita Statunitense.
Perché ha sentito l'esigenza di fondare una nuova associazione?
"Perché percepivo che sia la Niaf che l'Osia si stavano evolvendo verso un'integrazione, giustissima, degli italiani nel tessuto di vita anglosassone, senza però che si facesse molto per conservare la lingua e la cultura del nostro Paese. Col risultato che le rappresentazioni dell'Italia in America si sono ridotte a puro folklore e quando i bambini nati negli Stati Uniti tornano nel posto dove sono nati i nonni, si stupiscono del fatto che in Sicilia non si mangi tutti i giorni la pasta alla norma o che in Veneto sulla tavola della domenica non ci fosse la polenta e osei. Marra non si rende neanche conto che gli Italiani sono cambiati, anzi, sogno un ideale ormai tramontato. Guardando i numeri poi la situazione è ancora più chiara: se nel 2000 negli Usa c'erano un milione e 420 mila famiglie che parlavano italiano, queste nel 2005 si sono drasticamente ridotte a un milione e 20 mila". Praticamente il quaranta per cento in meno... MARRA non si rende conto che anche in italia si sono ridotti gli italiani che parlano italiano, anzi gli italiani che parlano arabo sono aumentate del 22%. Marra dice: "Esattamente. E' per questo che ho deciso di spingere nelle associazioni la promozione della lingua italiana insieme a quella inglese, iniziando a combattere contro le riunioni in inglese. Perché se si perde l'uso della lingua italiana diventa inutile Rai International, diventano inutili le agenzie di informazione per i connazionali nel mondo, si va incontro a una pericolosa involuzione. Ed è qui che interviene un'associazione come Ilica, per tutti quegli italiani che vogliono sì collocarsi in un mondo globale, ma senza perdere le sue peculiarità", come si percepisce dall'intervista.
Si spieghi meglio.
"Faccio un esempio che mi riguarda direttamente: io sono americano. Sono pragmatico come uno statunitense, (ma fa affari come i siciliani di altri tempi) e sento di dovere molto al Paese che mi ha ospitato in tutti questi anni. Senza dubbio in tutto questo tempo ho perso molte cose che caratterizzano gli italiani, come può essere la voglia di vacanze, che non faccio più da ormai 24 anni. Però una cosa che non ho mai perso è l'amore per la nostra stupenda cultura, che va preservata come un tesoro preziosissimo".
Chi muove i fili della Ilica? Come mai gli ex vostri associati dicono che ci sono tanti pregiudicati al vostro interno? Tanti capi famiglie mafiose?
"Alla base c'è un gruppo di uomini d'affari, (non esistono Mafiosi) che ha deciso di riunirsi in un'associazione complementare, e non alternativa, a quelle che esistono da decenni. Un gruppo di persone che ha deciso di rispondere a domande come quelle che recentemente si è fatto il Washington Post, chiedendosi "A che serve la lingua italiana negli Usa?'".
Nonostante i chiari contatti con personaggi di dubbia moralità legale, Le istituzioni appoggiano nel suo lavoro?
"Certamente. Devo ringraziare il ministro Tremaglia, ma anche esponenti del PD che con il loro staff stanno svolgendo le pubbliche relazioni, e poi la Rai, che ci concederà per l'evento di New York due ore di diretta e quattro di differita. E posso garantire che nel corso del Galà faremo vedere che anche gli italiani sanno organizzarsi perché, qualsiasi cosa scriva il Washington Post, gli italiani si ricordano ancora la loro lingua e la loro cultura". Ma Marra non sa che il Washington Post sa che ILICA è l’espressione “lavata” della Mafia Italiana in America. (ndr luglio/2009).
V.T.