sabato 28 aprile 2012

VATICAN INSIDER / "PER MOLTI" O "PER TUTTI"?

 


VATICAN INSIDER / "PER MOLTI" O " PER TUTTI"?

L’intervento decisivo e finale di Benedetto XVI sulla formula di consacrazione del vino durante la messa chiude una disputa sotterranea che ha diviso i vescovi, inizia il periodo degli interventi del santo padre ai Vescovi.



ROMA


Una volta tanto, Benedetto XVI ha voluto parlare in tedesco, il nostro tedesco, affinché il messaggio arrivasse chiaro e distinto a tutti, italiani compresi. La lettera firmata il 14 aprile scorso per i vescovi suoi connazionali affronta in maniera articolata la vicenda delle formule post-conciliari di consacrazione del vino durante le celebrazioni eucaristiche. Un intervento deciso per ribadire le indicazioni già espresse in merito dalla Sede Apostolica all’inizio del pontificato ratzingeriano, che finora avevano trovato scarsa ricezione da parte di episcopati – come quello italiano - solitamente solleciti nell’allinearsi ai suggerimenti pastorali e liturgici inviati da Oltretevere. 

Al centro della questione c’è la formula usata durante la preghiera eucaristica per consacrare il vino, così che diventi il sangue di Cristo. Il Rito Romano in latino, rifacendosi al racconto d’istituzione dell’eucaristia riportato nell’originale in greco dei vangeli sinottici, ha usato fin dai primi secoli le parole lì attribuite a Cristo stesso per dire che il suo sangue era stato versato «per molti» (pro multis, corrispondente al greco pollòn). Nelle versioni in lingua corrente del Messale latino predisposte dopo il Concilio, il pro multis è stato tradotto con l’espressione «per tutti».


Fino a quando, nel 2006, la Congregazione per il culto divino, con una lettera firmata dall’allora cardinale Prefetto Francis Arinze, ha tentato di revocare tale slittamento lessicale, dando disposizione a tutte le Conferenze episcopali nazionali di ripristinare nelle nuove edizioni dei Messali in via di revisione una traduzione della formula di consacrazione che fosse corrispondente alle parole latine pro multis.

Da allora, in molti casi, l’adeguamento richiesto dalla Santa Sede è proceduto lento pede e in ordine sparso, man mano che venivano approvate le nuove versioni del Messale Romano nelle diverse lingue correnti. La più lesta è stata la Chiesa che è in Ungheria, dove la correzione richiesta nella formula di consacrazione del calice è entrata in vigore già dalla Pentecoste del 2009. A seguire, sono arrivate alcune Chiese latinoamericane (Cile, Argentina, Paraguay, Uruguay, Bolivia), dopo l’approvazione della versione castigliana del Messale Romano da esse predisposta. In Argentina il passaggio dal «por todos» al «por muchos» è avvenuto la prima domenica di Quaresima 2010, mentre in Cile era già stato realizzato nella prima domenica d’Avvento 2009. Nelle Chiese anglofone, l’approvazione vaticana della versione inglese del Messale Romano, dopo un percorso lungo e travagliato, è avvenuta soltanto un anno fa, e il nuovo Messale con «for many» al posto di «for all» è entrato in uso solo nell’avvento del 2011.


Il caso italiano fa storia a sé. La questione del pro multis è stata messa ai voti durante l'assemblea plenaria della conferenza episcopale tenuta ad Assisi nel novembre del 2010. E secondo i dati filtrati anche sul sito curato dal vaticanista Sandro Magister, su 187 votanti ci sono stati 171 voti a favore del mantenimento del "per tutti". Una riluttanza al cambiamento richiesto che in precedenza si era già manifestata al livello delle Conferenze episcopali regionali.

Differenti sensibilità sull’argomento si sono manifestate in tempi recenti anche nel Collegio cardinalizio. Uno dei supporter storici dell’adeguamento dei Messali nazionali al pro multis latino è il cardinale singalese Malcolm Ranijth Patabendige Don. L’attuale arcivescovo di Colombo sosteneva con decisione la prospettiva del ritorno al «per molti« già negli anni in cui era  a Roma in qualità di segretario della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti.


Secondo il porporato, il ritorno alla formula del «per molti» al posto del «per tutti» rappresenta anche un richiamo opportuno « «alla serietà della vocazione cristiana», in una situazione in cui a suo giudizio «è molto presente un ottimismo esagerato nella salvezza che fa giungere al Paradiso tutti quanti senza richiedere il dono della fede e lo sforzo della conversione». Invece il cardinale gesuita, Albert Vanhoye, in un’intervista rilasciata a 30Giorni della primavera del 2010, ha espresso una posizione più articolata.

Secondo l’insigne biblista, la traduzione del «pro multis» in «per tutti» adottata da molte Chiese nel post-Concilio poggiava su ragioni esegetiche per nulla irrilevanti. Partendo dal fatto che Gesù parlava in aramaico, e non in greco o in latino. «In italiano» notava in quell’intervista il rettore emerito del Pontificio Istituto biblico «molti si contrappone implicitamente a tutti. Se si dice che molti alunni sono stati promossi all’esame, vuol dire che non tutti sono stati promossi. Invece in ebraico non c’è questa connotazione dialettica. La parola rabim significa soltanto che c’è un grande numero. Senza specificare se questo grande numero corrisponde o non corrisponde a tutti». Secondo Vanhoye «è chiaro che l’intenzione di Gesù nell’ultima cena non è stata rivolta a un certo gruppo determinato, anche se numeroso, di individui. La sua intenzione è stata universale. Gesù vuole la salvezza di tutti».

domenica 22 aprile 2012

L'annuncio del KERYGMA vaccino anti-sette

L'annuncio del KERYGMA vaccino anti-sette


La risurrezione di Cristo ci assicura che nessuna forza avversa potrà mai distruggere la Chiesa. Quindi la nostra fede è fondata sulla Roccia, ma occorre che questa fede diventi vita in ciascuno di noi. 
Dal documento della quarta Conferenza del CELAM a Santo Domingo (1992), e da quello di Aparecida (2007), sappiamo che ci sono molti cattolici che sono attratti da esperienze spirituali al di fuori della Chiesa. La Chiesa in America Latina ha preso reale consapevolezza della priorità della nuova evangelizzazione, soprattutto il primo annuncio o kerygma. Infatti vi sono molte persone "sacramentalizzate", ma non necessariamente convertite a Gesù Cristo.
Prima di ricevere i sacramenti, prima di entrare nella comunità cristiana, occorre annunciare il kerygma che chiede la conversione di chi non crede o di ridestare la fede a chi ha indebolito la sua fede. Manca una prima evangelizzazione ardente, piena di passione per il Signore e il Vangelo, riempito con la potenza dello Spirito, felice di aver incontrato Gesù Cristo. A questo si unisce una conversione debole senza un fondamento per una vera iniziazione cristiana. Il kerygma non è una moda o una nuova scoperta della Chiesa ma il fondamento di ogni processo di vera evangelizzazione dalla Pentecoste fino ad oggi. L'obiettivo del primo annuncio non è risvegliare una simpatia per Gesù Cristo, ma la conversione del cuore. E 'qualcosa che senza l'esperienza della fede evangelica è impossibile. Annunciando il kerygma senza la fede è come parlare nel linguaggio d'amore, ma senza l'amore. Rimarrebbe una parola vuota con nessun effetto. Solo una parola piena di grazia, piena esperienza dell'amore di Dio può essere un vero e proprio "kerygma", altrimenti sarà sempre una parola vuota. Non si può testimoniare una fede, una passione per il Vangelo che non si vive. Molti sono decaduti da cattolici e confondono la fede con i valori e i principi ma senza un reale rapporto con Dio. Occorre un autentico rinnovamento spirituale, mentale e strutturale della vita ecclesiale.
Solo una vita trasformata dalla presenza di Gesù Cristo, diventa una costante proclamazione del Vangelo. Ciò si ottiene non solo con una nuova metodologia, ma con la conversione. Dedicare più tempo all'ascolto della Parola di Dio e la preghiera, è quello che rinnova i cuori dei credenti.Una chiara testimonianza di questo è come Lectio Divina sta trasformando la pastorale giovanile in molti paesi in America Latina.
L'immagine che spesso hanno i pentecostali della fede cattolica è che seguiamo un modello del passato, non leggiamo la Bibbia e non preghiamo col cuore. Abbiamo notato questo quando i cattolici fuggiti in altri gruppi religiosi vengono a dire onestamente: "ora ho letto la Bibbia, mi ha parlato di Gesù Cristo e non come una figura storica, ma è vivo e ha cambiato la mia vita ... ho imparato Posso parlare a Dio con parole mie, dal mio cuore ".
Quello che trovano in molte comunità e sètte, non l'hanno trovato nelle nostre comunità, e questo deve costringerci a ripensare le priorità della nostra parrocchia che non sempre nascono da reali esigenze di coloro che cercano il Signore, ma della nostra pianificazione astratta.
Molti sono tornati alla Chiesa attraverso gli sforzi di sacerdoti, religiosi e laici che si sono stati lanciati con passione nella proclamazione di Gesù Cristo, dal lavoro nelle comunità locali, anche nell'uso dei media. E questo è percepito come un vero vaccino contro il proselitismo settario e l'abbandono della vita della chiesa.
A questo proposito, concludo questa breve riflessione con le parole del Santo Padre Benedetto XVI durante la sua visita in Portogallo lo scorso anno:"Spesso ci preoccupiamo affannosamente delle conseguenze sociali, culturali e politiche della fede, dando per scontato che questa fede ci sia, ciò che purtroppo è sempre meno realista. Si è messa una fiducia forse eccessiva nelle strutture e nei programmi ecclesiali, nella distribuzione di poteri e funzioni; ma cosa accadrà se il sale diventa insipido?" (link esterno, intero discorso)
Per evitare che ciò accada, è necessario pubblicizzare di nuovo con vigore e gioia l'evento della morte e risurrezione di Cristo, cuore del cristianesimo, il fondamento e il sostegno della nostra fede, leva potente delle nostre certezze, vento impetuoso che spazza ogni paura e indecisione , ogni dubbio e calcolo umano.
La risurrezione di Cristo ci assicura che nessuna forza avversa potrà mai distruggere la Chiesa. Quindi la nostra fede è fondata, ma occorre che questa fede diventi vita in ciascuno di noi. Soltanto Cristo può pienamente soddisfare la profonda desideri di ogni cuore umano e dare risposte alle vostre domande più inquietanti circa la sofferenza, l'ingiustizia e il male, la morte e l'aldilà ".

LO SPIRITISMO

Lo spiritismo ha avuto una matrice laica, positivista e anticristiana; viene presentato come "scienza" e i suoi sostenitori come sir Arthur Conan Doyle (1859-1930) affermano che: "le religioni chiedono fede, lo spiritismo esibisce le sue prove", niente di più falso!!!
Alcuni spiritisti inglesi sono anche fra i primi diffusori del marxismo. Lo spiritismo ottocentesco esibisce spesso un orientamento politico di tipo non soltanto laico e anticlericale ma anche socialista come mostra la storia dello "Spiritismo plebeo" inglese studiata da Logie Barrow, dove spesso le stesse persone dirigono sia società spiritiche sia organizzazioni socialiste. Sotto questo aspetto è molto interessante il libro di Richard Wurmbrand "L'altra faccia di Karl Marx" (ed EUN),  in cui è documentata l'involuzione del giovane Marx da cristiano ad ateo che vede l'uomo "come un intestino da riempire"; leggiamo una poesia del giovane Marx, esemplificatrice dei suo cambiamento "satanico": 
"Sorgono i vapori infernali e mi riempiono il cervello Sin che impazzisco e mi si cambia il cuore.Vedi tu questa spada? Me l'ha venduta il prìncipe delle tenebre. Per me batte l'ore e dà i segni. Sempre più audacemente suono la danza della morte".
(Marx, Karl, Spielmann (« Il giocatore »), pp. 57-58).


Dice Wurmbrand: "Interessante notare come nei riti della più alta iniziazione nel culto satanista viene venduta al candidato una "spada incantata" che garantisce il successo. Egli la paga firmando un patto col sangue estratto dai suoi polsi, per cui la sua anima, dopo morte, apparterrà a Satana"...ovviamente questa ed altre "performance" di Marx  sono da contestualizzare rispetto al modo in cui veniva visto "satana" nell'ottocento, causa anche lo scontro su temi caldi come la "scienza", lo "spirito critico", la "democrazia", ecc., tra Chiesa e il positivismo; a conferma vediamo anche l'inno carducciano, "Salute a Satana...". Nascono nell'800 vere e proprie "chiese" spiritiste, ancora oggi operative specialmente negli Stati Uniti. Lo spiritismo francese di Allen Kardec (1846-1927) manifesta un carattere anticattolico, anticlericale e di costante sostegno alle campagne laicizzatrici della repubblica francese. In Italia tra gli uomini poltici anticlericali e spiritisti c'è anche Giuseppe Garibaldi (1807-1882). Interessanti i legami tra spiritismo e massoneria evidenti specialmente in Brasile (cfr. CESNUR, Enciclopedia delle Religioni, Torino, 2001, pp.835-839). I legami tra positivismo e spiritismo sono certamenti profondi, tanto che possiamo affermare che lo spiritismo è, principalmente e in ultima analasi, una sorta di reazione scomposta e sempre materialista agli esiti più radicalemente materialistici della mentalità positivista... In effetti l'immanentismo positivista dello spiritismo, nato come visione materialista persino degli spiriti dei morti, ha inciso notevolmente sulle nuove forme religiose contemporanee che sono caratterizzate dalla perdia totale della Trascendenza. Attualmente la materializzazione del divino rappresenta una condizione necessaria perchè un movimento spiritualista sia accettato dal moderno occidente: persino il dio dei testimoni di Geova ha una propria corporeità e risiede in un ben preciso della galassia: la stella Alcione della costellazione delle Pleiadi. 
(DEF.): Lo spiritismo è quell'insieme di fatti (reali o apparenti) e di dottrine su di essi fondate che affermano una evoluzione progressiva nel tempo e dello spazio di quella parte spirituale nell'uomo che sopravvive alla morte corporale; tali dottrine pretendono di poggiare su incontrovertibili dimostrazioni scientifiche, fondate sulla comunicazione tra vivi e defunti...(la parola "spiritismo" compare per la prima volta nel Libro degli Spiriti di Allan Kardec, pseudonimo di Leone Ippolito Denizart (1804-1869), pubblicato a Parigi nel 1857, considerato il codificatore dello spiritismo)...l'accelerazione della trasformazione industriale dell'America e dell'Europa, nella metà dell'800, dai significativi progressi che si registrano nelle scienze della natura: i diversi motivi di entusiasmo vengono catalizzati attorno all'idea di un progresso intellettuale, umano e sociale virtualmente illimitato. Espressione filosofica di tale mentalità è il positivismo che, elevando il metodo scientifico a unico metodo attendibile di conoscenza, costruisce di fatto una visione del mondo e dell'uomo in cui fatti naturali ed eventi legati alla vita e all'agire umano (studiati con un unico metodo) vengono "schiacciti" su un unico piano. Possiamo individuare in questo tipo di mentalità quattro elementi essenziali1)possiamo conoscere solo ciò che è verificabile con i sensi; 2)quando attribuiamo un nome a qualcosa non indichiamo una sua nascosta 'essenza', ma semplicemente un insieme di caratteristiche sensibili che hanno una sorte di denominatore comune; 3)non è possibile formulare giudizi di valore, ad esempio in campo morale; 4)vi è una fondamentale unità tra i diversi ambiti del conoscere: il metodo positivistico perciò progressivamente si estenderà a tal punto da ridurre tutte le scienze a un'unica disciplina alla quale tutte le altre possono essere ridotte. Auguste Comte è il padre del positivismo...Prevale così una visione materialista del mondo e della vita, la scienza viene intesa come unico mezzo, necessario e sufficiente, per risolvere progressivamente tutti i problemi umani e sociali: essa viene, romanticamente enfatizzata e caricata di un compito sovraumano, in un epoca pervasa da un generale ottimismo che si sostanzia nel mito di un progresso inarrestabile verso condizione di sempre maggior benessere che, come necessaria conseguenza, dovrebbe portare a una generalizzata solidatietà tra tutti gli uomini. La stessa religione, come 'messaggio di salvezza' per l'umanità, dovrebbe essere sostituita da una pragmatica fede nella scienza, nuova 'religione positiva', priva di dogmi e interamente fondata sulle scoperte razionali dell'uomo, a cui si demanda la soluzione di tutti i problemi dell'umanità...Resta, in ogni caso, uno 'spazio problematico' in cui le scienze positive non sono in grado di fornire quelle risposte ultime che l'uomo va cercando: quale scopo della vita umana? Quale destino dopo la morte?...Alcuni precursori dello spiritismo:
1)Emmanuel Swedenborg (1688-1772) scrive dei suoi contatti con gli spiriti in uno spazio ambiguo tra il sonno e la veglia;  
2)Franz Anton Mesmer(1734-1815), medico massone, dai suoi studi sul magnetismo minerale ipotizzerà l'esistenza di un 'fluido' diffuso, simile a quello delle calamite che si sprigiona da molti esseri viventi e in particolar modo dal corpo di uomini particolarmente predisposti, tra cui ovviamente lui stesso, che potremmo definire 'guaritori'. Organizza sedute terapeutiche in cui i pazienti formano 'catene magnetiche' atte a favorire la circolazione del ' fluido universale'...Nel corso delle sedute si verificano i fenomeni più svariati (svenimenti, crisi isteriche,ecc.)...le dottrine di Mesmer non mirano a fondare esplicitamente la dottrina spiritista, anzi egli inserisce le sue considerazion
Ma voi, dice il profeta Geremia, "non date retta ai vostri profeti ne ai vostri indovini ne ai vostri sognatori ne aii in un quadro marcatamente materialista e tendente a ridurre a fenomeni fisici anche quelli che nell'ambito delle religioni venivano presentati come eventi immateriali, espressioni di forze soprannaturali. Ma i suoi diretti discepoli svilupperanno le medesime teorie in senso diametralmente opposto e saranno propriamente alcuni di loro ad affermare che in determinate circostanze (nelle condizioni di "sonno magnetico") è possibile entrare in contatto con gli spiriti dei defunti, per non parlare della dottrina spiritista del corpo etereo o corpo fluidico che manifesta chiaramente i suoi debiti concettuali rispetto al "fluido universale" di Mesmer...alcuni medici, "magnetizzatori itineranti" che si rifacevano alle teorie di Mesmer o dei suoi discepoli, svolsero una funzione significativa nel diffondere il mesmerismo e anche nel favorire i contatti tra mesmerismo e nascente spiritismo;  
3)Charles Fourier (1772-1837):  esponente dei socialisti utipisti, manifesta tendenze in parte affini allo spiritismo, affermando che "le anime dei trapassati vegetano in uno stato di languore ed ansietà a cui le nostre parteciperanno dopo questa vita, finchè l'ordine attuale del mondo non sia migliorato";  
4)Nel "Nuovo Mondo" si diffonde un Positivismo sempre pù materialistico e i nuovi culti capaci di avvincere la fantasie delle masse (Mormoni, con le oltre cento visioni di Joseph Smith (1831); Avventisti, con William Miller che nel 1844 aspettava di essere rapito al cielo; Sedute Spiritiche, conversazioni con le anime dei defunti (?) delle sorelle Fox (1848))... Le sorelle Fox  sono considerate le "fondatrici" dello spiritismo. La data di nascita convenzionale è il 1848. Successivamente, nel 1888, Margaret Fox convertitasi temporaneamente al cattolicesimo e allontanatasi dallo spiritismo, scrisse un libro intitolato "The missing Link in Modern Spiritualism" in cui rifaceva la storia delle primitive manifestazioni a Hydesville e Rochester (New York, USA) in cui denunciò pubblicamente le frodi dello spiritismo, descrivendo il modo i cui avrebbe artificialemente prodotto i raps (= colpi secchi e rumorosi) e gli altri fenomeni (porte che si chiudevano violentamente da sole, rumori di passi, carezze di mani fredde invisibili, ecc.), e fece la seguente dichiarazione: "Voi che siete qui presenti bene sapete che io sono stata uno dei principali strumenti nella preparazione della frode spiritista imposta ad un pubblico troppo fiducioso...". Stando ad alcune fonti spiritiste sembra che nel 1889 Margaret, privatamente e a porte chiuse in casa di un noto spiritista newyokese, abbia fatto una controrittrattazione...ma la moda dello "spiritismo" era già ampiamente diffusa e questa controrittrattazione è poco credibile. In ogni caso gli spiritisti tendono a minimizzare questo importante episodio. Ad es. sir Conan Doyle (1922) ammette la smentita di Margaret Fox ma afferma che in fondo lei e le sorelle erano medium e nel 1925 al Congresso Spiritista Internazionale a Parigi, propone di erigere un monumento commemorativo dei fatti di Hydesville che vengono in tal modo consacrati come "data di nascita" dello spiritismo moderno.  (A. Porcarelli, Lo Spiritismo, San Paolo, 1998, pp.39-46).


"Se nell'idealismo la fede è trasformata in strutture dialettiche razionalmente concepibili, nel marxismo la fede è prospettata come alienante per lo sviluppo della razionalità, il   positivismo fa cadere ogni richiamo alla visione metafisica e morale, e la filosofia è ridotta ad una delle tante province del sapere umano al servizio di fini utilitaristici. Alla ricerca della Verità si sostituisce la ricerca della certezza soggettiva o della utilità pratica".(cfr. Fides et Ratio, enciclica di Giovanni Paolo II, Vaticana, 1998, n°46, 47).
Proprio nell'oscuramento programmatico e, se necessario, violento, della prospettiva di fede, lo storico Del Noce vedeva la caratteristica della modernità, la quale è dunque l'era della crescente secolarizzazione, anzi della desacralizzazione, di una negazione di Dio che in un primo periodo si cerca di rimpiazzare con dei surrogati, con dei culti secolari, mettendo la politica al posto della religione: il liberalismo ottocentesco, il positivismo scientista, il socialismo, il fascismo, il nazismo. Dalla fine della seconda guerra mondiale la secolarizzazione fa il suo decisivo passo in avanti caratterizzandosi come liberazione dalla religione, con al centro il culto di un edonismo che si gloria di se stesso.Esito finale di tutte le ideologie moderne, per Del Noce, è il nichilismo, la caduta di tutti gli ideali e di tutti i valori.Un nichilismo cui si cerca di dare un volto accettabile, magari nobile, chiamandolo “pensiero debole”. Forma finale del nichilismo, vera e propria ideologia per il popolo, è il consumismo, “l'alienazione massima, la trasformazione di tutto in merce con un prezzo, e il raggiungimento della massima illibertà, crocifiggendo l'uomo indifeso al desiderio, all'invidia, all'affanno di procurarsi sempre più beni.” 

L'interesse per il problema dello spiritismo, ritornato di moda in questi ultimi anni, è molto ampio.
Talvolta vi sono discussioni tra sacerdoti divisi nel giudizio; non pochi, a torto, si mostravano propensi ad avallare la pratica spiritistica in vista dei suoi positivi effetti spirituali e religiosi   Alcuni addirittura danno testimonianza di materialisti passati alla fede attraverso pratiche spiritiche sospingenti ad una visione spirituale del mondo e dell'aldilà; un caso classico sono le "comunicazioni" avvenute tra l'avvocato Lino Sardos Albertini ed il figlio defunto Andrea(cf. Lino Sardos Albertini, Dall'aldilà la Fede, ed. Rizzoli, Milano 1987) Sull'aspetto "scientifico" dello spiritismo nemmeno la Chiesa, giustamente, si è pronunciata affermando da sempre la possibilità di una "comunicazione" per mezzo della preghiera che è l'invocazione umile a Dio per i nostri defunti e non l'evocazione superba degli stessi, mediante lo spiritismo, per soddisfare la nostra intelligenza. Se però vi è tale possibilità di "comunicazione" non è da escludere il rischio dell'abuso e anche della profanazione. Infatti, i pericoli dello spiritismo sono innumerevoli sia sotto l'aspetto teologico sia sotto quello morale, psicologico e disciplinare. Lo spiritismo non confina soltanto con il campo della demonologia (scienza dei demoni, degli spiriti maligni), ma, può sconfininare esso stesso come espresso malefìcio. Per questo la Chiesa ha interdetto, con la massima severità, a tutti i fedeli ogni cooperazione attiva e passiva a sedute spiritiche.




 Il re Saul e lo spiritismo
Israele, nell'XI sec. a.C., era governato dai Giudici. Uno di essi fu, un giorno, Samuele; il quale, quando diventò vecchio, pensò di eleggere "giudici" i suoi figli; ma questi erano corrotti, "non camminavano sulle sue orme, perchè deviavano dietro il lucro, accettavano regali e sovvertivano il giudizio" (1Sam. 8,3) e alle porte di Israele preoccupavano i Filistei. Allora tutti gli Anziani di Israele dissero a Samuele: "Tu ormai sei vecchio e i tuoi figli non ricalcano le tue orme. Stabilisci quindi per noi un rè che ci governi, come avviene per tutti i popoli" (I Sam. 8,5). L'eletto fu Saul, uomo della tribù di Beniamino, "alto e bello", "non c'era nessuno più bello di lui tra gli Israeliti; superava dalla spalla in su chiunque altro del popolo" (1Sam. 9, 1-2). Era capitato a Rama, residenza di Samuele, "per caso"; partito, infatti, in cerca di certe sue asine smarritesi, s'imbattè in Samuele, il quale, appena lo vide, riconobbe in lui l'uomo indicategli dal Signore il giorno prima: "II Signore aveva detto all'orecchio di Samuele, un giorno prima che giungesse Saul: - Domani a quest'ora ti manderò un uomo della terra di Beniamino e tu lo ungerai come capo del mio popolo Israele. Egli libererà il mio popolo dalle mani dei Filistei, perchè io ho guardato il mio popolo, essendo giunto fino a me il suo grido" (1Sam. 9,16-17).
Quando Samuele vide Saul, il Signore gli rivelò: "Ecco l'uomo di cui ti ho parlato; costui avrà potere sul mio popolo" (1Sam. 9, 18). Cosi Samuele tenne Saul a cena con sè, e l'indomani, all'alba, lo unse rè d'Israele: "Samuele allora prese l'ampolla dell'olio e gliela versò sulla testa, poi lo baciò dicendo: - Ecco, il Signore ti ha unto capo sopra Israele suo popolo. Tu avrai potere sul popolo del Signore e tu Io libererai dalle mani dei nemici che gli stanno intorno" (1Sam. 10,1). Dopo la designazione profetica, a Masfa, presenti i rappresentanti di tutte le tribù, si procedette alle "sorti sacre", ossia alle elezioni, che caddero su Saul. Samuele disse a tutta la folla: "Vedete dunque che l'ha proprio eletto il Signore, perchè non c'è nessuno in tutto il popolo come lui. Tutto il popolo proruppe m un grido: "Viva il rè"". (1Sam. 10,24).
Circa un mese dopo l'elezione, Saul, secondo la missione ricevuta, cominciò a liberare Israele dai suoi nemici, e ottenne la sua prima vittoria liberando Iabes di Galaad dagli Ammoniti, ma, poco dopo, avanzarono contro Israele i Filistei, che quasi circondarono gli Israeliti, i quali furono presi dal panico. Saul era in Galgala "e tutto il popolo che stava con lui era Impaurito". Per arginare lo sbandamento era necessario fare il sacrificio richiesto in questi casi. Eseguirlo spettava a Samuele, il quale gli aveva detto: "Tu scenderai a Galgala precedendomi. Io scenderò in seguito presso di tè per offrire olocausti e immolare sacrifici di comunione. Sette giorni aspetterai, finchè io verrò da tè e ti indicherò quello che dovrai fare". (Samuele, I, 13-14)
Samuele tardava a venire, e il popolo si disperdeva impaurito. Allora Saul, sostituendosi arbitrariamente a Samuele e disubbidendo al Signore, "diede ordine: - Preparatemi l'olocausto e i sacrifici di comunione. Quindi offrì l'olocausto. Ed ecco, appena ebbe finito di offrire l'olocausto, giunse Samuele e Saul gli uscì incontro per salutarlo. Samuele disse subito: - Che hai fatto? Saul rispose: - Vedendo che il popolo si disperava lontano da me e tu non venivi al termine dei giorni fissati, mentre i Filistei si addensavano... ho detto: ora scenderanno i Filistei contro di me in Galgala mentre io non ho ancora placato il Signore. Perciò mi son fatto ardito e ho offerto l'olocausto".
Samuele lo rimprovera dicendogli: "Hai agito da stolto, non osservando il comando che il Signore Dio tuo ti aveva imposto, perchè in questa occasione il Signore avrebbe reso stabile il tuo regno su Israele per sempre. Ora invece il tuo regno non durerà. Il Signore si è già scelto un uomo, secondo il suo cuore, e lo costituirà capo del suo popolo, perchè tu non hai osservato quanto ti aveva comandato il Signore" (1Sam. 13,9.8- 14). Seguono altri avvenimenti. Samuele manda Saul in una guerra santa contro Amalek, antico nemico di Israele e suo vicino. "Va', dunque, e colpisci Amalek e vota allo sterminio quanto gli appartiene". Saul vince, ma non sfrutta la vittoria come gli era stato comandato: risparmia il rè di Amalek e il meglio del bestiame."Allora fu rivolta a Samuele questa parola del Signore: - Mi pento di aver costituito Saul rè, perchè si è allontanato da me e non ha messo in pratica la mia parola". Così Saul, nonostante l'implorazione del perdono, è condannato a perdere il regno. E ciò si verificherà non molto tempo dopo. Ripresa la guerra contro i Filistei, sorge al fianco di Saul, David, il quale compie grandi imprese ed è evidente la protezione divina che l'accompagna. Seguono vicende varie, la gelosia di Saul e fatti inìqui ch'egli compie a danno di David e dei sacerdoti che lo sostengono. Intanto, mentre la guerra incalza, muore Samuele. I Filistei avanzano contro Israele e pongono il campo in Sunam; Saul con il suo esercito è sul Gelboe. Quando vede il campo filisteo rimane atterrito e il suo cuore trema di paura. Consulta il Signore; ma il Signore non gli risponde, ne mediante gli "urim" (si tratta di due pietre, mezzo per la consultazione ufficiale di Jahvè ad opera del Sommo Sacerdote; le due pietre, di vario colore e forma, significavano "luce e integrità"), ne per mezzo dei profeti. Allora Saul ordina ai suoi ministri di cercare una negromante, perchè vuole consultarla (Sam. I, 28, 3-6).




 Pratica e significato della necromanzia come la giudica l'Antico Testamento
Così Saul si accinge a praticare la negromanzia (o "necromanzia", dal greco "nekrós", salma, e "mantèia", divinazione), la quale è la pratica di evocazione dei morti per consultarli intorno all'avvenire o alle cose occulte, derivante dal desiderio innato nell'umanità di penetrare il buio mistero della morte. Tale pratica è riscontrata in tutte le forme primitive di civiltà. E' ricorrente: la esercitano anche gruppi appartenenti a civiltà progredite, soprattutto in periodi di accentuata decadenza sul piano delle certezze filosofiche e religiose. In Oriente, in Grecia e in Roma fu molto praticata. Fu praticata anche in Israele, pur essendo proibita dalla legge"Manasse praticò la divinazione e la magia, istituì i negromanti e gli indovini, compì in tante maniere ciò che è male agli occhi del Signore, da provocare il suo sdegno". (2 Rè, 21,6).
Isaia ammoniva il popolo: "Quando vi diranno: Interrogate gli spiriti e gli indovini che bisbigliano e mormorano formule... attenetevi alla rivelazione, alla testimonianza". (Is. 8, 19-20).
La legge mosaica, riguardando la necromanzia come affronto ai segreti di Dio, puniva di morte chi la esercitava o comunque vi aderiva: "Non vi rivolgete ai negromanti e agli indovini; non li consultate per non contaminarvi per mezzo loro. lo sono il Signore vostro Dio" (Lev. 19.31). "Se un uomo si rivolge ai negromanti e agli indovini per darsi alle superstizioni dietro di loro, io volgerò la faccia contro quella persona e la eliminerò dal suo popolo. Santificatevi dunque e siate santi, perchè io sono il Signore, vostro Dio" (Lev. 20, 6). "Se un uomo o una donna, in mezzo a voi, eserciteranno la negromanzia o la divinazione, dovranno essere messi a morte; saranno lapidati e il loro sangue ricadrà su di essi" (Lev. 20, 27). "Non si trovi in mezzo a tè chi immola, facendoli passare per il fuoco, il suo figlio e la sua figlia, ne chi esercita la divinazione o il sortilegio o l'augurio o la magia; ne chi faccia incantesimi, ne chi consulti gli spiriti o gli indovini, ne chi interroghi i morti, perchè chiunque fa queste cose è in abominio al Signore..." (Deut. 18, 10-12). Nonostante le proibizioni del Signore e la minaccia di morte, la necromanzia continuava a essere praticata in Israele. Lo stesso rè Saul manda, come abbiamo visto, i suoi ministri a cercare una negromante. Quando essi gli dissero che ve ne era una nella città di  Endor, "Saul sì camuffò, si travestì e partì con due uomini. Arrivò da quella donna di notte. Disse: - Pratica la divinazione per me con uno spirito. Evocami colui che io ti dirò. La donna gli rispose: - Tu sai bene quello che ha fatto Saul: ha eliminato dal paese i negromanti e gli indovini; e tu perchè tendi un tranello alla mia vita per uccidermi? Saul le giurò per il Signore: - Per la vita del Signore, non avrai alcuna colpa per questa faccenda. Essa disse: Chi devo evocare? Rispose: Evocami Samuele. La donna vide Samuele, proruppe in un forte grido e disse a Saul: - Perchè mi hai ingannata? Tu sei Saul! Le rispose il rè; - Non aver paura; che cosa vedi? La donna disse a Saul: - Vedo un essere divino che sale dalla terra. Le domandò: - Che aspetto ha? Rispose: E' un uomo anziano che sale ed è avvolto in un mantello. Saul comprese che era veramente Samuele e si inginocchiò con la faccia a terra e si prostrò. Allora Samuele disse a Saul; Perchè mi hai disturbato e costretto a salire? Saul rispose: - Sono in grande difficoltà. I Filistei mi muovono guerra e Dio si è allontanato da me; non mi ha più risposto ne per mezzo dei profeti, ne per mezzo dei sogni; perciò ti ho evocato, perchè tu mi manifesti quello che devo fare. Samuele rispose: - Perchè mi vuoi consultare, quando il Signore si è allontanato da tè ed è diventato tuo nemico? ... Poichè non hai ascoltato il comando del Signore e non hai dato effetto alla sua ira contro Amalek, per questo il Signore ti ha trattato oggi in questo modo. Il Signore abbandonerà inoltre Israele insieme con tè nelle mani dei Filistei. Domani tu e i tuoi figli sarete con me; il Signore consegnerà anche l'accampamento d'Israele in mano ai Filistei. All'istante Saul cadde a terra lungo disteso, pieno di terrore per le parole di Samuele" (1Sam. 28, 3-20).
Anche il narratore condivide la credenza popolare negli spiriti, pur considerando illecita la loro evocazione? Con lui ci crede Io stesso Saul, che pur aveva bandito dal regno necromanti e indovini? Difficile è l'interpretazione del fatto. Intervento divino? Intervento demoniaco? Inganno della donna? Credulità da parte di Saul? La scena, indubbiamente, si è svolta come si svolgono le sedute spiritiche. Se la seduta è vera, la manifestazione di Samuele è reale. Egli annunciò effettivamente l'avvenire di Saul e dei suoi: "Perfino dopo la sua morte Samuele profetizzò, predicendo al rè la sua fine" (Sir. 46, 20). Che cosa ne pensarono i Padri della Chiesa?

Tertulliano (morto verso il 220), riferendosi alla presunta "ascesa dell'anima di Samuele", la definisce una "meravigliosa menzogna"; secondo lui le parole attribuite a Samuele erano state contraffatte dal ventriloquismo della strega. "Dio non voglia, scrive Tertulliano, che ci passi per la mente la supposizione della possibilità che l'anima di un qualche santo, e tanto meno quella di un profeta, possa essere strappata (dal suo luogo di riposo nell'Ade) da un demonio".
Minucio Felice, contemporaneo di Tertulliano (nel trattato "Octavius", nel quale presenta un dialogo tra il cristiano Ottavio e il pagano Cecilio circa i meriti comparativi delle rispettive religioni, dopo averli fatti discutere sugli "spiriti del male" che combattono per rovinare, depravare i viventi e separarli da Dio) cosi si esprime: "I poeti sanno che questi spiriti sono demoni; i filosofi discorrono di essi; Socrate lo sapeva tanto bene che a un segno del capo e alla decisione di un demone che era al suo fianco, intraprendeva i suoi affari; i maghi, anch'essi, non soltanto sanno che ci sono i demoni, ma qualunque miracolo cerchino di produrre, lo fanno con il loro aiuto; per mezzo delle loro ispirazioni e delle loro comunicazioni essi esibiscono i loro trucchi meravigliosi, tanto da far apparire le cose che non sono, quanto da far sparire quelle che sono".


Comunque sia, al di là dell'ìnterpretazione della seduta spiritica praticata da Saul, va considerato il fatto in sè stesso: la pratica, cioè, della necromanzia, tanto diffusa in Israele nonostante le proibizioni. Già esistente verso la fine del periodo dei Giudici, essa prese consistenza al tempo di rè Saul, e raggiunse il massimo sviluppo quando gli Israeliti non furono più uniti e si divisero in due regni (Regno di Israele, Regno di Giuda); e precisamente, raggiunse la perfezione nel sec. VIII nel Regno di Israele, nel quale la fede del culto di Yahweh si era allentata, cedendo il passo all'idolatria. Fatto, questo,, ricorrente nella storia, in ogni tempo: quando la religiosità decade, o entra in crisi, insorgono nuove forme di vita e di culto, che, pur non opponendosi direttamente alla "sana e vera dottrina", la minano all'interno. Così anche nel Medioevo, benchè bandita dalla Chiesa, la necromanzia godè molta fortuna: faceva parte di una certo folklore popolare, di un insieme di credenze che abbracciava ogni deviazione e corruzione in opposizione al monoteismo e alle prescrizioni ecclesiali. Se la religione legittima, infatti, può sintetizzarsi nel monoteismo e nei precetti morali (Alleanza di Dio con il suo popolo; Decalogo come norma di comportamento e come segno di attuazione e di rispetto dell'Alleanza), quella "deviata" può sintetizzarsi nell'idolatria, con tutte le flessioni e le pratiche che ne derivano: divinazione, magia, culto di divinità straniere, pratiche immorali (prostituzione sacra), sacrifici umani, superstiziosa fiducia riposta sul semplice culto esterno e sul tempio... Pratiche, tutte queste, condannate dalla Legge (vedi Lv.20, 6, 27; Dt. 18, 10-12). Esse denunciano non un abbandono totale del vero Dio, il Dio di Israele, ma la non considerazione di lui come il Dio Supremo, unico, assoluto.




 La divinazione
Pratica antichissima, la divinazione; moderna, quella spiritica, continuazione di quella, anche se con caratteristiche proprie. "La divinazione è l'arte di conoscere e annunziare il futuro, quale probabilmente sarà, o le cose nascoste, mediante comunicazione con forze oscure". E' un atto di indole magica strettamente dipendente dalla natura dell'uomo che, in tutti i tempi, ha tentato di comunicare con le forze occulte piegandole alla sua volontà. Tale comunicazione può essere:a) esplicita (o espressa); b) implicita (o tacita). Nel primo caso si cerca di ottenere l'evocazione dei morti (necromanzia) o altre apparizioni; si pretende, cioè, come fece Saul, che le forze occulte (in questo caso le anime dei trapassati) invadano la persona evocante, il medium (soggetto avente particolari disposizioni al riguardo), per la trasmissione dei messaggi cognitivi (ossia tali da comunicare espressamente delle conoscenze richieste o attese, non conoscibili, comunque, con l'esperienza o con la ragione) o profetici (divinazione esplicita). Nel secondo caso si può avere una divinazione che procede da segni causali (detta anche naturale) che procede da segni cercati o procurati dall'osservatore (ossia divinazione artificiale). L'astrologia, per esempio, e molteplici ricerche del genere, altro non sono che forme di divinazione naturale; mentre forme di divinazione artificiale sono le sorti e le carte. Contro la divinazione (anche se non in tutte le sue forme: per esempio la "sorte" usata dagli Apostoli per la scelta del sostituto di Giuda nel collegio apostolico) il Dio dell'Alleanza e la stessa Chiesa si sono costantemente pronunciati in senso negativo; nonostante ciò, lo abbiamo già sottolineato, la sua pratica è stata nelle sue varie forme, costante.
La divinazione si è servita, per esempio, dell'osservazione delle nubi, delle stelle, dei sacrifìci e del fegato, della negromanzia e del prender sonno sui sepolcri, per ricevere delle comunicazioni da parte dei morti. "Essi andavano per una strada non buona, seguendo i loro capricci; un popolo che mi provocava sempre, con sfacciataggine. Essi sacrificavano nei giardini, offrivano incensi sui mattoni, abitavano nei sepolcri, passavano le notti in nascondigli..." (Is. 65, 2-4). vostri maghi ne ai vostri stregoni che vi dicono: non sarete soggetti al re di Babilonia!" (Ger. 27, 9). I "misteri" non possono essere, dice il profeta Daniele, spiegati "ne da saggi, ne da astrologi, ne da maghi, ne da indovini; ma c'è un Dio in cielo che svela i misteri" (Dan. 2, 27-28). "Vano è il presagio" che il rè di Babilonia attende, "fermo al bivio, all'inizio di due strade, interrogando le sortì, agitando le frecce, interrogando gli dei domestici, osservando il fegato..." (Ez-, 21, 26). Praticare "la divinazione e gli incantesimi" significa, chiaramente, "seguire le vanità, diventare fatui a imitazione dei popoli vicini (pagani), dei quali il Signore aveva comandato di non imitare i costumi" (2 Re, 13ss).
Anche il NT. si pone contro la divinazione; "Mentre andavamo alla preghiera venne verso di noi una giovane schiava che aveva uno spirito di divinazione e procurava molto guadagno ai suoi padroni facendo l'indovina. Essa seguiva Paolo e noi, gridando: - Questi uomini sono servi di Dio Altissimo e vi annunziano la via della salvezza. Questo fece per molti giorni finchè Paolo, mal sopportando la cosa, si volse e disse allo spirito: - In nome di Gesù Cristo ti ordino di partire da lei- E lo spirito partì all'istante", (At. 16, 16-18).
La divinazione, pertanto, anche quando rivela dei contenuti non falsi ("Questi uomini sono servi del Dio Altissimo"), con espressa o con tacita evocazione delle forze occulte, è stata sempre, sia nell'Antico sia nel Nuovo Testamento, sia nella storia del Popolo dì Israele sia in quella del Popolo cristiano, considerata una sfida a Dio, o semplicemente una disobbedienza a Lui. E questo, perchè è da escludere che il Signore di tutte le cose e le forze spirituali a Lui obbedienti (Angeli, anime dei trapassati...) possa cooperare alla curiosità e agli scopi non giustificati della divinazione; ne è ammissibile che Dio stesso e tali forze siano o possano essere sottoposti a una forza evocatrice umana: Dio è al di sopra di tutti e gli spiriti buoni a Lui solo obbediscono. Solo per sua permissione essi possono rispondere all'evocazione. Per tale motivo rimane l'identità delle forze occulte con le forze del male, quelle infernali.
Ne è prova la magiadottrina e arte di quanti pongono in atto operazioni in virtù di poteri occulti, che, praticata fortemente nel passato, continua ad avere i suoi adepti e i suoi sacerdoti anche nel nostro tempo. L'esperienza insegna che è impossibile mettere in dubbio l'esistenza di malefizi operati dalle potenze diaboliche, tanto che contro di essi la Chiesa ha istituito, e continua ad esercitare, l'esorcismo. Occorre, tuttavia, molta prudenza nel riconoscere l'opera del maligno e la sua presenza: gli effetti disastrosi della credulità e della faciloneria sono incalcolabili. La storia insegna che nei secoli passati, quando fu fortemente praticata la magia con la stregoneria, la confusione tra reale e immaginario fu grande e, di conseguenza, gravi gli errori da parte di quanti tentavano di combatterla con strani processi. Molti dei cosiddetti malefici e sortilegi possono dipendere, in realtà, da azioni, suggestioni, illusioni, false interpretazioni di menti squilibrate, eccessivamente pavide e impressionabili. Ciò non toglie la presenza e il peso dei malefizi sulla vita dell'uomo quali effetti della magìa e della mobilitazione del diabolico. Le forze occulte, infatti, di norma, non possono che identificarsi con le forze infernali, per cui la loro invocazione, tacita o espressa, è sempre una richiesta di aiuto o di collaborazione da parte di Satana, nemico dichiarato di Dio e degli uomini. La divinazione, in ultima analisi, attribuendo al maligno la conoscenza certa del futuro contìngente, costituisce una grave ingiuria verso Dio: il futuro, infatti, essendo dipendente dalla libera volontà, è noto a Dìo solo; inoltre, espone chi vi presta fede alle suggestioni di colui che è "il padre della menzogna fin dall'inizio". 
Infrequente è l'ornitomanzia, arte augurale praticata dai Romani, avente come fondamento l'osservazione e l'interpretazione del volo degli uccelli; frequente è, invece, anche dalle nostre parti, l'oniromanzia (interpretazione dei sogni; Napoli ne è, per così dire, la capitale: essa è associata, con il nome di "smorfia", al gioco del lotto), arte apprezzatissima presso tutti i popoli e in tutti i tempi. L'idromanzia fu l'arte praticata da Cagliostro; egli, usandola, avrebbe veduto e predetto gli orrori della Rivoluzione francese. Consiste nell'esame dei movimenti di un oggetto gettato in una fontana sacra, oppure nella osservazione dei vari movimenti e incontri di liquidi diversi (es. acqua e olio) versati in una coppa, ed anche nel fissare attentamente, fino a cadere in trance, un bicchiere colmo d'acqua e vedere disegni nel liquido rappresentanti figure e scene, annunzio del futuro (è l'arte di cui maggiormente il Cagliostro si serviva). E lo spiritismo? Si tratta di una dottrina e prassi che afferma la possibilia di comunicare con lo spirito del defunto, attraverso un soggetto psichicamente predisposto (medium). E' piuttosto recente.






 Lo spiritismo
Lo spiritismo ha origine nel Nuovo Continente: gli Stati Uniti d'America. Fu il dott. J. Larking, che nella città di Wretham (Massachussetts) si dedicava allo studio del magnetismo animale, a fare, nel 1844, alcuni esperimenti con la sua domestica Mary Jane. In stato di trance ipnotica, la donna vide un giorno accanto a sè una donna meravigliosa, che le suggeriva il contenuto delle sue manifestazioni di chiaroveggenza. La stessa donna, inoltre, produceva fenomeni di tipo fisico, i cosiddetti "raps", forti colpi provenienti, almeno così sembrava, dalle pareti e dai mobili. Ciò che colpiva era il linguaggio che, in stato di trance, usava: talvolta quello grossolano e volgare di un mozzo di bordo, talaltra quello di un prelato che sta predicando. Sosteneva di essere costretta a parlare nell'uno e nell'altro modo dallo spirito del mozzo o del prelato che prendeva possesso del suo corpo per manifestarsi. Un altro fenomeno è segnalato dalla cronaca di quei tempi; quello dell'apporto-esporto. Si trattava di un ferro da stiro che da una stanza passava, inspiegabilmente, in un'altra... Nel giro di pochi anni, per la manifestazione di numerosissime "entità" (spiriti), il dott. Larking fu in grado di raccogliere e pubblicare, in un accurato studio, ben 270 casi che egli presentava come assolutamente attendibili. Fenomeni demoniaci? Così si diceva in città e nei dintorni, tanto che il rev.Thatcher, interessato al fenomeno, volle studiarlo a fondo, esprimendo giudizi che confermavano l'attendibilità dei fenomeni. Nonostante l'intervento autorevole del Thatcher, la domestica del dottor Larking, Mary Jane, accusata di necromanzia, fu processata, condannata ad alcuni mesi di carcere, esclusa dalla propria congregazione religiosa unitamente allo stesso dott. Larking, che cadde in miseria, abbandonato dai clienti e dai concittadini. La sua riammissione nella comunità religiosa fu subordinata alla ritrattazione di quanto aveva sperimentato e pubblicato. Ma ciò non gli impedì, di nascosto, di continuare gli esperimenti con la fedele domestica; anzi giunse a comunicare con la moglie morta da poco tempo, la quale, preannunciandogli due tragici incidenti ferroviari, gli salvò la vita. Ma la storia dello spiritismo non comincia con il dott. Larking, le cui esperienze non ebbero larga eco in America e in Europa: inizia con le esperienze compiute dalle sorelle Margaret e Kate Fox. Nel 1834 viveva, nel villaggio di Hydesville (Stato di New York), in una modesta palazzina, un certo Mr. Bell, con la propria moglie. Una sera un ospite insolito (un merciaio ambulante) che, stanco, si era fermato in quella casa, conversò del più e del meno fino a tardi con i coniugi Bell. L'indomani il misterioso ospite scomparve. Di lui non si ebbe notizia alcuna. Nel 1847 i Bell, trasferendosi, affittarono a una coppia di coniugi la casa. Ben presto i nuovi inquilini avvertirono degli strani fenomeni: forti colpi, provenienti dalle pareti, disturbavano il loro sonno e la loro vita. Non resistendo, furono costretti a cambiare alloggio. La casa, nello stesso anno, fu presa in affitto dalla famiglia Fox, formata dai genitori e dalle figlie Margaret e Kate, rispettivamente di quindici e undici anni. I fenomeni strani andavano intensificandosi e moltiplicandosi. Ai colpi si aggiungevano rumori di lotta, rantoli, urli, suoni provocati da corpi immaginari trascinati, per le scale, in cantina. Kate, con prontezza e senza timore alcuno, si rivolse a "colui" che provocava tutto quel frastuono battendo alcuni colpi con la mano sul muro e chiedendo che venisse fatto altrettanto. La risposta non si fece attendere. Sulla traccia di codesta esperienza venne così stabilito un codice, dapprima semplice (risposte affermative e negative), successivamente perfezionato in un codice alfabetico da David, fratello di Kate. Chi era l'entità occulta? Si venne a scoprire che sì trattava dell'anima del merciaio che era stato ospite dei Bell, assassinato da Mr. Bell, nell'assenza della moglie e dal medesimo seppellito in cantina!   Gli scavi effettuati portarono alla scoperta del corpo del mercante Charles Rosma, assassinato da Mr.Bell per la misera somma di cinquanta dollari! In seguito alla notizia diffusa dalla stampa, le sorelle Fox divennero oggetto di interesse da parte di curiosi e di ricercatori.
Quando, in occasione di ripetute esperienze, giunse il messaggio: "Amici, dovete proclamare questa verità al mondo... E' l'alba di una nuova era... I. buoni spiriti veglieranno su di voi...", ebbe inizio l'era dello spiritismo con il sorgere di circoli, gruppi e associazioni, con il manifestarsi di numerosi medium.Intanto, emigrata in Inghilterra, la famiglia Fox Ìntroduceva la pratica dello spiritismo in Europa (dove divenne una moda) dilagando la passione dei "tavolini parlanti " o "semoventi". Lo spiritismo si presenta con tendenze fortemente confessionali, cioè con orientamento strutturante sempre più una dottrina mistica, o misteriosofica e, quindi, generante confraternite regolate da riti e da cerimonie. Movimento a carattere ideale e innovatore, quello spiritico ha avuto (e oggi è in vertiginosa ascesa) milioni di proseliti in tutto il mondo; ha una sua letteratura (primo scrittore è stato J. Davis, 1826-1910); ha avuto il suo legislatore in Allan Kardec [Kardec Allan, pseudonimo di Hippolyte Rivail, francese (Lione 1804-Parigi 1869). E' uno dei maggiori rappresentanti della dottrina spiritistica di cui è anche il grande legislatore. Con interpretazioni arbitrarie tentò di spiegare, in senso spiritistico, tutte le religioni, cristianesimo compreso. Fra le sue maggiori opere vanno ricordate: "Le livre des esprits", 1857; "Le livre des mèdiums", 1861; "L'Evangile selon le spiritisme", 1864; "La Genèse, les miracles et les prèdictions selon le spiritisme", 1868; "Le ciel et l'enfer", 1869. Fondò la "Sociètè parisienne d'ètudes spirites" (1858) e la "Revue spirite" (1858). Il suo movimento fu chiamato "spiritismo-sistema" e, anche, "mistico-religioso". Ebbe maturazione sistematica e diffusione grazie alle riviste fondate dallo stesso Kardec] che ne ha precisato il programma. Ne mancano, ancor oggi nel mondo, le associazioni spiritiche; la più importante rimane la "Federazione Spiritisti Internazionale" che organizza, anche, numerosi congressi. A questa fanno capo le singole associazioni locali e nazionali. Il primo interesse verso lo spiritismo in Italia si ebbe a seguito della visita effettuata da Douglas Home nel 1855. In quell'occasione fu esposta le tesi del Kardec che trovò un terreno fecondo, tanto che a Palermo si costituì la prima società spirituale; quasi contemporaneamente Vincenzo Scarpa, a Torino, fondò gli "Annali dello spiritismo". Nel 1870 l'Italia contava oltre cento associazioni spiritiche.All'interesse teorico, molto diffuso, segui, forse tardivamente rispetto ad altri paesi, quello pratico, che, progressivamentè, diventò "mania". Nei primi decenni del secolo scorso, un italiano fu il massimo esponente mondiale della ricerca scientifica dello spiritismo: il prof. Ernesto Bozzano.
Allo spiritismo appartiene una serie di fenomeni di varia specie.
I più conosciuti sono:
  • il cosiddetto "movimento del tavolino" (fenomeno del colpo);
  • lo "scrivere sotto dettatura dello spirito",
  • il render visibili i defunti (materializzazione).


In base a questa enunciazione gli studiosi distinguono:
a) uno spiritismo tipologico: risposte che vengono date a mezzo di colpi (raps); 
b) uno spiritismo grafologico: risposte che vengono scritte dal medium sotto dettatura; 
e) uno spiritismo invadente: risposta data dallo spirito attraverso la bocca del medium invaso (ossia la strumentalità del medium); 
d) uno spiritismo vedente: visione che il medium ha dello spirito e, con lui, anche i partecipanti alla seduta; 
e) uno spiritismo materializzato: materializzazione sensibile dello spirito che parla, comunica anche visibilmente con i partecipanti alla sessione (si tratterebbe di reincarnazione).


Da questa classificazione sono esclusi, naturalmente, tutti i fenomeni che si possono ridurre senz'altro all'inganno o all'illusione (autosuggestione, isteria, ecc.): in questo caso non si tratta di spiritismo vero e proprio.
Lo spiritismo attuale si suddivide, secondo alcuni suoi sistematori, in due fondamentali indirizzi ideologici:
  • A) lo spiritismo-sistema (o "mistico-religioso") di Kardec,
  • B) l'ipotesi spiritica (o "naturalistico-scientifica").




 A) Lo spiritismo-sistema (di Kardec)
Lo spiritismo-sistema si rifa direttamente a concezioni filosofiche e religiose orientali e romano-ellenistiche, par ticolarmente al neoplatonismo, rappresentato da Plotino che insegnò a Roma. Egli poneva come principio assoluto L'UNO, che trascende il mondo e lo stesso pensiero, e si riflette nell'Intelligenza, la quale produce e contiene in sè le idee; al terzo posto vi è l'anima del mondo, che da origine alle anime individuali e attua le idee nella materia [il neoplatonismo moderno risale a Marsilio Ficino (dell'Accademia platonica di Firenze), il quale trasforma la dottrina di Plotino in una ricerca di cause e di sapienza occulte, in una vera e propria teosofia, Il Ficino, filosofo umanista (Figline Valdarno, 1433 -Careggi di Firenze, 1499), ebbe una formazione filosofica di tipo neoplatonico. La sua cultura fu integrata dallo studio della Sacra Scrittura  dei Padri e della dottrina tomistica. La novità essenziale del suo pensiero è il concetto della centralità dell'uomo, nel senso che, essendo l'uomo partecipe in qualche modo di tutti i gradi di dignità dell'Essere, egli riassume in sè l'universo. E' stato creato, infatti, perchè attraverso la sua attività, il mondo sia ricondotto a Dio. Questa "copula mundi" che è l'uomo, questo mediatore tra il mondo e Dio, in ogni momento si sforza di essere e di divenire anche in qualche modo Dio, in un processo di adeguamento e di purificazione, che non avrà mai termine (continuerà, dunque, anche al di là della vita terrena)].
La dottrina spiritica kardechiana si fonda sui seguenti principi:
a) esistenza di Dio, causa suprema di ogni cosa, principio astratto senza carattere antropomorfico, eterno, infinito, assoluto; 
b) esistenza dell'anima, o spirito, composta di due principi: uno spiritico, indistruttibile e perfettibile, e un corpo fluidico semimateriale (perispirito) che lega lo spirito al corpo durante la vita terrena e per mezzo del quale avvengono molti fenomeni paranormali e le comunicazioni tra i defunti e i viventi; 
e) immortalità dell'anima; 
d) possibilità (come accennato) di comunicazioni di viventi con l'aldilà; 
e) responsabilità individuale;  
f) legge di causalità (afferma il carattere necessario dell' ordinamento delle leggi fisiche);  
g) principio delle reincarnazioni successive (significa che gli spiriti, fintantochè non hanno raggiunto un alto grado di perfezione, tornano a incarnarsi in nuovi individui a scopo di ulteriori prove ed esperienze).


Ciò considerando, rileviamo che la dottrina dello spiritismo-sistema accetta apertamente spunti contenutistici che si intrecciano strettamente con vari movimenti e sistemi; teoteosofia, antroposofia, metapsichica, metempsicosi.

 a) Teosofia 
La Società Teosofica (= della sapienza divina) viene fondata nel 1875 a New York dalla visionaria, spiritista, occultista russa Helena Petrovna von Hann (1831-1891) maritata Blavatsky. Da giovane fu afflitta da fenomeni di poltergeist che rivelano un conflitto inconscio, cominciando con la "scrittura automatica" e lo "spiritismo nel 1873 al Miracle Club di New York. Si impose all'attenzione mondiale fondando una "nuova religione", un minestrone di varie credenze, ponendosi come antesignana del New Age odierno. La dottrina teosofica è complessa e spesso confusionaria. Trae sostanziale ispirazione dall'induismo e dal buddismo però è "monista" e predica una dissociazione tra spirito e materia (con relativa risalita dalla materia allo spirito) di tipo gnostico di "autoredenzione". La teosofia si pone come verità al si sopra delle relgioni. Afferma che i Patriarchi biblici sono segni zodiacali, che la dottrina cristiana del sacrificio di Gesù è illogica; che Gesù non è il Cristo-Dio ma è un mito e che pertanto non poteva conferire autorità a Pietro; che questi non è mai stato a Roma; che Dio non è Persona; che la Bibbia è il libro sacro meno autentico; che Mosè era sacerdote di Osiride; che Satana è il principale sostegno dei preti; ecc. Dio è considerato come Logos Cosmico, vertice di una trinità o trimurti formata come quella induista (Brahama il creatore, Vishnu ilo conservatore e Shiva il distruttore) o anche come quella cristiana esotericamente reinterpretata. Sotto questo piano del Logos Cosmico esistono sistemi di 7 logoi planetari, e questo schema numerico fondato sull'alternanza dei 3 e dei 7 si ripete ad ogni livello. Per quanto riguarda la nostra terra, essa dipende da un Logos solare che a sua volta emana una trinità e sette ulteriori logoi. Il nostro pianeta si trova nel quarto stadio di uno sviluppo cosmico-spirituale che ha visto l'apparizione dell'uomo attraverso sette razze-radici, ciascuna distinta in sette sottorazze. Le prime tre razze portano a compimento l'unione dello spirito con la materia; la quarta manifesta questa unione; le ultime tre rappresentano la lotta dello spirito per liberarsi dai legami con la materia. La terza e la quarta razza si collegano ai continenti sommersi di Lemuria e Atlantide e hanno immediatamente preceduto la nostra razza attuale, la quinta, che rappresenta l'inizio dell'ascesa verso la riconquista della spiritualità. L'uom a sua volta composto di sette parti o "corpi" che prendono i nomi di corpo divino, monadico, spirituale, intuitivo, mentale, astrale e fisico. Nel corso di successive reincarnazioni l'uomo viene educato a liberarsi dai livelli inferiori mediante l'aiuto dei Maestri, spiriti che hanno completato il processo di purificazione e rimangono sulla terra per aiutare l'umanità residua a completare il proprio. Tutta la vita terrestre è governata dai Sette raggi che emanano dal centro della pianeta, e ad ogni raggio sovraintende un Maestro. Il massimo iniziato della storia è stato il Budda. Altre reincarnazioni illustri hanno preso i nomi di Krishna e Gesù Cristo: poi avrebbe dovuto arrivare Krishnamurti ma sono state deluse le aspettative.  
La reincarnazione, sempre inconciliabile con la risurrezione, ha un ruolo diverso nello spiritismo e nella teosofia:
  •  spiritismo (Rivail-Kardec): imbevuto del "socialismo utopista reincarnazionista" di Charles Fourier (1712-1837), Kardec struttura la vita dell'aldilà con 800 reincarnazioni che seguivano gli schemi del progresso positivista terreno con lo scopo della successiva purificazione (= espiazione delle colpe delle esistenze precedenti per raggiungere la perfezione), "di ben in meglio(reincarnazione alla Occidentale).
  • teosofia: segue la legge del karma del pensiero induista per cui le azioni porterebbero a delle conseguenze sul "corpo sottile" che funge da tramite tra il corpo e l'anima e che riceve le "impronte" delle azioni compiute, secondo la legge inesorabile della retribuzione, per la quale ogni individuo merita una rinascita che può essere peggiorativa o migliorativa rispetto alla vita precedente. Perciò per l'induismo e la teosofia ci si può reincarnare in corpo umano o animale; sano o ammalato; ricco o povero... (reincarnazione alla Induista-Buddista).
La Teosofia è considerata fenomeno collaterale in ogni storia della civiltà dei popoli, quasi la continuazione della tentazione "sarete come Dio" (Gen.3,5). Ha come scopo la esplicazione di determinate capacità chiaroveggenti, presenti nell'uomo, al fine di giungere alla penetrazione dei misteri di Dio e di tutte le cose. L'antica teosofia fu neoplatonica; quella moderna si rifa alla linea dei pensiero indiano, dando origine alla antroposofia. La teosofia è panteista: tutto quello che esiste è emanazione graduale dell'Essere primo divino, il quale non va pensato come Persona o Puro spirito. Le emanazioni costituiscono la Cosmogonia e la Storia; l'uomo, microcosmo, è strutturato a strati o piani (precisamente sette), alcuni più materiali, altri più spirituali. La morte è una transizione, un passaggio a una reincarnazione in cui l'uomo riceve la ricompensa o la punizione meritata nella sua precedente forma di esistenza, finchè non riuscirà a ritornare nella somma unità divina (Nirvana divino). La teosofìa, come lo spiritismo, è dottrina occultistica, ossia dottrina che sostiene la possibilità di accedere alla realtà mediante vie diverse dalla ragione e dagli organi di senso. La teosofìa, in quanto contraddice alla via metodica e all'oggettività della ragione, è antifilosofìca; in quanto propone il concetto panteistico di Dio è inaccettabile anche in considerazione dell'esperienza morale. Teosofia e Cristianesimo sono inconciliabili: la teosofia, infatti, nega: 1)l'esistenza di Dio "creatore"; 2) la vera incarnazione del Figlio di Dio (venuta di Cristo; Redenzione; unione ipostatica del Logos, figlio di Dio, con l'umanità in Gesù) e, quindi, oltre alla Rivelazione, la prospettiva escatologica della vita umana, e della Storia.

 b) Antroposofia
E' opera di Rudolf Steiner (1861-1925), antipositivista austriaco, tende a svelare il mondo come unità partendo dallo spirito. Iniziato alla Teosofia, appassionato di Goethe e Nietzsche, nel 1902 diventa il leader della Teosofia in Germania. Ma Annie Besant (1847-1933) presidente della società Teosofica succeduta alla fondatrice Helena Petrovna von Hahn in Blavatsky (1831-1891), lo espelle per non aver creduto alla missione di "nuovo Cristo" del giovane indiano Krishnamurti. In Germania 55 delle 65 loggie rimangono con Steiner che rende indipendente dalla Teosofia la sua società Antroposofica.   




L'antroposofia (cioè "sapienza intorno all'uomo") non vuole essere un sistema, ma un metodo di conoscenza per giungere al mondo invisibile, il quale è nascosto ai sensi e al pensiero legato ai sensi. Il perfezionamento morale e la cultura dello spirito (meditazione, concentrazione) sono le condizioni essenziali perchè l'uomo sviluppi la propria capacità di "vedere" il mondo invisibile. Lo spirito, progredendo nel processo di perfezionamento, potrà giungere a leggere nella cronaca Akasha ("etere" in indiano) nella quale sono fissate, come in un film, tutte le cose fin dal principio, ossia l'intero sviluppo del mondo e dell'uomo. In principio, dice lo Steiner, era il "Divino", dal quale si è sviluppata la materia come una specie di condensazione dello spirito. Il mondo, pertanto, non è stato creato; ne si può parlare di un Dio personale. La terra attuale, passata attraverso trè stadi planetari, tende progressivamente alta spiritualizzazione; l'uomo, che possiede il dono di tutte le fasi delle ere terrestri e di tutti gli esseri, è un regno animale concentrato che tende a salire alla sfera superiore. Vi penetra attraverso sette o nove gradi: 1)corpo fisico; 2)corpo etereo o vitale; 3)corpo animico; 4) anima sensitiva in quanto corpo animico senziente; 5)anima intellettiva; 6) anima cosciente; 7)personalità spirituale; 8)spirito vitale; 9) uomo spirituale. 
L'antroposofia, che rifiuta il cristianesimo positivo (e quindi le confessioni cristiane), altro non è che una modernizzazione dell'antica gnosi pur non condividendo con essa l'ostilità per il corpo. L'incompatibilità tra antroposofismo e cristianesimo è evidente. Papa Benedetto XV decretava (il 18 luglio dei 1917) il divieto, per i cattolici, di appartenere sia alle società teosofiche sia a quelle antroposofiche: la stessa Chiesa evangelica tedesca, mediante l'accademia, respingeva (nel 1948-49) la pretesa della "comunità dei cristiani", di ispirazione antroposofica, di essere considerata parte della chiesa evangelica nazionale (cfr. delibera del Consiglio della Chiesa evangelica tedesca). La dottrina di Steiner, in ultima analisi, si riduce a un panteismo materialistico.

 c) Metapsichica
E' denominata anche "parapsicologia". Si tratta di ricerche e dottrine aventi come scopo lo studio delle "eccezionali" possibilità dello psichismo umano. Sono oggetto della metapsichica tutti i fenomeni che escono dal quadro abituale della psicologia classica o razionale e che non sembrano essere spiegabili in maniera esauriente dall'ordinario intervento di forze fisiche, chimiche, biologiche, psicologiche. Come spiegare, per esempio, i casi di levitazione, di trasporto di oggetti a distanza senza apparente intervento fisico, colpi ritmici insoliti, fenomeni di conoscenze apparentemente extra-sensoriali (telepatia, lettura del pensiero, suggestione a distanza, radiestesia, chiaroveggenza, chiromanzia, guarigioni paranormali, premonizioni, sospensioni delle attività sensoriali, ecc.)? I veri cultori della metapsichica, insistendo sul carattere scientifico delle loro ricerche, sottolineano la netta distinzione che c'è tra fatti paranormali ed esperienze medianiche, attività degli indovini e dei cultori delle scienze cosiddette occulte. La Chiesa, trattandosi d'indagine scientifica del paranormale, non interviene con la sua autorità; il suo intervento si riterrebbe necessario, se i cultori della metapsichica uscissero dal terreno strettamente scientifico e positivo. La fede e la morale, infatti, non vengono implicate quando si tratta di "vera" scienza. Semmai la Chiesa, maestra di vita, indicherà agli studiosi gli errori metafisici e teologici che vanno evitati nella interpret azione dei fatti. Se, però, le sedute, dagli scopi scientifici passano al medianismo, la Chiesa sente il dovere di intervenire proibendo l'intervento attivo e passivo dei credenti sia per i pericoli di ordine fisico (alterazione della salute e turbamenti mentali), sia, infine, per pericoli di ordine religioso e morale (assimilazione di dottrine filosofiche e morali contrarie al Magistero o spinta ad azioni disoneste).

 d) Metempsicosi e reincarnazione
Secondo questa dottrina l'anima, dopo la morte del corpo, trasmigra in altri corpi per espiare i peccati commessi nella vita precedente o per salire a sempre maggiore perfezione. Il passaggio da un corpo all'altro si ripete fino a quando non si sarà compiuto il ciclo di perfezionamento assegnato a ciascuna anima. Allan Kardec, legislatore dello spiritismo, sostiene apertamente questa tesi. Due obbiezioni si pongono a questa dottrina: 1) l'esperienza dimostra che nessun uomo ha la coscienza vera e netta di essere preesistito: ciascuno di noi è se stesso, proprio per la permanenza del proprio io di ieri, di oggi e di domani in una perfetta unità; 2)l'espiazione richiede la responsabilità dei delitti commessi; ora la responsabilità è legata strettamente alla coscienza personale.  
Dal punto di vista teologico, poi, sappiamo che Iddio crea direttamente l'anima di ciascuno di noi e che, infondendola nel corpo, fa di ogni individuo una persona originale, irrepetibile, libera e responsabile. E' contraria, lo ribadiamo, alla dottrina cristiana (e tomista) dell'anima, forma sostanziale del corpo. Ogni anima, benchè specificamente identica alle altre, ha un ordine esclusivo al proprio corpo, nel quale è da Dio creata. E' sulla base di questo argomento che fa Chiesa, attraverso il S. Uffizio, nel 1911 ha dichiarato inconciliabili le dottrine teosofiche con il cristianesimo. I moderni seguaci dello spiritismo, della teosofia e dell'antroposofia preferiscono usare il termine '''reincarnazione" al posto di metempsicosi, ma la dottrina non cambia.






 B) Spiritismo naturalistico
L'ipotesi spiritica tenta di interpretare i fenomeni esaminati dalla ricerca psichica, il cui studio fu iniziato dal Freud, il quale, dopo il 1902, ne elaborò i risultati in una teoria, comunemente conosciuta col nome di "psicanalisi" [L'opinione secondo cui sarebbe proibito ai cattolici di sottoporsi a un trattamento psico analitico o di esercitarlo su altri è falsa ed infondata. Il pericolo serio della psicoanalisi risiede nel misconoscimento, da parte dell'analista, dei principi religiosi e morali fondati nella natura dell'uomo ed anche nell'impreparazione dell'analista stesso: gli sprovveduti, in questo campo, anche se credenti, arrecano sempre danno al loro prossimo! Pio XII (allocuzione dell'aprile 1953) accenna agli errori, di determinate correnti psicanalitiche, fissando le condizioni morali della psicoterapia per i cristiani]. Con l'apporto degli studi psicanalitici, l'ipotesi spiritica passa dalla comprensione dei fenomeni psichici (come intervento degli spiriti disincarnati tramite il medium) all' "ipotesi animistica" (o naturalistica), la quale, affiancata a quella spiritica, traccia i lineamenti di uno "spiritismo scientifico". Tale spiritismo scientìfico deriva da un vitalismo di tipo rinascimentale risalente al filosofo Giordano Bruno (Nola, 1548 - Roma, 1600), il quale, respinta la cultura aristotelica e scolastica, si era avvicinato al materialismo atomistico di Democrito e degli Epicurei; e, di poi, insofferente della visione, quale era quella di Democrito, troppo schematica della realtà naturale, finì con l'approdare a un       "naturalismo animistico", partendo dalla convinzione che ogni aspetto, ogni momento della realtà naturale è organizzato, ordinato e sorretto da una forza vivente, la quale presiede "alla materia e signoreggia nelli composti, effettua la composizione e consistenzia delle parti..., stende le cartilagini, incava le arterie..., intesse le fibre, ramifica gli nervi".
E' nel mondo naturale - dice il Bruno - che si può trovare la presenza del divino, poichè questo si identifica con tutta quanta la realtà naturale: lo spirito è natura; la natura e i mondi sono infiniti, come Dio (panteismo). Questa corrente spiritistìco-scientifica fu appoggiata anche dal Lombroso [Cesare Lombroso, psichiatra e criminologo (1835-1909, israelita), fondatore dell'antropologia criminale. Basandosi su di una concezione strettamente materialista dell'uomo, presenta il criminale come un segnato, portante le "stigmate della delinquenza" sia fisiche che psichiche (ereditarie); come un malato, portatore di una varietà di epilessia, nella quale le convulsioni sono sostituite da impulsi violenti e irresistibili al delitto. Anche il genio è, come il delinquente, un malato mentale, degenerato da nevrosi di natura epilettica. Imbevute di un rigido materialismo, le dottrine del Lombroso, atee, negano la libertà umana, legando ogni azione al determinismo biologico. L'ipotesi spiritica, che si attesta su posizioni positivistiche e materialistiche, non poteva non essere accettata dal Lombroso]. Secondo l'ipotesi spiritica (o naturalistico-scientifica) il sostenere, come fanno coloro che seguono lo spiritismo-sistema, che una certa categoria di fenomeni paranormali resterà irriducibile alla ricerca, sperimentale, è inaccettabile; tutti i fenomeni, infatti, un giorno verranno spiegati, a mano a mano che si accrescerà la conoscenza dei processi psichici e psicofisiologici, sino a stabilirne una precisa teoria [E' la tesi del positivismo, dell'evoluzionismo, del materialismo: unico criterio di verità è la concordanza dell'esperienza e del pensiero con i dati di fatto, conoscibili nella loro sostanza fìsica per mezzo dei sensi e dell'esperienza e considerati come puro dato, con il rifiuto di qualsiasi significato metafisico. Ciò significa che è riconoscibile come esistente e vero ciò che è sperimentabile, verificabile, razionalizzabile].




 C) Altre classificazioni dello spiritismo
Ma non mancano studiosi che alla sistemazione dello spiritismo in due fondamentali indirizzi ideologici (spiritismo-sistema e ipotesi spiritica) contrappongono la classificazione di esso in trè grandi suddivisioni:
  • lo spiritismo scientifico, che propone lo studio rigorosamente metodico e scientifico dei fenomeni, soprattutto di quelli che, per le loro particolari caratteristiche, vengono generalmente collocati in una sfera fuori del razionale, del conoscibile sperimentalmente. Lo spiritismo scientifico esamina, con assoluta obiettività, i fenomeni di possessione, di xenoglossia (cioè il parlare in lingue straniere), di voci dirette, di materializzazione, di chiaroveggenza, di bilocazione, di levitazione, ecc., applicando l'ipotesi dell'intervento del corpo eterico o perispiritico ed escludendo il ricorso agli spiriti (tale corpo perispiritico viene considerato "materia");
  • lo spiritismo a orientamento religioso, che affonda le sue radici nel presupposto della reincarnazione, ha invece come caratteristica la comunicazione con il mondo dei defunti, al fine di partecipare a insegnamenti di contenuto morale e di conoscenza della vita dopo la morte;
  • lo spiritismo comune o volgare, consiste in una ricerca spiritica indirizzata alla evocazione di persone, in modo particolare di familiari, per ottenere dai cari defunti suggerimenti e consigli che aiutino a superare determinate difficoltà, anche riguardanti i problemi quotidiani più semplici.


Sia che si accetti la bipartizione, sia che si sostenga la tripartizione dello spiritismo, importante è cogliere la differenza tra lo spiritismo che attribuisce i fenomeni a "spiriti" veri e propri, anime, entità (spiritismo-sistema o spiritismo a orientamento religioso) e lo spiritismo che considera i medesimi fenomeni come eventi raziocinabili dovuti a entità non spirituali (ipotesi scientifica, o spiritismo scientifico).
Quanti sostengono Io spiritismo scientifico si vanno sempre più orientando verso la metapsichica, mentre gli spiritisti mistico-religiosi vanno sempre più congregandosi in sette aventi come fondamento l'occultismo. Numerosi sono oggi, fra gli occultisti, i "sensitivi" e i "veggenti" che, sotto l'ispirazione dell'Entità, tentano di portare conforto e soluzione alle vicende della vita quotidiana.




 Definizioni dello spiritismo
Che cos'è, dunque, lo spiritismo? Chi sono gli spiriti? Chi è lo spiritista? Poichè lo spiritismo a carattere mistico-religioso è il più diffuso, riportiamo la più pertinente tra le definizioni che gli sono state date: "Lo spiritismo è la scienza, la religione della vita e la filosofia, imperniata sul presupposto della possibilità di comunicazione, attraverso la medianità, con coloro che vivono nel mondo degli spiriti" (Associazione spiritica degli Stati Uniti, 1919).
Pertanto, afferma Kardec, il fondatore dello spiritismo mistico-religioso,"coloro che non ammettono l'anima o lo spirito dell'uomo, non possono ammettere l'esistenza di spiriti fuori dell'uomo; per conseguenza negando la causa, negano l'effetto".
Gli spiriti, insiste Kardec, non sono, come generalmente si crede, "esseri a parte della creazione; sono bensì le anime di coloro che hanno vissuto sulla terra o in altri mondi, spogliate del loro involucro corporoso. Chiunque ammetta Resistenza dell'anima sopravvivente al corpo, ammette per questo anche quella degli spiriti. Essi sono esseri somiglianti a noi, aventi un corpo come il nostro, ma fluidico, e invisibile nello stato normale a noi che viviamo nella carne. Quando l'anima è unita al corpo durante la vita, essa ha un doppio involucro: l'uno pesante, grossolano e distruttibile, che è il corpo; Fartro fluidico, leggero e indistruttibile, denominato perispirito: anima, corpo e perispirito sono le trè dimensioni essenziali dell'uomo". E ancora:
"La morte del corpo libera lo "spirito" dall'involucro che lo attaccava alla terra e lo faceva soffrire; una volta liberato da questo fardello, esso non ha che il suo corpo etereo, il quale gli permette di percorrere lo spazio e di travalicare le distanze con la rapidità del pensiero". Lo spirito, dunque, per Kardec è formato dall'anima e dal perispirito (corpo etereo)"L'umanità tangibile rappresenta una molteplicità di spiriti nei quali è ancora manifesta la struttura del corpo; quando questa struttura cadrà (con la morte) diverrano il popolo di un mondo invisibile, che trova la sua collocazione nello spazio, dove noi stessi siamo presenti"L'entità o lo spirito, dunque, per Kardec non rappresenta qualcosa di astratto o di indefinito, in cui risulterebbe mancante soltanto il supporto fisico per evidenziare la struttura umana, ma esprime, effettivamente, una sua autentica oggettività. Lo spirito, così inteso, conserva la capacità di percezione che possedeva nella sua vita fisico-materiale, naturalmente a un livello più elevato, in quanto le facoltà non hanno più le limitazioni e i condizionamenti della struttura materiale. Esso è in grado di avvertire sensazioni impossibili al vivente nel corpo; ha la possibilità di vedere e sentire cose che agli occhi dei viatori terrestri e ai loro sensi in genere non è dato percepire. 
Lo spirito conserva cosi la propria personalità e, quindi, ricordi e affetti. Ciò giustificherebbe la disponibilità alla chiamata del medium da parte di entità, ossia di spiriti di trapassati fortemente legati ai partecipanti alla seduta spiritica da vincoli di affetto o di amicizia contratti e coltivati durante la vita terrena. Per le entità le distanze non hanno significato: a esse non è impossibile riprendere un dialogo, a distanza di tempo e di spazio interrotto per vari motivi. Gli spiriti non hanno l'onnipresenza o l'onniscienza: sono e rappresentano una condizione diversa dell'uomo, ma sempre dell'essere quale è stato precedentemente; per quanto rimane e sopravvive alla separazione dal corpo, sono quelli di prima. La morte non costituisce l'acquisizione della perfezione. L'evolversi e il perfezionarsi di uno spirito rappresenta un lento processo di ascesi progressiva, costante; nulla avviene d'improvviso: "... Tanto illogico sarebbe ammettere che lo spirito di un selvaggio o di un delinquente divenga d'un tratto virtuoso e sapiente, quanto sarebbe contrario alla giustizia di Dio il credere che resti perpetuamente nella sua inferiorità".
Le entità sono dunque di vario livello; buone o cattive, simpatiche o fastidiose, scaltre o sciocche, false o vendicative...; ve ne sono anche di quelle che esprimono le migliori caratteristiche dell'individuo ; generosità, bontà, sapienza... Gli scambi tra i viventi nel corpo e le entità possono essere spontanei o provocati (attraverso il medium). Quando uno spirito (entità) si manifesta, assume la sua forma originaria, soprattutto per farsi riconoscere. Attraverso l'uso del perispirito la volontà dello spirito agisce sulla materia inerte: si hanno così movimenti di oggetti, rumori o altri fenomeni (levitazione, smaterializzazione, materializzazione)"Questo fenomeno, dice Kardec, non ha nulla da sorprendere se si considera che i più potenti motori si trovano tra i fluidi più rarefatti e anche imponderabili come l'aria, il vapore, la luce, l'elettricità". Il perispirito, intermediario tra la dimensione dello spirito e quella fisica, guida la mano scrivente del medium, permette alla mano di dipingere guidandola nelle linee e nei tratti, agisce sulle corde vocali perchè il medium parli. Questa la dottrina dello spiritismo secondo il Kardec, la più diffusa a livello particolarmente di credenza e di prassi popolare. V'è tuttavia da sottolineare che non c'è unità di vedute in tutti i seguaci dello spiritismo. Non l'accettano, del tutto, gli spiritisti scientifici, anche se avvertono che il Kardec si sforza di purificare lo spiritismo mistico-religioso da tutte le improvvisazioni per renderlo il più possibile "scientifico" e, quindi, accettabile anche dagli studiosi più esigenti dal punto divista della scientificità. Gli spiritisti scientifici, come abbiamo già notato, riducono a due le dimensioni dell'uomo, fisica e perispiritica, e hanno come capisaldi della loro dottrina i seguenti principi:1)l'esistenza di un'intelligenza superiore. Dio, che presiede e governa l'universo alla luce dei principi eterni di Amore e di Giustizia; 2) la tensione a Dio di tutta la natura animata e inanimata per un continuo e incessante processo di evoluzione3)la sottomissione della creatura umana alla medesima legge della natura; essa realizza tale processo in un continuo alternarsi di esperienze terrene e trascendenti di vita collegate al fine ultimo che è il trascendimento della barriera della materia per "attualizzarsi" come Spirito Puro, in un incessante e inarrestabile divenire4)la sopravvivenza del corpo eterico, identico alla materia, compenetrato con essa, di una materia estremamente sottile, fluidica, vibratoria, che permette, quale nucleo vibrante in un determinato campo o spazio, la comunicazione con quelli che, per definizione, vengono considerati defunti. Il "fantasma" diviene, in certe circostanze, visibile, grazie al corpo eterico. Inoltre, attingendo energie fisiche al corpo del medium e di coloro che partecipano alle sedute spiritiche, il corpo eterico consente di produrre manifestazioni, materializzazioni, realizzazioni di fenomeni telecinetici ecc. ; 5)l'amore delle creature viventi tra di loro, incarnate o defunte, che permette una fratellanza universale. E' codesto amore che spinge gli spiriti superiori a intervenire, per obbligo, di coscienza, ad aiutare e assistere coloro che sono ancora legati alla vita terrena; 6) l'esistenza, per ogni vivente sulla terra, di un'entità guida, che fa di tutto per orientare la creatura umana verso la via del "bene".
La teoria del Kardec non è del tutto accettata nemmeno dalla moderna teosofia,  che non parla di "anime disincarnate", bensì di "spoglie fluidiche" (gusci svuotati, clichès astrali) o di "entità extraumane" (elementi, elementini, lumeri).
Infine, per altre scuole moderne gli spiriti che si manifestano non sono che "residui larvali", labili requisiti individuali di questo o quel defunto. Vale sempre, tuttavia, per la maggioranza, quanto il Congresso spiritista internazionale dell'Aia (1931) ha formulato: "Lo spiritismo è una filosofia costituita su dati scientifici accertati, i cui principi essenziali sono: 1) resistenza di Dio-intelligenza e causa di ogni cosa; 2) resistenza dell'anima - collegata durante la vita terrena al corpo per mezzo di un'entità intermedia (perispirito); 3) l'immortalità dello spirito e la sua continua evoluzione superiore; 4) la responsabilità individuale e collettiva di tutti gli esseri per ogni scelta operata". Così puntualizza il credo degli spiritisti la "Dichiarazione di Principi" (nona edizione,  1945) dell'Associazione nazionale spiritistica degli USA (una delle più autorevoli tra le associazioni mondiali), costantemente aggiornata:
1. Crediamo nell'Infinita Intelligenza; 
2. crediamo che i fenomeni della Natura, tanto quelli fisici che quelli spiritici, siano l'espressione dell'Infinita Intelligenza; 
3. affermiamo che la comprensione corretta di tali espressioni, nonchè il vivere in accordo con esse costituisca la vera religione; 
4. affermiamo che dopo quella mutazione che è chiamata morte, l'esistenza permanga come pure l'entità personale dell'individuo; 
5. affermiamo che la comunicazione con i cosiddetti morti è un fatto provato scientificamente dai fenomeni dello spiritismo; 
6. crediamo che la massima moralità sia contenuta nella Regola d'Oro; "Fa' agli altri ciò che vorresti fosse fatto a tè"; 
7. affermiamo la responsabilità morale dell'individuo e che questi è il costruttore della propria "felicità o infelicità, secondo che ubbidisca o disubbidisca alle leggi naturali,fisiche e spirituali;
8. affermiamo che l'ingresso della via che conduce alla riforma e alla elevazione degli esseri umani non è mai chiuso a nessuno, tanto nel nostro tempo che in quello a venire; 
9. affermiamo che i precetti della Profezia contenuti nella Bibbia sono provati scientificamente per mezzo del "Potere medianico".


E così la suddetta Associazione chiarisce la natura dello spiritismo:
1. lo spiritismo è la scienza, la filosofia, la religione della continuità della vita, basata sul fatto dimostrato della comunicazione, a mezzo del potere medianico, con coloro che vivono nel mondo dello spirito; 
2. spiritista è colui che crede, come base della propria religione, nella comunicazione fra questo mondo e il mondo degli spiriti, ottenuta per mezzo del potere medianico, e che si sforza di modellare il proprio carattere e il proprio comportamento sui supremi ammaestramenti che gli sono derivati da tale comunicazione; 
3. il medium è un individuo il cui organismo è sensibile alle vibrazioni che provengono dal mondo dello spirito, e per mezzo del quale le intelligenze di quel mondo possono trasmettere i loro messaggi e produrre i fenomeni dello spiritismo; 
4. il guaritore spiritista è un individuo che, tanto per mezzo del proprio potere personale o intrinseco, quanto per il proprio potere medianico, può trasmettere forza vitale curativa alle condizioni patologiche di altri individui.


Di fondamentale importanza sono le trè definizioni riguardanti la scienza, la filosofia, la religione; esse tratteggiano lo scopo e l'essenza dello spiritismo:
a) lo spiritismo è una scienza, perchè investiga, analizza e classifica fatti e manifestazioni che appartengono al lato spirituale della vita; 
b) lo spiritismo è una filosofia in quanto studia le leggi della natura che appartengono tanto al lato noto che a quello ignoto della vita e cioè tanto all'aspetto visibile che a quello invisibile, e basa le sue conclusioni sui fatti presentemente osservati. Esso accetta le dichiarazioni di fatti osservati nelle epoche passate e le conclusioni tratte da essi, se sono sostenute dalla ragione e dai risultati dei fatti osservati al presente; 
e) lo spiritismo è una religione perchè si sforza di capire e di soddisfare le leggi fisiche, mentali e spirituali della natura come leggi di Dio.


Poichè lo spiritismo si presenta come un "Credo" vero e proprio, il "fedele" spiritista viene così presentato;
1) persona convinta che la personalità umana sopravvive al di là della morte corporea; 
2) persona che crede fermamente che gli spiriti sopravviventi possono, e lo fanno costantemente, comunicare con i vivi per mezzo di individui intermediari dotati di speciali qualità, noti come medium; 
3) persona che accetta le verità dello spiritismo sulla vita continuativa dell'anima e sulla natura di tale vita; 
4) persona che riconosce nello spiritismo l'essenza stessa della religione; 
5) persona che riconosce nello spiritismo il messaggio di Dio ai mortali per mezzo del quale l'Ente supremo dichiara che non c'è morte, che tutti i defunti vivono ancora, che c'è speranza nell'aldilà anche per i peggiori peccatori; 
6) persona che è convinta che ogni anima progredirà, attraverso le epoche, verso sommità sublimi e gloriose, dove Dio è Amore e Amore è Dio; 
7) persona che spera nel progredire dell'anima, attraverso una serie di sfere ascendenti, verso un'esistenza a livelli più alti: dalle sfere più basse, luoghi di purificazione e di preparazione, ai regni superiori, attraversando la sfera della "Terra estiva", al di sopra della quale c'è quella dei filosofi; poi le sfere dei contemplativi superiori e degli intellettuali; quindi la sfera dell'Amore e, in ultimo, la sfera di Cristo. Tutti possono raggiungere le sfere degli spiriti superiori giacchè non esistono paradiso o inferno, ne perduti o dannati per sempre(cfr. Year Book dell'Ass. Naz. Spiritica,1961).


La coscienza che gli spiritisti hanno della universalità del loro "Credo" li porta a sostenere che:
  • Lo spiritismo abbatterà le barriere fra le sette e promuoverà un reale cristianesimo sotto la diretta guida e il controllo degli spiriti invece di appoggiarsi sull'autorità dei documenti e dei capi ormai imperfetti e decaduti (ossia, riguardo al Cristianesimo, non si fonderà più sulla Bibbia ne sulla Tradizione ne sulla Gerarchla e il Magistero);
  • Lo spiritismo farà sorgere un credo universale che porterà alla comunione di verità e di bene (etica) grazie alle comunicazioni spirituali dirette; il nuovo ammaestramento, quindi non deriverà da tradizioni e da documenti superati, ma da contatti diretti con esseri superiori a noi: Dio benedirà tutti gli spiritisti perchè la grande causa che è stata loro affidata dovrà progredire sempre per mettere al bando le più meschine manifestazioni, per promuovere le maggiori, finchè il disposto divino sarà compiuto. (Lettera dell'apostolo dello spiritismo Arthur Conan Doyle, citata in Beware familiar spirits, 1938).




 La seduta spiritica
I fenomeni che vengono attribuiti allo spiritismo sono reali? Gli spiritisti rispondono: "II modo migliore per accertarsene è quello di partecipare direttamente alle sedute spiritiche". Inoltre affermano che coloro i quali hanno sperimentato dal vivo quei fenomeni sono numerosi; infine suffragano la loro tesi citando quanto scrisse il Lombroso, scienzato che si "converti" allo spiritismo, nel volume "Fenomeni ipnotici e spiritici":
"Se vi fu al mondo uomo, per educazione scientifica e per istinto, quasi contrario allo spiritismo, quello fui io, che dalla tesi essere ogni forza una proprietà della materia e l'anima una emanazione del cervello, mi ero fatta la convinzione più tenace, io che avevo deriso per tanti anni gli spiriti dei tavolini e delle sedie. Ma se ho sempre nutrito una passione grande per la mia bandiera scientifica, ne ebbi una ancora più fervida: l'adorazione del vero, la constatazione del fatto. Ora io, che ero così avverso allo spiritismo da non accettare per molti anni nemmeno di assistere a un esperimento, dovetti nel 1882 presenziare, come neuropatologo, a fenomeni psichici singolari, che non trovarono spiegazione alcuna nella scienza".


Nella seduta spiritica, attore principale è il medium, anche se, uomo o donna, esso altro non è che lo strumento, il mezzo di comunicazione degli spiriti che vengono evocati e che si lasciano intrattenere, rispondendo e conversando, per la soddisfazione del bisogno o della curiosità dei partecipanti alla seduta (si tratta di assidui convertiti allo spiritismo, di iniziandi e, talvolta, di spettatori, invitati perchè "increduli"). Ciascuno spirito è un essere singolo (non si confonde con altri ne con altri si identifica), quindi autonomo. Tale autonomia, sul piano dell'eternità, assume una grande rilevanza. Lo spirito possiede, infatti, una vita propria, eterna, non esauribile, immortale. La sua autonomia gli assicura identità e possibilità di autosussistenza. Per questo, quando, evocato, si presta all'intervista, si lascia individuare, riconoscere per quel che è. I parenti e gli amici possono identificare dalla voce, dallo stile, da tutto il comportamento il loro congiunto, fatto di un'energia tutta particolare, anche se la sua struttura vitale, come quella di ciascun uomo, è uguale in qualche modo alla struttura vitale dell'universo: tipo di energia diffuso nell'eternità, nell'infinito, sulla cui base si è costruito e si costruisce incessantemente tutto l'universo infinito, materiale o immateriale, con la complessità delle sue leggi. Pur nella sua singolarità, l'unità (lo spirito) fa parte dell'energia universale. Senza la corporeità, lo spirito (entità, unità) vaga in quest'universo infinito, a bassa o ad alta quota, secondo la "crescita" e, quindi, anche in base al tempo intercorso dalla morte del corpo al momento attuale. Ogni spirito è libero di scegliere la via più "veloce" o meno "veloce" per evolversi, distribuendo nel tempo i diversi ostacoli. Da ciò deriva la differenza fra le "unità": quelle più evolute sono più spirituali, più autorevoli perchè più vicine a Dio, all'Atto Puro. Il medium, anch'esso in evoluzione, è colui che ha raggiunto, o sta per raggiungere, un contatto pieno con la dimensione spirituale. Anch'egli ha la sua teoria. Scopre, quasi per caso, di essere soggetto di fenomeni paranormali; cadere in trance è il primo avvertimento riguardo alle sue capacità non ordinarie. Ai fenomeni fisici (spostamento di oggetti) si aggiunge la medianità cosiddetta intellettiva. Poi il medium viene come controllato da una entità, più o meno elevata, che interviene costantemente durante tutte le sedute spiritiche. Dal controllo si può passare alla possessione: l'entità, durante lo stato di trance, non lascia il medium, si incorpora in lui, portando avanti, così, il lavoro pedagogico, o meglio la missione assuntasi nei riguardi dei partecipanti alla seduta. E' per questo che il medium (ovvero l'entità attraverso il medium) esige attenzione, partecipazione, fedeltà, sottomissione. Se avverte qualche disturbo, si ritira. Il medium, anche quando ha sperimentato, in trance, l'incorporazione della entità, rimane (così sostengono gli spiritisti) un soggetto estremamente equilibrato e dal comportamento più che normale, sia nella vita privata sia in quella di relazione col prossimo. Non mancano medium, tuttavia, che assumono comportamenti strambi, non normali, anche nella vita quotidiana, comune.
Le comunicazioni dell'entità vengono, durante la seduta, registrate. La loro riproduzione, quindi, è fedele ai fenomeni così come sono avvenuti. Poichè non è lo stesso spirito che interviene sempre, le voci registrate sono diverse secondo l'entità che si presenta per dare la comunicazione. Non sempre l'entità evocata risponde; talvolta, entità non interpellate, anonimamente, interferiscono, disturbando il normale svolgimento del colloquio. Il medium, in trance, interferisce egli stesso con sforzi evidenti nel parlare, singulti, sospiri, lamenti... Alle entità abituali, come abbiamo già notato, si alternano, o si sovrappongono entità sconosciute, entrate d'improvviso nel "circuito" medianico (in genere si tratta di entità che hanno lasciato la terra da pochi anni). Talvolta la comunicazione è tematica: riguarda, cioè, un insegnamento specifico. Non si esce dai soliti giudizi: inganno del medium? Azione del Demonio, l'antico ingannatore?  Effettiva presenza, durante la seduta, di spiriti "vaganti"? Mentre il giudizio sul fenomeno rimane sospeso, chiara è invece l'indicazione di carattere teologico, morale, psicologico. Non si può giocare con le cose sacre: il pericolo che si corre nel campo della fede, della morale e dell'equilibrio psichico è tale da consigliare prudenza e discrezione oltre che assoluto rispetto alla volontà di Dio, alla sua Parola, alla sua Legge, alla sua Promessa. Lo spiritismo, in ultima analisi, è un peccato di impazienza, contro la fede nella Parola di Dio, la speranza nella realizzazione della sua volontà, la carità verso il Redentore e verso il prossimo, comprese le anime dei trapassati.
Il nostro assunto non è quello di demolire la dottrina spiritica con argomenti extrascientifici: la scienza deve progredire nelle ipotesi e sperimentazioni, anche se si tratta della psiche, dell'anima, della sua sopravvivenza, dei fenomeni psichici e spirituali. Noi sottolineiamo la pericolosità, per la fede, della prassi spiritica e la sua ideologia che, da ipotesi scientifica, si fa dottrina filosofica e religiosa, opponendosi, nei contenuti, alla dottrina cristiana, anzi alla Rivelazione.
E' indispensabile, dicono gli stessi spiritisti ricercatori, "vigilare con attenzione, in quanto attorno a queste fenomenologie hanno facile gioco numerosi mestieranti con i loro trucchi"; è necessario fare attenzione a non "cadere in un pericolo forse maggiore: l'attendibilità incondizionata che porterebbe ad una eccessiva credulità" (De Micheli).
Negli ammaestramenti presentati, particolarmente nei primi trè, si trova la conferma di quanto sosteniamo in questo lavoro che, è bene ripeterlo, non vuole fare propaganda per lo Spiritismo e nemmeno criticarlo aprioristicamente, ossia senza elementi di giudizio. Lo Spiritismo ha una sua dottrina, anzi è una dottrina; ha un proprio modo di vedere i problemi fondamentali della vita:
dìo, la Creazione, l'Anima, l'Esistenza, la Morte, l'Eternità.
La concezione di Dio "Somma energia", generatore di tutto, per cui la realtà non è frutto di creazione dal nulla, come sostiene la dottrina cristiana, ma di "emanazione"; risulta, ancora, la realtà spirituale di Cristo, non Persona, ma energia del Padre; non incarnato, ma apparentemente uomo ("Potenza resa apparentemente manifesta agli umani"). Come Cristo non è la "seconda Persona" della SS. Trinità, così lo Spirito Santo: anch'Esso, altro non è che "energia della Somma energia". Riguardo all'anima, infine, lo "spirito" sostiene che essa è, sì, spirituale, ma, nel contempo, "ha un peso", perchè il "perispirito" (ossia il suo involucro) ha un peso.
Lo Spiritismo, in ultima analisi, si presenta come una particolare religione? Indubbiamente sì; una religione spiritualista, ma opposta, in molti punti, alla religione cristiana, particolarmente per quanto riguarda la salvezza. Nello Spiritismo, infatti, l'uomo si autosalva, progressivamente; nel cristianesimo è Gesù, seconda persona della SS. Trinità, vero Dio e vero Uomo, nato da "donna", che salva l'Umanità con la propria incarnazione, passione, morte e resurrezione che manda il suo Spirito, terza persona della SS. Trinità,  a vivificare la Chiesa da Lui fondata, depositarla della grazia salvifica, segno e strumento di salvezza per tutti gli uomini che in Cristo credono, nel suo nome amano Dio e il Prossimo, per il suo aiuto compiono opere salvifiche, ossia contribuiscono alla realizzazione del "Regno".




 Problemi dello Spiritismo
II fenomeno dello spiritismo, sia come dottrina e, più ancora, come prassi, si va allargando vertiginosamente. Nella diocesi di Rimini, soprattutto in città e in tutta la zona costiera, sono ormai migliala. Gli adepti non sono solo anziani; molti giovani frequentano assiduamente regolari sedute spiritiche con medium non improvvisato; gruppi e congregazioni sono in via di stabile strutturazione (cfr. Movimento della Speranza, ecc. [Spiritismo-CESNURhttp://www.cesnur.org/religioni_italia/s/spiritismo_01.htm]). Circola molto danaro. Quali le ragioni di tale successo dello spiritismo? Non pochi le riconducono a quella sentimentale: si tratterebbe di persone, forse religiosamente indifferenti o tiepide, ansiose di ottenere una prova materiale dell'immortalità dell'anima o di poter stabilire tangibili rapporti con i propri trapassati senza dover sottostare alle impegnative esigenze della religione dogmatica o delle confessioni istituzionalizzate. Non contraddice con questa ipotesi l'idea di quanti sostengono che lo spiritismo è stato rigenerato dalla crisi di appartenenza religiosa e di sicurezza dogmatica provocata dal post-concilio Vaticano II, ossia da uno stato di debolezza psichica e di insicurezza religiosa aggravato dal problematicismo culturale e religioso del nostro tempo, dal pluralismo, dal tramonto dell'autoritarismo ecclesiastico.




 1) Problema teologico
I cardini dello spiritismo, lo abbiamo già visto, sono:
  • A) "la dissoluzione del corpo con la morte";
  • B) "lo spirito indistruttibile e perfettibile vivente nell'involucro del perispirito";
  • C) "l'esistenza di un Dio, causa prima";
  • D) "la responsabilità individuale con l'applicazione della legge di causalità".


A) La dissoluzione del corpo con la morte
Questa tesi intacca il dogma cristiano della risurrezione: "Vita mutatur, non tollitur". Il cristianesimo, attraverso la dottrina del "Simbolo degli Apostoli, il Credo", ha sempre sostenuto, fondandosi sulla Sacra Scrittura, il dogma della risurrezione della carne: come Cristo, risorto, ha assunto il suo corpo, rinnovato e glorificato, così anche noi. Per questo diciamo: "Credo... la risurrezione della carne"; "credo la vita eterna",... Sulla risurrezione della carne la Scrittura parla con eloquente chiarezza:
  • Ezechiele, 37, 1-5: le ossa dei morti riprendono vita.
  • Daniele, 12, 2: quelli che dormono nella polvere della terra si risveglieranno: gli uni alla vita eterna e gli altri alia vergogna e per l'infamia eterna.
  • 2 Maccabei, 7, 14: è bello morire a causa degli uomini per ottenere da Dio l'adempimento delle speranze di essere da Lui di nuovo risuscitati (il rè del mondo, dopo che saremo morti, ci risusciterà a nuova vita ed eterna).
  • Cristo che aveva mostrato ai suoi discepoli come doveva morire (Matteo, 16, 21), che aveva paragonato il suo corpo al tempio (distruzione-risurrezione), (Giovanni, 2, 19); Cristo, vero Uomo e vero Dio (Matteo, 1, 25; 20, 28; Marco 8, 31; Matteo 12, 40; Filippesi 2, 8; Matteo 27, 54; Luca 1, 34; Romani 1, 4) è veramente risorto (Marco 16; Luca 24; Giovanni 20 2 21; Atti I, 22; 4, 33; 26, 23). Cristo risurrezione e vita, promette ai credenti la vita e la resurrezione dai morti (Giovanni 2, 25,2 Corinzi 5, 1; Ebrei 2, 15). 
  • il ritorno di Cristo porterà a compimento la sua vittoria sulla morte (Giovanni 5, 28; 1 Corinzi 15, 22, 26; 1 Tessalonicesi 4, 16; 1 Corinzi 15, 52; Apocalisse 20, 6-13; Romani 8, 22; Apocalisse 21, 1; Pietro 3, 12).


Per gli spiritisti invece la vita eterna è dello spirito, non della persona, di tutta la persona. Essi negano, implicitamente, la risurrezione di Cristo perchè negano la sua stessa incarnazione: Cristo sarebbe, secondo una loro teoria, una Entità pura, apparentemente, in vita, rivestita di carne (neomonofìsismo). Anche l'uomo ha la carne come accessoria: la sua essenza è lo spirito, il mezzo di unione tra lo spirito e la carne è il perispirito.




B) Lo spirito indistruttibile è perfettibile, vivente nell'involucro del perispirito
Riguardo allo spirito indistruttibile e perfettibile c'è da dire che, effettivamente, è vero che le anime dei trapassati, per la comunione dei santi, possono, attraverso le preghiere e le buone opere dei viventi compiute in grazia di Dio e in comunione con il Cristo, il suo corpo, cioè la Chiesa, più rapidamente raggiungere lo splendore di Dio e godere della presenza del Cristo glorioso; però è anche vero che, dopo la morte, non c'è perfettibilità, perchè si è incapaci di operare e di agire come quando si era nella vita terrena [Poichè con la morte l'uomo cessa di esistere (la morte estingue la vita), egli non potrà più vivere secondo la sua natura; infatti, corpo ed anima formano l'uomo, capace dì intendere e di volere, di meritare e di demeritare solamente con la loro unione. Sebbene l'anima, principio spirituale, sia indistruttibile e perciò immortale, resta il fatto che con la morte l'uomo cessa di esistere; cessa, dunque, di operare, di meritare o demeritare. L'anima del defunto, per i meriti di Cristo, vivente nel suo corpo, può tuttavia "usufruire" della grazia redentiva che anima il corpo mistico. In questo senso la "crescita" dell'anima, la sua "purificazione", il suo "avvicinarsi" a Dio sono possibili, anche in virtù delle preghiere; "Che qui per quei di là molto s'avanza" (Dante, Pur. IlI, 145). "Santo e salutare è il pensiero di pregare per i defunti perchè siano assolti dai peccati" (2 Macc. 12, 46): per questo la Chiesa offre per loro anche suffragi. Inoltre, "i defunti non cessano di intercedere per noi presso il Padre, offrendo i meriti acquistati in terra mediante Gesù Cristo" (LG. 49). (Meriti acquisiti in terra... durante l'unica, irrepetibile vita di persona da Dio creata)]. Ma la dottrina spiritistica della "perfettibilità" allude ad altro motivo, condannato dalla Chiesa: quello della metempsicosi (letteralmente: altrimenti animato), secondo cui l'anima, dopo la morte del corpo, trasmigrerebbe in altri corpi per espiare i peccati commessi nella vita precedente o per salire a sempre maggiore perfezione. Ora la semplice ammissione del "perispirito", che renderebbe possibile alcune manifestazioni paranormali dei viventi (ossia, in genere, i fenomeni medianici), nonchè le comunicazioni dei defunti con il mondo dei vivi, è contraria alla tradizione e alla dottrina della Chiesa [Le anime dei trapassati, che sono sotto il dominio di Dio, non possono essere, nel contempo, a disposizione degli uomini, del loro capriccio, della loro curiosità o della stessa ricerca scientifica. Dio va obbedito, perchè la sua Signoria e le sue leggi sono per il bene dei vivi e dei defunti; servono per sottrarre l'essere umano e le anime dei trapassati all'arbitrio degli uomini tutti, medium compresi. E la Chiesa, responsabile e garante della legge di Dio, posta com'è al servizio dell'uomo, dei vivi e dei defunti, pur non negando la possibilità della comunicazione delle anime dei defunti con i vivi, afferma che ciò può avvenire per permissione di Dio o per intromissione demoniaca. La comunione dei Santi, la preghiera, il sacrifìcio della Messa realizzano già il rapporto e la solidarietà tra vivi e defunti; ricercare altre vie significa tentare Dio. E' questo che rende peccaminoso lo spiritismo].




C) L'esistenza di Dio, causa prima
"Esistenza di Dio, causa prima": non pochi, seppure in buona fede, s'ingannano di fronte a questa proprosizione, di sapore tipicamente teistico-deistico. Infatti, è legittimo chiedersi: Di quale Dio si tratta? Del Dio dei Padri, del Dio persona, rivelatoci da Gesù o del Dio dei filosofi, anzi della teosofìa? La comprensione di Dio, secondo lo spiritismo, è di tipo teosofico: non si tratta del Dio che dal nulla ha creato tutte le cose, del Dio che ha fatto, per amore, l'uomo a sua immagine e somiglianzà, del Dio che ha tanto amato il mondo e l'uomo da mandare, nella pienezza dei tempi, il suo unico figlio a morire per noi [II Dio della rivelazione è il creatore che abita nell'alto dei cieli; è il Dio del giudizio, l'Imperscrutabile, che si umilia e si offre all'uomo peccatore nel suo Figlio, rivelatore della pienezza del suo amore e della sua grazia; il Signore, il Dio dei Padri vostri, il Dio di Abramo, di Isacco, di Giacobbe (Es. 3, 15); il nostro Dio (Pt. 1, 1); il Dio del Signore nostro Gesù Cristo (Ef. 1, 17); Dio e Padre nostro (Galeati, 1, 4); Dio dell'amore, di ogni grazia, di ogni consolazione, della pazienza, della speranza, della pace, della gloria (2 Cor. 13, 11; Pt. 5, 10; 2 Cor. 1, 3; Rom. 15, 5; 15, 13; 16, 20; At. 7, 2); Dio della salvezza, Gesù Cristo, il quale, mediante la sua croce, compie la promessa; il Salvatore che ci è nato per guarire i cuori contriti, che ci ha guariti con le sue ferite (Le. 2, 11; 4, 18; 1 Pt. 2, 24).], ma del Dio spirituale (non persona, ma principio e causa), da cui vengono emanate le anime spirituali (teoria dell'emamzionismo che esprime il processo, affermato dagli Gnostici e dai Neoplatonici, mediante il quale la molteplicità delle cose, sia materiali, sia spirituali, che forma l'universo, si svolge, esce fuori dall'Essere-uno, che ne costituisce il principio, senza che vi sia discontinuità in questo sviluppo. L'emanazionismo si oppone nettamente al principio biblico e dottrinale del cristianesimo, quello della creazione). In principio Dio creò il cielo e la terra (Gn.1,1); In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era in principio presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di Lui, e senza di Lui niente è stato fatto di ciò che esiste (Gv. 1, 1-3). L'affermazione biblica della creazione era considerata dalla primitiva teologia cristiana come un elemento certo della fede in Dio e della concezione religiosa del mondo, che non aveva bisogno di essere messo in particolare rilievo o formulato dottrinalmente. La Patristica e la Scolastica difesero strenuamente il significato e la realtà della creazione "dal nulla" da parte di Dio man mano che l'accostamento con la cultura greco-romano-ellenistica e i problemi conseguenti venivano a porsi all'attenzione della teologia e della filosofia. Questa "difesa" non ha avuto soluzione di continuità: i! Conc. Vat. I ribadisce le fondamentali verità dogmatiche circa la creazione, condannando gli errori dell'800 (cfr. D. 1782 s, 1801-1805); il Conc. Vat. II, a proposito della creazione, così si esprime: L'Eterno Padre, con liberissimo e arcano disegno di sapienza e di bontà, creò l'universo... (LG. 2); Dio, il quale crea e conserva tutte le cose per mezzo del Verbo, offre agli uomini nelle cose create una perenne testimonianza di Sè (DV. 3); l'uomo è creatura di Dio, dotata di intelligenza e chiamata a un fine soprannaturale (IM. 6); l'uomo... riconosca in Dio il Creatore di tutte le cose (CS. 34).




D) La responsabilità individuale con l'applicazione della legge di causalità
Infine, "la responsabilità individuale con l'applicazione della legge di causalità" contraddice con la stessa dottrina della metempsicosi sostenuta dagli spiritisti.  Lo è, soprattutto, in virtù della negazione, implicita o esplicita, da parte degli spiritisti, del concetto di persona: come Dio è l'Essere-uno e Cristo Gesù una sua emanazione, così le anime degli uomini. L'uomo, invece, secondo la dottrina cattolica, è "persona", essere individuale di natura ragionevole, unità di anima e corpo, unico e irripetibile, con un'anima creata direttamente da Dio, con una propria e inconfondibile specificazione e identificazione: è un essere inimitabile e irripetibile. Forma del corpo, per quel corpo e con quel corpo, l'anima costituisce la "persona". Assurda, quindi, è per Cristianesimo l'idea che un'anima conservi la propria identità indipendentemente dalla determinazione corporea. L'uomo è corpo e anima in modo determinato, specifico, originale. Capace di conoscere e di amare il proprio Creatore; avente una precisa vocazione da realizzare nell'Unica sua vita terrena, la persona umana deve far tesoro della sua esistenza rispettando la dignità del suo corpo, considerandolo buono e degno di onore, appunto perchè creato da Dio e destinato alla risurrezione nell'ultimo giorno. La "persona" per gli spiritisti non esiste; solo l'anima spirituale, come abbiamo già osservato, è una individuale realtà indistruttibile. Ma come può l'anima essere individualmente responsabile, indipendentemente dal suo essere persona, ossia "spirito incarnato", originale ed irrepetibile?Un altro grave problema teologico che suscita la teoria emanazionistica e metempsichica degli spiritisti è quello della trascendenza di Dio e, conseguentemente, della natura e della missione di Gesù Cristo-Dio, è vero, non si identifica (sempre per gli spiritisti) con l'emanato, ma è fonte dell'universo che, come l'anima, è spirituale o tende ad esserlo. Dio non è l'universo e, tuttavia, l'universo è in Dio. Con tale teoria si approda ad una forma panteistica o semi-panteistica di origine neoplatonica e bruniana e, più ancora, di sapore induista. Il ritorno dell'anima al suo principio, secondo gli spiritisti, è possibile per un atto di intelligenza e di amore: intelligenza della Causa, amore per la Causa. Ma questo ritorno al "Principio" non si riduce ad un Essere Naturale come l'essere da Lui emanato? Molti spiritisti, soprattutto quelli di provenienza o di appartenenza cattolica, mentre all'inizio della loro esperienza spiritica parlano di aiuto di Dio, a lungo andare si discostano dalla tradizionale comprensione della "grazia":  lo spirito, per ritornare all'Ente che lo ha emanato, non abbisogna di nessun dono gratuito, di nessuna grazia superinfusa, di nessun intervento extranaturale, soprannaturale: allora Cristo diventa l'archetipo, lo spirito perfetto, colui che torna alla sua causa, cessando di essere il Redentore, l'Autore della Grazia, il Salvatore assoluto e necessario, colui che, realmente (e non apparentemente) è morto per noi tutti, è risuscitato, tornerà per giudicare i vivi e i morti...
Saltano, con Cristo redentore, la Grazia e i Sacramenti. La stessa eucaristia altro non è che una "comunione spirituale", un incontro, per segno, con lo spirito di Dio, il perfettissimo; lo Spirito Santo è semplicemente l'anima del mondo, o il mondo reso spirito. In sintesi, l'uomo, anzi lo spirito dell'uomo, come tutti gli eventi, è destinato, per la sua stessa natura, e senza alcuna mediazione, a ritornare alla Fonte per ricostituire in essa l'unità assoluta. Ciò otterrà con il proprio sforzo, la propria volontà, in terra e nello spazio, con la carne e senza la carne.
Con Cristo e i Sacramenti, salta anche la Chiesa, si vanifica la sua missione di mezzo e strumento di salvezza. Salta, ancora, il sacerdozio ministeriale, quindi il Papa, i , vescovi, i presbiteri (preti). Sono consapevoli di tutte queste implicanze teologiche quei cattolici che seguono e che praticano lo spiritismo? Nella stragrande maggioranza no; ma, a lungo andare, pur non perdendo la loro appartenenza materiale alla Chiesa, pur continuando a praticare i Sacramenti, diventano degli eretici di fatto, spesso ostinati e ostili alla gerarchia, aventi come autorità, unica autorità, non la Scrittura e Cristo Gesù Salvatore, ma gli spiriti che evocano (soprattutto la "grande luce", l'entità più progredita) e il medium che traduce i messaggi degli spiriti.
Le preoccupazioni di carattere teologico del cattolicesimo sotto vari aspetti sono condivise dai fratelli evangelici (Protestanti e Riformati). Leroy E. Froom, in "Lo spiritismo moderno" (Firenze, 1976), dopo aver sottolineato che "diversi cattolici ritengono che i fenomeni spiritici sono di origine satanica", cita il secondo concilio plenario di Baltimora a sostegno dell'opinione dell'origine diabolica: "Troviamo nelle Sacre Scritture una chiara condanna per chi consulta i morti per mezzo di stregoni, negromanti, maghi e agenti simili". Non pochi cattolici americani, facendo eco ai vescovi, affermano che la minaccia dello spiritismo è grave in quanto opera irreparabili rovine nei battezzati con le sue insidie, essendo "un laccio che accalappia e mette in comunicazione con i diavoli".
Si guardino bene i fedeli dall'essere "risucchiati in un tale vortice". Significativa è la testimonianza di quanti, cattolici, dopo aver frequentato le sedute spiritiche ed essere stati liberati, per grazia, dalla completa rovina in virtù di una fuga salutare, hanno affermato che "i messaggi spiritici sono il prodotto degli agenti del diavolo" e che il significato di essi non viene "da qualche amico defunto, ma da uno spirito malvagio che lo impersona" (Donald Hole, Lo spiritualismo e la Chiesa, 1948).
Gli spiritisti strumentalizzano persino il Divino Maestro. Essi affermano che Gesù insegnò che la salvezza viene dal di dentro e non dall'esterno. Pertanto, concludono, l'uomo, tutt'uno con lo Spirito Universale, si salva solo per mezzo della propria vitalità. Quella sola è salvezza.
Lo spiritismo è indubbiamente estraneo all'essenza del principio protestante della "giustificazione per fede" e della "salvezza per mezzo della grazia". Esso, infatti, dichiara che il progresso spirituale è soltanto il netto risultato dell'impegno individuale per cui i peccati personali non possono essere perdonati o rimessi dalla espiazione vicaria di un Salvatore. Va da sè che il ricorso alla Scrittura, fatto dagli spiritisti nel tentativo di identificare le situazioni bibliche (cfr. 1Gv.4,1; 1 Tess. 5, 19-21;! Cor. 12, 1, 7-10, 28; 14, 1, 3, 31-32, 39) con i fenomeni dello spiritismo è, a dir poco, blasfemo.Gesù, che non è più il Salvatore, viene considerato dagli spiritisti semplicemente come un grande maestro spirituale i cui ammaestramenti, compresi adeguatamente, "sono di importanza suprema per lo studio dello spiritismo"; inoltre, sempre secondo gli spiritisti, la camera alta, quella della Cena del Signore con gli Apostoli, altro non era che "una stanza per sedute spiritiche, considerata dai discepoli di Gesù un luogo altamente sacro. Il corpo spiritualizzato del figlio di Maria giungeva colà, dopo la risurrezione apparente, nella penembra, spandendo attorno la propria luce fosforescentecosi rivelava se stesso allo sguardo smarrito di coloro che ricevevano  in lui la prima esatta nozione di una manifestazione spiritica" ("Manuale Spiritualista").
Come si vede chiaramente, lo spiritismo perverte i fatti fondamentali e i dogmi del cristianesimo, giungendo a negare con l'incarnazione del Verbo e la redenzione divina, anche la risurrezione di Gesù e quella umana nel giudizio finale (per esso la risurrezione altro non è che la liberazione dell'anima dal corpo, la nuova e la vera vita).

In sintesi, lo spiritismo, secondo gli evangelici, è opposto al cristianesimo perchè:
1). non si basa sulla Bibbia, anzi, ammettendo la divinità di Cristo a condizione che si creda nella divinità di tutti gli uomini, nega espressamente la Trinità e la coeguaglianza di Cristo con il Padre; 
2). non riconosce Cristo come vero e unico salvatore: egli è uno dei tanti Cristi venuti nel mondo per illuminare le tenebre e mostrare, per mezzo di precetti e di esempi, quale sia per gli uomini la via della vita; 
3). non da valore, efficacia speciale alla morte di Gesù per la salvezza degli uomini. Nella morte di Gesù vede esclusivamente una illustrazione dello spirito di martirio, una semplice devozione eroica ed altruistica per l'umanità, un esempio di morte per la verità che ha un valore morale e un influsso benefico. Viene a negare così il sacrificio espiatorio redentivo e con esso la speranza soprannaturale di salvezza; 
4). presenta Gesù come un grande medium, praticante i principi fondamentali dello spiritismo; come colui che conversò con angeli e con spiriti e condusse i suoi discepoli a una seduta durante la quale Egli parlò con Mosè e con Elia apparsi (interpretazione distorta di Mt. 17, 1-8); 
5). asserisce che il cristianesimo nacque da una seduta spiritica; il vero inizio del cristianesimo, la sua forza motrice, il suo grande impulso vennero non dalla nascita o dalla morte di Gesù, ma dalla Pentecoste, che fu la più grande seduta dello storia;  
6). afferma che le funzioni dello Spirito Santo trovano il loro adempimento nello spiritismo; lo spirito, infatti, forza dell'universo, è maestro del mondo, ispiratore e consolatore dell'umanità.
Occorre dire a chiare lettere che lo spiritismo si oppone radicalmente alla fede cristiana. Esso ha rinunciato a ogni dogma e a ogni condizione del cristianesimo; ha respinto la Bibbia, Parola ispirata da Dio; ha rifiutato di credere in Dio quale persona, sostituendo alla fede il panteismo; ha respinto con sdegno la deità di Cristo, il suo sacrificio espiatorio, il suo secondo avvento (parusia), la resurrezione del corpo; ha ripudiato, infine, la legge morale, la responsabilità umana per il peccato, la relativa punizione e la vita che è solo in Cristo.






 2) Problema etico
Le implicanze etiche sono molteplici e rilevanti. Prima fra tutte la limitazione della libertà. Lo spiritismo, proprio perchè, a lungo andare, allontana dalla vera fede, è moralmente illecito; inoltre la pratica (presenza di un determinato numero di persone con il concorso di uno speciale individuo, il medium), realizzando il tipo di esperienza psicofisiologico collettiva, condiziona, progressivamente la libertà dei singoli partecipanti (suggestione, dipendenza dal medium, segretezza dell'incontro...), mettendo in serio pericolo la loro autonomia: di questo l'individuo che vi partecipa è considerato responsabile, almeno in causa. 
C'è un'altra implicanza etica ancora più grave: riguarda i rapporti con Dio che ha stabilito di comunicare agli uomini il mistero della vita e dell'aldilà per mezzo di suo Figlio Gesù. La pratica dello spiritismo diventa una sfida a Dio oltre che un atto di sfiducia nella Chiesa che della Parola di Dio e degli strumenti di salvezza è segno e mezzo.
Non si può tacere sulla esposizione colpevole, da parte di chi partecipa alle sedute spiritiche, a gravi pericoli per la salute spirituale. Nelle sessioni spiritiche, infatti, sia che si tratti di manifestazioni di ordine soprannaturale, sia che si tratti di fenomeni nell'ambito delle leggi naturali (non vogliamo accennare ai possibili trucchi) gravissimo è il male che può derivare a chi vi prende parte nei riguardi della vita di fede. Dal punto di vista morale, infatti, si intravvede chiaramente il peccato di superstizione, particolarmente nella forma della divinazione, di cui abbiamo già parlato, e di idolatrìa.
Per quanto riguarda la superstizione, ricordiamo che essa consiste nell'attribuire alle creature certe proprietà divine. Ha numerose forme e può essere così divisa:
  • ricerca di cose occulte (è il caso degli occultisti, degli spiritisti);
  • stregoneria e sortilegio;
  • superstizione in senso stretto.


La Scrittura presenta la superstizione come contraria alla Rivelazione e al culto dovuto a Dio. La gravita della superstizione è grande; minore, è ovvio, diventa se la colpa è commessa con leggerezza e senza cattiva intenzione.
Dal punto di vista dogmatico, la superstizione è giudicata una falsa fede (rappresentazione errata della fede), una deviazione rispetto alla fede rivelata.  Lo spiritismo, in quanto ricerca dell'occulto (divinazione), è considerato, come la stregoneria, una forma assoluta di superstizione.
Secondo la teologia morale, la superstizione è, per sua natura, contraria alla Rivelazione, poichè distorce il culto dovuto a Dio.
  • "Non lascerai vivere colei che pratica la magia", si legge nell'Esodo (22,17).
  • "Non si trovi in mezzo a tè chi esercita la divinazione, o il sortilegio, o l'augurio, o la magia; ne chi faccia incantesimi, ne chi consulti gli spiriti o gli indovini, ne chi interroghi i morti, perchè chiunque fa queste cose è in abominio al Signore" (Dt. 18,10 ss.).
  • "Non vi rivolgete ai negromanti ne agli indovini; non li consultate per non contaminarvi per mezzo loro. Io sono il Signore, Vostro Dio! "(Lev. 19,31).
  • Gesù Cristo proclama la fede e la speranza solo nel Padre che è nei cieli: "Non affannatevi per il domani..." (Mt. 6, 34).
  • Dio solo deve essere adorato: "Vattene, Satana! Sta scritto: Adora il Signore Dio tuo e a lui solo rendi culto" (Mt. 4, 10).
  • A Efeso i seguaci dell'apostolo Giovanni rompono, in nome della fede in Cristo Gesù, con le abitudini magiche; "Un numero considerevole di persone che avevano esercitato le arti magiche portavano i propri libri e li bruciavano alla vista di tutti" (Atti, 19, 10). 
  • Sono ben note - dice San Paolo - le opere della carne: idolatria, stregonerie... Chi le pratica "non erediterà il Regno di Dio" (Galeati, 5, 19ss).


Quanto poi, al fatto che dei sedicenti gruppi cristiani (comunità di preghiera, cenacoli, ecc.) si dedichino allo spiritismo nei loro incontri, gabellando le loro pratiche per incontri ecclesiali, nessuno può negarlo. Tuttavia dai frutti si vede l'albero! Quando si avviano verso forme autonome, settarie, di insubordinazione alla Chiesa e all'autorità che Cristo ha posto in essa, di opposizione... ciò vuoi dire che non operano secondo lo Spirito: "Nessuno può dire 'Gesù è Signore' se non sotto l'azione dello Spirito Santo" (1 Cor. 12, 3); e i doni sono concessi dallo Spirito per l'edificazione della Chiesa, per l'unità, la pace, la concordia, l'amicizia con Dio e con i fratelli.
Ricorrere, come fanno molti, a metodi metapsichici o a "sedute medianiche" per fini terapeutici è sempre illecito. Anche se la letteratura psichiatrica registra casi di guarigione da nevrosi o da psicosi verificatisi nella pratica dello spiritismo, c'è da dire che il fine non giustifica il mezzo (in sè illecito) e che le guarigioni, per ammissione degli stessi psichiatri, possono dipendere da shock emotivo, che facilmente determina dei mutamenti di comportamento.
Ricorrere, sempre a fini terapeutici, alle sedute spiritiche evocando le anime dei trapassati, è riprovevolissimo, giacchè queste anime non possono entrare in relazione con i viventi solo perchè evocate da un medium, ma unicamente per singolare concessione divina, che non si impetra con quei mezzi; è invece possibile che, al posto delle anime evocate, si rivelino spiriti demoniaci.




 3)Problema psicologico
La pericolosità per la salute psicofisica della persona che pratica lo spiritismo è grande e, talvolta, irreparabile e irreversibile. Naturalmente, anche se il soggetto, specie all'inizio della pratica, non se ne accorge, le sedute spiritiche (anche solo quelle fatte per divertimento, come gioco di società... o per appagare la curiosità morbosa del pubblico con trasmissioni televisive...) sono dannose per la salute mentale, specialmente quando chi vi partecipa non si trova in condizioni di perfetto equilibrio neuro-psichico. I centri di igiene mentale potrebbero, raccogliendo i "casi", darci un'abbondante letteratura sull'argomento. Renè Guènon (1866-1951) saggista ed esoterista francese, ex occultista afferma che molti a causa della credenza spiritista vi siano molti casi di pazzia e ossessioni:
"nei medium e in coloro che assistono alle loro operazioni lo spiritismo produce... gravi nevrosi e gravi nevropatie organiche. E' noto che la maggior parte dei medium famosi, e buon numero di coloro che seguirono assiduamente le pratiche spiritiche, sono morti preda della follia o affetti da profondi disturbi nervosi" (R. Guènon, Errore dello spiritismo, Rusconi, Milano 1974, p.379).


Guènon evidenzia come la maggior parte degli spiritisti, occultisti e teosofisti neghino Satana e se in qualche seduta si evidenziasse un messaggio firmato Lucifero o Satana gli spiritisti lo addibiterebbero a qualche spirito "burlone" (R. Guènon, Errore dello spiritismo, Rusconi, Milano 1974, p.293).
C'è, anzi, da osservare che indulgono alle pratiche spiritiche in larga misura i soggetti psichicamente più deboli, più insicuri, più dubbiosi e problematici diventando, a lungo andare, medium-dipendenti: non hanno pace se non si rivolgono, anche nei momenti meno difficili dell'esistenza, al medium perchè le anime dei trapassati diano loro sicurezza, serenità, conforto. Ma, come gli alcolizzati e i drogati, più "usano" la pratica delle sedute spiritiche e più ne hanno bisogno, un bisogno che può diventare quasi fisiologico, oltre che psichico, un bisogno strutturato e difficilmente vincibile, anzi appagabile: certi soggetti stanno male (cefalee, vomito, tremito, senso di strozzamento, addirittura paraparesi o paralisi, dovuta a fattori psichici, quindi reversibile) se sono nell'impossibilità di praticare lo spiritismo. Psicodipendenti, si isolano dal mondo nel quale vivono, diventano estranei al loro ambiente, allentano le relazioni sociali, giungono, è il caso di dirlo, all'alienazione. Nel migliore dei casi, vivono in modo settario, soltanto con i propri compagni di esperienza spiritica. La loro idea fissa sono i trapassati, i responsi che essi possano dare attraverso il medium; fanno e dicono solo ciò che gli spiriti hanno suggerito loro. Anche quando intensificano la vita di preghiera, usano questa come un narcotico, come un sedativo. L'effetto disastroso che la prassi spiritica ha sulla vita di relazione (non poche persone trascurano la famiglia, oltre che il lavoro, lo svago, le amicizie) è commisurato dall'affanno, di natura non certamente religioso-cristiana, che i praticanti lo spiritismo hanno per i trapassati e, nello stesso tempo, dalla paura che mostrano per la morte: il loro apostolato, per così dire, è più improntato al timore che all'amore e alla gioia: il Cristo che salva è sostituito dall'Essere-Uno che giudica e dalla preoccupazione dell'auto-salvezza (perfezionismo spirituale, che spesso diviene ritualismo magico...). Così i partecipanti alle sedute spiritiche, a lungo andare, manifestano un comportamento preoccupante proprio riguardo ai sentimenti religiosi e morali: possono, infatti, piegare all'irreligiosità e alla distorsione morale oltre che diventare nevrotici o psicotici con manie e fobie rilevantissime.






 4)Problema disciplinare
La Chiesa si è ripetutamente pronunziata contro le pratiche spiritiche, dissuadendone i fedeli e denunciando la loro pericolosità per la salute delle anime e per quella stessa, dei corpi. Le decisioni prese dalla Chiesa in materia possono essere riassunte nel decreto del 1917: "Non è lecito, per mezzo del cosiddetto medium, o senza di esso... prendere parte alle sedute spiritiche"La posizione della Chiesa cattolica di fronte allo spiritismo è, dunque, quella di madre sapiente che ha cura della salute fisica, psichica, spirituale dei figli; essa, madre e maestra, non vuole esporre i fedeli al pericolo di dottrine che compromettono la verità di fede (dogmatica), la vita morale, l'appartenenza alla Chiesa stessa, la vita di relazione ecclesiale e sociale e, in ultima analisi, la salvezza; ne intende favorire (anche se talvolta i confessori, per ragioni "terapeutiche" assolvono i partecipanti alle sedute spiritiche, nella speranza e nell'attesa che si disintossichino... con la grazia di Dio e la pratica dei sacramenti) minimamente quel senso di superstizione che si nasconde sempre negli spiritisti che pretendono di ottenere, con mezzi fisici, effetti ad essi superiori, non naturali, e di conoscere la verità fuori dalla via da Dio stabilitaDimenticano facilmente, gli spiritisti, che Cristo è via, verità e vita; e che tutto ciò che riguarda l'uomo, il suo destino, la sua vita attuale ed eterna appartiene al "depositum fidei" di cui la Chiesa è custode e maestra. Al ricco che, dopo la morte, levando gli occhi e vedendo di lontano Abramo e Lazzaro accanto a lui; al ricco che, gridando, diceva: "Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell'acqua la punta del dito e bagnarmi la lingua, perchè questa fiamma mi tortura"; al ricco che, al diniego di Abramo, insistendo, replica: "Allora, padre, ti prego di mandarlo a casa di mio padre, perchè ho cinque fratelli. Li ammonisca, perchè non vengano anch'essi in questo luogo di tormento", il Patriarca risponde: "Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro" perchè, "se non ascoltano Mosè e i Profeti, neanche se uno risuscitasse dai morti sarebbero persuasi" (Le. 16, 19-31). Proprio così, pur ascoltando le presunte rivelazioni degli spiriti, i cultori dello spiritismo sono sempre in ansia: segno che le loro pratiche non possono essere appaganti... Abbiamo la Scrittura, ci dice la Chiesa; abbiamo la Tradizione e il Magistero; abbiamo l'esperienza dei Santi; abbiamo le certezze che ci vengono dalle promesse di Cristo; abbiamo la preghiera e la comunione dei Santi: tuttociò dovrebbe bastarci!
La Chiesa, che non impedisce l'autentica ricerca scientifica, che ammonisce e pone dei divieti quando si tratta della salute delle anime, che condanna salutarmente, ma, anche, perdona e assolve, che guida, insegna senza tuttavia togliere la libertà, non è certo contraria allo studio serio dei fenomeni fisici, psichici, psicoanalitici, metapsichici: "Ai veri scienziati, non solo non proibisce, ma anzi presenta essa stessa allo studio i fenomeni straordinari che avvengono ai Santi, purchè, come è evidente, non cooperino alla superstizione adoperando mezzi che inchiudono l'evocazione degli spiriti" (cfr. Vermeesc, "De spiritismo hodierno").
Lo spiritismo, ovviamente, non è strumento di ricerca scientifica e sia che si compia privatamente, sia che si compia pubblicamente, è chiaramente  condannato dalla Chiesa perchè sempre gravemente illecito. Anche quando si è contrari allo spiritismo, è illecito assistere a sedute spiritiche; la curiosità o l'esperienza per farsene una idea non è di per sè giustificante. Il citato decreto del Sant'Uffizio (24.4.1917) era stato preceduto da un altro decreto (Sant'Uffizio, 30.3.1898), approvato da SS. Leone XIII; rispondeva ad un preciso quesito sulla "invocazione delle anime dei trapassati", "escludendo ogni accordo con il maligno". Il testo della risposta è netto: "Uti exponitur non licere" ("La cosa, come è esposta, non è lecita").
Il decreto del 1917, approvato da S.S. Benedetto XV, nella sua integrale stesura, cosi suona: "Non è lecito assistere a conversazioni o manifestazioni spiritiche, avvengano esse per opera di medium, come lo chiamano, o senza medium; si usi o no l'ipnotismo, e per quanto esse si presentino sotto colore di onestà o di pietà; sia interrogando le anime o spiriti, sia ascoltando le risposte, sia assistendo soltanto anche con la protesta tacita od espressa di non prendere parte alle comunicazioni con spiriti maligni".
Anche il Codice di Diritto Canonico (CJC del 1917) condanna lo spiritismo (cfr. Can. 1399, 7).
Per diritto sono proibiti "i libri che insegnano e illustrano superstizioni di qualunque genere: sortilegi, divinazioni, magia, evocazione di spiriti e altre cose del genere...".
E ovvio che la condanna della Chiesa non implica giudizi o spiegazioni sulla natura dei fenomeni: non è compito del Magistero questo, ma della scienza. La presa di posizione della Chiesa è semplicemente teologico-morale e pastorale, riguarda il bene e la salvezza delle anime. E' per questo che va presa sul serio e rispettata con spirito di cristiana obbedienza, particolarmente da quanti vivono la comunione ecclesiale.






 Conclusioni
La Chiesa non nega, aprioristicamente, la possibilità di fenomeni preternaturali o soprannaturali, non spiegabili scientificamente, come non nega l'autonomia, la verità, la validità, l'autorità della vera scienza. E come è convinta che il progresso delle scienze biologiche, psicologiche e sociali da all'uomo la possibilità di una migliore conoscenza della vita, della persona e delle sue relazioni interumane, così è altrettanto certa che "la ricerca metodica di ogni disciplina, se procede in maniera veramente scientifica e secondo le norme morali non sarà mai in reale contrasto con la fede, perchè le realtà profane e le realtà della fede hanno origine dal medesimo Dio" (GS.36).
Ora quanti praticano lo spiritismo non solo sono lontani da una ricerca metodica per la comprensione di fenomeni metapsichici o paranormali, ma addirittura procedono in maniera empirica e dilettantistica (spiritismo volgare) e, quel che è più grave, contro il volere di Dio e le norme morali:
  • evocando gli spiriti per entrare in comunicazione con loro, praticano, sovente, forme autentiche di superstizione;
  • servendosi del medium costituito in situazione mantica (in trance), convocano gli spiriti con procedimenti occulti;
  • servendosi dell'arte di persone particolarmente sensibili e abili, spesso sono soggetti all'inganno, scambiando fenomeni di materializzazione (tavolini parlanti, levitazioni...) per fenomeni preternaturali; 
  • in possesso di una superficiale formazione religiosa, ricorrendo alle pratiche spiritistiche con l'animo di stabilire una vera e propria comunicazione con gli spiriti, sovvertono il regime naturale determinato da Dio
  • per tutto ciò la partecipazione alle sedute spiritiche, anche in veste di spettatore, è severamente vietata dalla Chiesa.


Indubbiamente la partecipazione passiva, in sè, non è illecita, anche se rimane pericolosa per chi vi presenzia e costituisce motivo di scandalo per gli altri: un prete che partecipi a sedute spiritiche con lo spirito di semplice osservatore può indurre altri all'errore di giudicare lecita la cosa; ma, più ancora, può dare motivo di vanto a quanti organizzano tali sedute.
Quanti praticano lo spiritismo, occorre dirlo senza mezzi termini, sono in reale contrasto con la fede e con la disciplina della Chiesa. Prima di chiedersi se è peccato o no partecipare alle sessioni spiritiche; prima di preoccuparsi delle sanzioni della Chiesa nei riguardi di quanti partecipano sporadicamente o abitualmente a sedute spiritiche, occorre convincersi che c'è contrasto, e quindi incoerenza, tra fede cattolica e prassi spiritica; un contrasto che, nonostante le apparenze, è inconciliabile proprio perchè lo spiritismo, strutturandosi come concezione teosofica e confessionale (religiosa o scientifica) diventa una credenza totalizzante non compatibile con la dottrina cristiana e la fede cattolica.Come non si può essere, contemporaneamente, cristiani e testimoni di Geova (non sono cristiani!!!), cosi non si può essere cattolici e spiritisti.
Per il cristiano non c'è spazio ne tempo per fughe e alienazioni di sorta: egli ha per virtù la fiducia in Dio e la carità verso tutti, compresi i defunti; ha per attitudine il servizio e la gioia, per guida la Parola e gli Apostoli; per strumenti di santificazione e di perfezione la grazia, i sacramenti e i precetti; per guida lo Spirito Santo e per meta, ricca di speranza, la risurrezione e la vita eterna; per reale condizione la comunione dei santi, dì quanti, cioè, vivono in questa terra e di quanti ci hanno preceduto con il segno della fede. E la preghiera, in questa realtà ecclesiale, costituisce strumento e momento di comunione e di comunicazione formidabile con i defunti: perchè, dunque, cercare vie illecite? Crisi di appartenenza ecclesiale, di fede nella Parola e nella Promessa, cioè in Cristo Gesù e nella sua Chiesa, superficialità, curiosità morbosa o che altro?
Tutte le volte che c'è crisi di appartenenza e di certezze di ragione e di fede ci si rifugia nella superstizione. E' legge immancabile della storia del singolo, delle comunità, delle civiltà. Ricerca di cose occulte, stregoneria e sortilegio, superstizione in senso stretto sono forme del passato, ma anche del nostro presente. E noi sappiamo, dalla Sacra Scrittura, che tutto questo è contrario alla Rivelazione e al culto dovuto a Dio. Occorre crescere, maturare, uscire dalle credenze popolari, dall'attribuire proprietà divine a creature umane, dal sottrarre a Dio ciò che compete solo a Lui: i Santi, non va dimenticato, sono creature umane in cui lo Spirito opera con i suoi doni e carismi: non possono, dunque, essere divinizzati; inoltre, la loro "santità" evoluta da Dio per la edificazione della Chiesa e per il bene dell'umanità, quindi non ha niente di occulto e di mistificante! Occorre guardarsi dalla falsa rappresentazione della fede e dagli atti religiosi deformi, da deviazioni o aberrazioni della forma comandata di adorazione dell'unico Dio. La divinazione, la necromanzia, la magia e lo spiritismo, pur non essendo assimilabili, obbediscono alla medesima legge ed hanno i medesimi effetti: sono contrari, per loro natura, alla Rivelazione e distorcono dal vero culto dovuto a Dio, allontanando da Cristo e dalia sua Chiesa, accostando sempre più al maligno e al regno di Satana: "State lontani dalle opere della carne:... idolatria, stregonerie...: chi le compie non erediterà il regno di Dio" (Gal.5,19-20).



 INTERVISTA al Card. RATZINGER (PAPA BENEDETTO XVI): no ai medium, no alla scrittura automatica



"...Il mondo pullula oggi di veggenti che affermano di ricevere rivelazioni da parte di Dio e della Madonna. Divulgano libri che contengono messaggi apparentemente buoni e conformi con la fede cristiana e la dottrina della Chiesa. Ma dietro questi messaggi c'è - in molti casi -una tecnica medianica, come la "scrittura automatica", o altre forme di spiritismo. Quale atteggiamento deve avere il cristiano verso questi fenomeni?


Mi sembra che l'origine di questa inflazione di messaggi sia quella alla quale abbiamo accennato, e cioè di una desiderio di "accaparrarsi" una esperienza diretta del divino, di non restare nella sobrietà della fede ma di toccare più da vicino la realtà di Dio. Il primo punto essenziale è quello di affidarsi al Signore che si è rivelalo nella sua parola e che è presente nella Chiesa e nei Sacramenti, e di vivere in questo cammino fondamentale che da una sua esperienza diversa dalle altre, ed è un po' più ardua, ma alla fine molto più reale e gratificante perchè molto più vera. L'atteggiamento fondamentale deve essere quello di vivere realmente la fede nella vita della Chiesa e convincersi che Dio, come ha detto San Giovanni della Croce, dandoci suo Figlio ci ha dato tutto, perchè Gesù è la sua Parola, e non c'è da aggiungere altro, Dio non può dare di più che Se Stesso nel suo Figlio. Occorre mettersi davvero nelle mani del Figlio e vivere la vita della Chiesa, che è anche immensamente ricca, perchè il Signore è circondato dai Santi, ad iniziare dalla Madonna. E questa esperienza è possibile per tutti. Credendo in Dio, non cammino solo, ma sonoaccompagnato da questa grande schiera dei Santi e dei credenti di tutti i tempi, e così ricevo anche tutte le risposte, perchè la Chiesa vive e ha una voce viva per parlare e annunciare oggi la Parola del Signore come Parola presente per me e per il nostro tempo. E se uno vive questa realtà con convinzione e con gioia, non in senso purista, ma con tutta la ricchezza e la bellezza che questo comporta, non ha più bisogno di altro, e può stabilire con il proprio discernimento quali cose possono essere a lui utili senza diventare dipendente di questi fenomeni.


Alcuni affermano di possedere il testo del "segreto di Fatima". E' possibile?
No.


Se dietro apparizioni e messaggi c'è il fenomeno medianico della scrittura automatica o altre forme di medianità -oggi si diffondono nel mondo vari libri di "messaggi" -possiamo credere con certezza che ci si trova davanti ad un fenomeno da scartare?
Si tratta di fenomeni medianici che non hanno a che vedere con la mistica cristiana..."


(30 domande al Cardinal Joseph Ratzinger, Intervista a cura di Ignazio Artizzu tratta dalla rivista "Una voce grida..." n°9 marzo 1999)

 GLI INTERVENTI del MAGISTERO sullo SPIRITISMO





Condanna dello Spiritismo, della Scrittura automatica, dell'uso della "tavole scriventi e parlanti", del Catto-spiritismo e della medianità:
  • Sinodo di Ancira del 314; "Condanna della evocazione dei morti" di Alessandro IV il 27 settembre 1258;  le Regulae Tridentinae confermate da Pio IV nella Costituzione Dominici gregis custodiae del 1564Costituzione Coeli et terrae Creator del 5 gennaio 1585 da SistoV: confermano l'insegnamento lineare e consolidato delle Scritture e dei dottori della Chiesa (Agostino, Gregorio Magno, Giovanni Crisostomo, Bonaventura, Tommaso d'Aquino, ecc.) nel condannare la negromanzia, l'atrologia e le pratiche magiche. 
  • Acta Sanctae Sedis (ASS), XXX, 701, 30 marzo 1898; PROIBIZIONE delle pratiche descritte nel seguente quesito: "Tizio, dopo aver escluso ogni conversazione con lo spirito maligno, ha l'abitudine di evocare le anime dei defunti. Ecco come procede: mentre è solo senz'altro preliminare, indirizza una preghiera al capo della milizia celeste per ottenere da lui il potere di comunicare con lo spirito di una persona determinata. Attende un pò, poi, mentre tiene la mano pronta a scrivere, sente che essa subisce un impulso che gli da la sicurezza della presenza dello spirito. Egli espone le cose che desidera sapere e la sua mano scrive le risposte. Queste risposte sono tutte conformi alla fede cattolica e alla dottrina della Chiesa riguardo alla vita futura. Perlopiù si trattengono sullo stato in cui si trova l'anima di un certo defunto, la necessità di ricevere dei suffragi, ecc. Questo modo di fare è lecito?". RISPOSTA: NO!

(Armando Pavese, Comunicazioni con l'aldilà, ed.Piemme, Alessandria 1997, p.159)

  • Acta Apostolicae Sedis (AAS), 1917, anno IX, n.6,268; PROIBIZIONE delle pratiche descritte nel seguente quesito: "E' permesso partecipare, con o senza il cosiddetto medium, usando o no l'ipnotismo, a colloqui o a manifestazioni spiritiche, che presentano anche un'apparenza onesta e pia, interrogando sia anime che spiriti, sia che ascoltino le risposte date, sia che ci si accontenti di osservare,anche se si presenterà tacitamente o espressamente di non volere alcuna relazione con gli spiriti maligni?". RISPOSTA: NO! (Denzinger H. Schönmetzer, DS 3642).
  • San Pio X, Catechismo maggiore, n.366: "Tutte le pratiche di spiritismo sono illecite, perchè superstiziose, e spesso non immuni da intervento diabolico, e perciò furono dalla Chiesa giustamente proibite...no alle tavole parlanti o scriventi...o a qualsiasi modo di consultare le anime dei trapassati mediante lo spiritismo".
  • Catechismo della Chiesa Cattolica (CCC) nn.2117.2115.2116: Si fanno le seguenti affermazioni: a)c'è un legame tra spiritismo e la divinazione o magiab)occorre rifuggire ogni curiosità malsana sul futuro e affidarsi con fiducia a Dio provvidentec)tutte le forme di divinazione sono da respingere (oroscopi, astrologia, chiromanzia, interpretazione dei presagi o sorti, fenomeni di veggenza, ricorso a medium, [scrittura automatica],...) perchè in contraddizione con l'onore, il rispetto e l'amore filiale che dobbiamo solo a Dio.


1)Non esiste uno spiritismo "lecito";
2)Non esiste la possibilità nella evocazione di scongiurare un eventuale intervento diabolico;
3)Non rende lecito lo spiritismo, in sede di evocazione, la bontà, più presunta che reale, degli spiriti che intervengono (cfr. la negromante di Endor che per Saul evoca lo spirito buono di Samuele commette, con Saul, un grave abominio presso Dio (1Sam28)).
4)Non esiste il medium buono e il medium cattivo ma la medianità è da respingere in se stessa come peccato grave. L'unica strada legittima per mantenere un rapporto con i defunti è quella della preghiera nella comunione dei santi dove "la nostra preghiera per loro non solo può aiutarli, ma anche rendere efficace la loro intercessione in nostro favore" (CCC.958).

 La scrittura automatica

(tratto da Armando Pavese, Comunicazioni con l'aldilà, ed. Piemme, Alessandria 1997, pp.285-290).


Il teologo Vincenzo Bo, a proposito della scrittura automatica, scrive su «Famiglia Cristiana»: «Trattandosi di un fenomeno d'ordine quasi esclusivamente psicologico, gli studiosi pensano che si debba escludere qualsiasi frode voluta, qualsiasi inganno cosciente. La buona fede di molti "medium" scriventi non può essere messa in dubbio... la psicologia le spiega con l'automatismo psichico e lo sdoppiamento della personalità... danno l'impressione illusoria dell'intervento di una persona estranea» (V. Bo, Scrittura automatica e messaggi dall'aldilà, in "Famiglia Cristiana" n.46 (1993). Il teologo mette in evidenza le straordinarie capacità del subcosciente che portano persone, colpite da gravi psicosi, a comporre volumi di messaggi «divini» la cui «forma è del tutto diversa da quella della loro conversazione abituale al punto di trarre in inganno teologi molto avveduti» (ibidem). Il Bo non esclude la possibilità che in certe circostanze morali o spirituali si manifestino, non i defunti ma «lo spirito satanico».
Un altro teologo, Severino Dianich, sempre su «Famiglia Cristiana», mette in evidenza: «Queste pratiche di evocazione dei morti sembrano volere cancellare la realtà nell'illusione, che era propria degli antichi pagani, che i defunti vivano una vita flebile, da ombre, dalla quale la loro voce possa giungere con parole e suoni percepibili dai viventi... Si tratta di esperienze che possono diventare pericolose perche fondamentalmente illusorie» (S. Dianich, È vero che si può parlare con i morti?, in «Famiglia Cristiana» n. 34 (1993)).
Don Giuseppe Capra, salesiano, uno degli esorcisti di Torino, scrive trattando dei santi allievi di Don Bosco (come San Domenico Savio): «Nessuno di questi giovani sicuramente santi (anche perche la Chiesa almeno due ne ha canonizzati), stabili mai un rapporto diretto dall'aldilà con altri giovani o con Don Bosco o con le loro famiglie. In tutta la letteratura salesiana, non esiste nessun libro di simili messaggi» (G. Capra, Esorcista a Torino: è possibile comunicare con i propri cari defunti? , in «Presenza Cristiana»).
Don Gabriele Amorth, esorcista nella diocesi di Roma e presidente dell'Associazione Internazionale del degli Esorcisti, ha dichiarato: «Tanti, ad esempio, dicono che si può avere uno "spirito guida", ma queste sono credenze assolutamente bugiarde, che distolgono dalla verità, danno false illusioni e creano molte volte malattie psichiche. Tra l'altro sono tutte curiosità determinate da un senso di paura e d'incertezza e dall'errato bisogno di rivolgersi anzichè a Dio alle forze occulte. E ciò è nient'altro che superstizione» (G. Amorth, Nel medium sta la bugia, intervista di M. Iondini in "Avvenire", del 1° dicembre 1994).
Una voce chiarificatrice è quella del liturgista don Silvano Sirboni che scrive su «Vita Pastorale»: «L'aldilà resta e resterà sempre oggetto della fede. Se i morti potessero mai rendersi presenti a noi in modo visibile e scientificamente inconfutabile la fede verrebbe a perdere uno dei suoi contenuti più qualificanti; non ci sarebbe più bisogno della fede e al suo posto ci sarebbe soltanto la paura. L'uomo, infatti, non sarebbe più libero di scegliere serenamente...» (S. Sirboni, Quel soprannaturale così epidermico e fatuo, in "Vita Pastorale" n. 8/9 (1993 )).
Quando le comunicazioni avvengono in una cultura smaccatamente occultista -che sposa a pieni voti la magia, la reincarnazione, la divinità dell'uomo, l'uso di medium, la frenetica e continua comunicazione con l'aldilà, le concezioni newageniane -è facile, dal punto di vista cristiano, dire che l' albero non è buono e che i frutti, anche se appariscenti, sono tossici. Ma quando i messaggi sono improntati alla sensibilità cristiana e sono in linea «apparente» con le verità di fede, come si può giudicare il frutto? La risposta è semplice: non esiste scrittura automatica messaggistica di pseudo-defunti che riesca veramente ad interpretare le verità del cristianesimoL'esempio di Vassula Ryden è illuminante: dapprima accolta da molti sacerdoti con stupore e da alcuni come apportatrice di messaggi autentici, è poi stata condannata dalla Chiesa perche i suoi messaggi si sono rivelati «negativi alla luce della dottrina cattolica» e pieni di «errori dottrinali». Abbiamo visto sacerdoti cadere come pere cotte davanti ad una banale messaggistica di pseudo-defunti «creata» attraverso la scrittura automatica.  
Non ho mai incontrato una messaggistica di pseudo-defunti che non cadesse in svariati errori o aderisse a qualche tesi occultistica o di provenienza kardecista. Questo accade perche i medium autori dei messaggi non possono evitare che il loro inconscio «esterni come verità» elementi superstiziosi assimilati in altri momenti della vita e poi dimenticati, oppure entrati a far parte con forza emotiva del suo patrimonio culturale attuale ma non ancora analizzati per carenza di strumenti di critica. Nel mentre il medium realizza, con la sua attività un ruolo di missionarietà e sublima, in forma mistica, un senso di potenza e di protagonismo -diventando vittima si se stesso, della propria creatività inconscia -, i parenti del defunto sono plagiati o autoplagiati (quando siano essi stessi autori dei messaggi). Le conversioni ottenute con lo spiritismo, poiche indotte con «fenomenologie» possono essere distrutte con altre fenomenologie prodotte scientificamente (come la scrittura automatica indotta sotto ipnosi e con la suggestione che sia un defunto a rispondere), e comunque sono destinate a crollare al primo barlume di ragione che riesca a farsi strada. L'albero dello spiritismo è un arbusto molto fragile e i suoi frutti sono, a mio parere, bacche tossiche. Per questa ragione la vera conversione matura in un ambito di scelta responsabile, giorno per giorno alla luce di Dio e non nell'oscurità dei meandri dell'inconscio dei medium.  
Il "comunicare" con i nostri defunti va spiegato alla luce del Vangelo: "Tra noi e voi c'è un grande abisso: se qualcuno di noi vuol venire da voi non può farlo; così pure, nessuno può venire da noi"  (Lc.16,26). L'essere presenti, il comunicare dei defunti "tramite" la preghiera, "tramite" l'amore, "tramite" l'ispirazione, "tramite" gli esempi, non vuol dire la scrittura automatica, nè i messaggi dei defunti via radio, computer, televisione, ecc. Vuol dire che i defunti sono in "comunione" (dei santi) con noi nella preghiera, nell'amore e con gli esempi di vita che ci hanno lasciato.  
(LETTURA CONSIGLIATA: Anonimo bolognese, "Cerca Matilde di Canossa... Una testimonianza del doloro cammino dalla "scrittura automatica" a Dio", in quaderni di "Una voce grida... !", n°3).


 E-Mail ad una vittima di un "circolo" spiritista

Lo spiritismo è l'antica "negromanzia" o "necromanzia" catalogata dalla teologia morale cristiana come "peccato di superstizione". Tramite "tecniche" divinatorie i  medium, persone che si credono "ponti" tra il mondo visibile ed invisibile, credono anche di poter conoscere e manipolare il "futuro" che noi cristiani sappiamo essere solo nelle mani di Dio, l'unico onnisapiente poichè l'unico che dimora nella Eternità (= eterno presente in cui non c'è un prima e un dopo). E' l'antico tentativo dell'uomo, solleticato nella superbia da Satana, di "essere come Dio" raccontato nel libro della Genesi al capitolo terzo. Ci sono tanti modi di fare spiritismo (classica catena umana con il medium, scrittura automatica, tavolette, ecc.) ma la "evocazione" è uno sguardo magico (= piegare la realtà al proprio capriccio) e non di fede (= fare la volontà di Colui che è Dio e sa ciò che ti realizza eternamente e ti chiede di "invocarLO"). I cristiani quando si convertivano, nei primi secoli, bruciavano i libri di magia: "Un numero considerevole di persone che avevano esercitato le arti magiche portavano i propri libri e li bruciavano alla vista di tutti" (Atti 19:19). Interessante sono le risposte che San Paolo da al mago Elimaschimato "figlio del diavolo" (ATTI 13) e lo fa diventare cieco, che San Pietro da a Simon Mago (ATTI 8) minacciandolo per aver voluto monetizzare il "dono dello Spirito Santo" che solo la Chiesa mediante la Successione Apostolica può dare, che San Paolo da alla giovane schiava con lo spirito di divinazione (ATTI 16), a Filippi, cacciando via questo demonio.
C'è un "grande abisso" che separa NOI dai NOSTRI DEFUNTI (cfr. Vangelo secondo Luca, 16:26 "tra noi e voi è stabilito un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi non possono, nè di costì si può attraversare fino a noi").
Interessante anche l'episodio di Saul, re caduto in disgrazia presso Dio in Israele, che va dalla maga di Endor, "negromante" e di come la condanna di Saul per questo abominio contro il 1° comandamento sia terribile...(1Sam28).
Allora l'unico vero "medium" poichè UMANO e DIVINO contemporaneamente è solo GESU'. Ed ecco perchè nella SANTA  MESSA quando Gesù si fa presente con il suo corpo possiamo parlare, "invocare" Dio per i nostri defunti che sono nella sua pace (Paradiso) oppure aiutarli se si stanno "purificando" (Purgatorio). Per quanto riguarda la reincarnazione è ovvio che è inconciliabile con la ressurezione della carne e  la immortalità dell'anima in cui noi cristiani crediamo ed è un escamotage che svuota dall'interno il senso della vita e ne rimanda indefinitivamente la soluzione nel dissolvimento finale della identità personale.
Non è possibile parlare di scienza nella parapsicologia e nello spiritismo poichè non si può indagare il trascendente con le tecniche dell'immanente poichè altrimenti il trascendente sarebbe immanente...il trascendente è Dio e non puoi mettere lo "spirito dentro una bottiglia"!!!
C'è un mistero che ci sovrasta...non è possibile svuotare il mare mettendolo in una buca...siamo limitati e facilmente suggestionabili specialemente quando vorremmo credere a certe cose che ci vengono proposte...VIGILIAMO...
Il rivolgersi ad un medium significa anche non ottenere un vero aiuto umano, poichè impedisce la "elaborazione del lutto" del congiunto, la ricerca di quell'equilibrio che costa lacrime e sangue e che ci viene dato solo attraverso l'umanità trafitta e risorta di Cristo anche in associazioni come l'associazione "Figli in cielo" (            0521/489425 begin_of_the_skype_highlighting            0521/489425      end_of_the_skype_highlighting      ).
Il CENACOLO 71 è un gruppo spiritista e quindi strumento di SATANA da cui tagliare e fare un cammino di ritorno a GESU' con la confessione sacramentale...certe porte che apriamo le può chiudere solo "il più forte" (Lc.11,22)...Non è vero che se una cosa non fa bene non farà male...Lo spiritismo lascia sempre strascichi spirito-pneuma-somatici, gravi...

 La testimonianza di Ines: dall'occultismo alla fede

(tratta dal libro: "Il cristiano di fronte al Paranormale", Carlos Aldunate, ed. Ancora, Milano 1994).


"Una volta mi dedicavo a leggere le carte e le linee della mano, a fare suffumigi e a liberare da stregonerie. Mi sembra che mi si sia aperto l'inconscio quando fui sul punto di morire in due occasioni. Mi rendevo conto che potevo entrare in contatto con una realtà oscura e che in parte potevo controllarla. Tutto questo stimolava la mia curiosità intellettuale, la mia esperienza del potere, il mio gusto e il mio interesse per la gente, ed era anche per me e per la mia famiglia un aiuto economico. Quando conobbi il rinnovamento carismatico e mi aprii allo Spirito Santo, cominciai a capire a poco a poco che non potevo continuare con l'occultismo. Ma le tentazioni erano sottili. Non potevo chiedere consiglio al Signore e continuare la mia pratica di divinazione a favore di altri? Se io potevo aiutare qualcuno per mezzo dei miei poteri, non mi chiedeva Dio di farlo? D'altra parte, Dio mi faceva sentire i rischi che correvo. Un pomeriggio ritornavo da un paese vicino dove avevo liberato un giovane da un'azione di stregoneria. All'improvviso sentii come se delle mani mi afferrassero al collo e mi soffocassero. Presi un giornale nel quale erano pubblicate varie copie di una preghiera allo Spirito Santo. La ripetei disperatamente fino a che mi sentii libera e potei respirare bene. Nella pratica dell'occultismo si verifica una fuga dalla realtà. Uno si sente attirato da questo mondo misterioso e cade nell'illusione di controllarlo. Ma c'è un prezzo da pagare. Una mia amica fu operata dagli spiriti; il medico la visitò successivamente e le disse: "Lei ora è guarita, ma a che prezzo?" Molti di quanti intraprendono queste strade finiscono male. Conosco vari casi di suicidio. Lo Spirito Santo mi mise paura: se continui per questa strada dovrai pagare un prezzo. Non si possono servire due padroni. Capii che dovevo scegliere. Ci furono persone ricche che mi offrirono denaro, ma abbandonai ogni pratica. Dovetti entrare in un processo di purificazione che durò anni di distacchi e di rinuncie. Quando il Signore mi guariva, lo faceva per mezzo di sogni profetici nei quali io non potevo intervenire. Mi aiutò anche una direzione spirituale che non dubitò mai della realtà di quanto mi succedeva. Una notte, mentre mi trovavo in una casa di ritiri, ebbi una visione. La finestra era aperta sulla campagna e la luce era accesa. All'improvviso vidi davanti a me un giovane bellissimo. Mi disse "Ines, ti offro il successo e la fama. Continua senza timore a fare il bene con le tue capacità di conoscere l'occulto e di predire il futuro". Io mi raccomandai al Signore; non volevo che nulla fosse contrario alla sua volontà. Allora mi sembrò di sentire un odore fetido. Dissi all'apparizione: "Pronuncia qua, davanti a me, queste parole: sia lodato nostro Signore Gesù Cristo". All'improvviso la visione si fece piccola e uscì dalla finestra lasciando un forte odore di zolfo. Capii che è sottile la tentazione di continuare a usare capacità medianiche, giustificandole con questo pensiero: "lo faccio solo nella volontà di Dio e per aiutare il prossimo". Quando si vuole essere guidati dallo Spirito Santo, è necessario rinunciare completamente a ogni uso delle capacità medianiche e dire al Signore: prometto di non indagare nè agire da solo. Se desideri qualcosa attraverso di me sono a tua disposizione; ma da parte mia non recherò nessuna occasione per conoscere l'occulto; non userò i miei "poteri di guarigione"; nè permetterò che mi tentino in questo senso". 


Alcune considerazioni sulla testimonianza di Ines:
1)Per Ines era grande la tentazione di continuare a usare le sue capacità medianiche; quando una persona dice di aver ricevuto un dono da Dio o di avere dei "poteri naturali" è bene che dica una preghiera con un sacerdote per offrine il dono a Dio affinchè confermi se viene da Lui e in caso contrario lo tolga. Molti rifiutano di dire questa preghiera poichè sono attaccati al dono che soddisfa una loro volontà di potere o di dominio sugli altri. Chi accetta la preghiera, se il dono non è da Dio, lo perdono in pochi giorni o si rendono conto progressivamente dei rischi occulti che queste pratiche "parapsicologiche" comportano e aspirano a rinunciare ad esse.
2)Si noti il contenuto della tentazionea)curiosità intellettualeb)gusto per la gentec)sensazione di entrare in "contatto con una realtà oscura" che poteva "in parte controllare". Questa "illusione di potere" è attraente e pericolosa perchè conduce a una persuasione di superiorità, di orgoglio e di autonomia davanti a Dio. La tentazione "è sottile" poichè la persona scopre "buone motivi" per continuare lungo una strada di poteri più o meno magici.
3)Ines parla del perciolo insito nell'addentrarsi in queste sabbie mobili. Per grazia Gesù le stava ponendo dei dubbi sulle pratiche occulte (= sataniche) che stava compiendo con alcuni doni: a)conflitto interiore e visione del pericolo in sogno; b)personificazione delle mani che la stavano soffocando.
4)I pericoli maggiori derivanti dall'esercizio di capacità medianiche sono:
a)turbamento nel processo di maturazione umana: l'uomo chiamato a superare l'immaturità del bambino (impulsività, irriflessione), a superare l'emotività dell'adolescente, a crescere verso una vera libertà e responsabilità, viene ostacolato dalle pratiche medianiche che aumentano impulsività e perdita del controllo. 
b)perciolo di schizzofrenia poichè l'inconscio pretende una certa autonomia. Specialmente nella scrittura automatica si sente che un'altra persona tende a dettare e muovere la mano. 
c)pericolo di inflazione psichica: Ines era attratta dal controllo di forze occulte. Tendeva così a identificarsi con la figura del "mago", cioè a credersi dotata di poteri magici.
5)Necessità di scelta: Ines capì che "nessuno può servire a due padroni" (Mt.6,24). Se si fosse ostinata a usare i suoi "poteri medianici" avrebbe fatto la sua volontà a margine di Dio. Se voleva essere uno strumento di Dio doveva rinunciare alla sua autonomia e mettersi a disposizione della volontà di Lui. Ines scelse questa seconda possibilità e il risultato fu uno sviluppo molto armonico della sua vita psichica e spirituale, un'apertura ai doni di Dio e un apostolato pieno e molto soddisfacente.